"Il nemico numero 1 dei soldati americani è proprio Bush": Incontro con Michael Moore

Più di 2000 documenti raccolti nel rapporto tra Bush e Bin Laden, alcuni estratti inediti, soldati statunitensi che parlano come non hanno mai fatto. Michael Moore racconta le fasi, le aspettative di "Fahrenheit 9/11". Con il Presidente statunitense sempre in prima linea…

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La guerra all'Iraq…

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La guerra nasce da un'enorme bugia trovata dalla famiglia Bush per salvaguardare i propri interessi economici. Penso che gli americani debbano ritirarsi immediatamente, bisogna trovare una soluzione a questa situazione, riportate a casa gli uomini e le donne mandati a morire in Iraq non per una crociata contro l'Olocausto ma per una sporca questione di interessi privati. Gli iracheni devono poter scegliere da soli il loro governo e come essere aiutati nella ricostruzione.


Quanto ha detto Bush sulle torture inflitte agli iracheni dai soldati americani dimostra fino a che punto non sostenga i suoi soldati ma li disprezza: dicendo che le torture sono dovute ad una mancanza di personalità dimostra quanto sia lui a mancare di personalità. E' lui il nemico numero 1 dei soldati americani, ma per fortuna la situazione stà cambiando velocemente, per il Vietnam ci vollero anni.


  


Ha avuto difficoltà nella produzione del film, cosa è accaduto realmente con Mel Gibson?


All'inizio volevo fare un film sui rapporti tra la famiglia Bush e Bin Laden, ho raccolto più di 2000 documenti sull'argomento ma quando è scoppiato il conflitto con l'Iraq, basato su un'enorme bugia del presidente Bush, ho sentito il dovere di mostrare quello che i media americani non mostrano e mi sono recato laggiù con una troupe leggera per combattere come tanti free-lance l'atteggiamento sottomesso dei grandi network come la CNN e tutti gli altri.


All'inizio la società Icon di Mel Gibson, che aveva distribuito Bowling for Columbine era orientata per il finanziamento totale del film tanto avevano guadagnato con il precedente. Abbiamo firmato il contratto dopo mesi di trattative quando dalla Icon mi hanno chiamato dicendo che volevano ritirarsi, che Gibson stava girando un film sulla Passione di Cristo in Italia e i soldi non erano abbastanza… In verità avevano ricevuto una telefonata da un alto rappresentante del partito repubblicano che gli avrà detto che Gibson non sarebbe stato mai più invitato alla Casa Bianca. Credo comunque che Gibson non era mai stato informato del film perchè era in Italia.

Quali pensa che saranno gli effetti sul pubblico americano?


Credo che questo film per gli americani sarà uno choc. Perchè avranno modo di vedere temi e rivelazioni di cui non si è mai parlato, estratti inediti, documenti e rivelazioni.


Nei telegiornali americani non abbiamo mai sentito i soldati parlare, non abbiamo mai visto i feriti o sentito raccontare il dolore delle famiglie; queste cose si vedono nel mio film. La gente si renderà conto delle menzogne che gli sono state raccontate in questi mesi: soltanto ultimamente sono venute fuori le foto delle torture vergognose avvenute nelle carceri in Iraq e questo grazie al lavoro dei freelancer.


Quando ho iniziato a pensare al film mi sono detto che il publlico l'avrebbe visto il venerdì sera mangiando i pop corn quindi doveva far ridere ma anche indignare. Perchè quando si è in situazioni così tragiche bisogna anche ridere e questa volta ho scelto per me la parte seria mentre a Bush tocca quella comica. Ai tempi di Bowling… un'inchiesta ha rivelato che per molti spettatori era la prima volta che si recavano in sala a vedere un documentario e sono sicuro che ciò accadrà anche questa volta perchè Fahrenheit 911 non uscirà nelle sale d'essai me in quelle commerciali, per raggiungere un pubblico quanto più vasto è possibile.


 


Qual'è il rapporto tra Bowling for Columbine e Fahrenheit 9/11 ?


Questo film è la continuazione dell'idea base del precedente. Là avevo raccontato la manifestazione della paura personale e di come le persone possano essere ingannate dalle televisioni e intimidite dalle armi, qui invece si parla di una paura collettiva, l'isteria di massa che il potere riesce a creare distoglindo l'attenzione dai problemi veri. Come ha scritto Orwell in 1984 il leader di un popolo ha bisogno di creare la paura costante di poter essere attaccati per poterlo tenere a bada: rinunciare alla libertà per la sopravvivenza e questo è quello che è accaduto in America negli ultimi due anni e mezzo.


 


Lei è molto amato in Europa e non nel suo paese, non ha mai pensato di trasferirsi?


Sono americano e amo il mio Paese. Sono rattristato da quello che accade da quattro anni in America e nel mondo a nome dell'America ma io non mi muovo e voglio che si sappia che ci sono centinaia di miglia di persone che credono nella giustizia e nella pace. Anche se non si vedono in televisione. 

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