"Il personaggio di Carlos è costruito come una rock star". Incontro con Olivier Assayas

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Finalmente in Tv da stasera su FX (canale 130 di Sky) il bellissimo film di Olivier Assayas, Carlos, che racconta in 5 ore e 33 minuti l’epopea di uno dei più feroci e importanti fuori legge del dopoguerra che ha segnato, soprattutto con le sue azioni terroristiche per la causa palestinese e i Paesi del terzo mondo, gli anni ’70 e ’80. Girato per la televisione e diviso in tre parti di oltre 100 minuti ognuna. Vi riproponiamo la conferenza di Cannes con il regista, il protagonista Edgar Ramirez e il produttore Daniel Leconte

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assayasFinalmente in Tv da stasera su FX (canale 130 di Sky) il bellissimo film di Olivier Assayas, Carlos, che racconta in 5 ore e 33 minuti l’epopea di uno dei più feroci e importanti fuori legge del dopoguerra, che ha segnato, soprattutto con le sue azioni terroristiche per la causa palestinese e i Paesi del Terzo Mondo, gli anni ’70 e ’80. Soprannominato lo “sciacallo”, è stato un punto di riferimento imprescindibile in tutti gli atti criminali compiuti per destabilizzare i Paesi occidentali e del petrolio, detentori del potere. Oggi è detenuto in una prigione francese. Girato per la televisione e diviso in tre parti di oltre 100 minuti ognuna.  Vi riproponiamo la conferenza di Cannes con il regista, il protagonista Edgar Ramirez e il produttore Daniel Leconte.
 
Daniel Leconte, a proposito della sua visione su Carlos prima del film…

Prima di fare questo mestiere facevo il reporter e Carlos l’ho sempre visto come un mito generazionale, una figura eccentrica della violenza. Era evidente che Olivier avrebbe trattato il personaggio in questo modo.

Edgar Ramirez, pensa che questo si possa considerare un film politico?

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Penso non sia né un film e né un personaggio politico. La politica e l’ideologia nel film fanno da contesto, ma non rappresentano i soggetti principali.


Olivier Assayas, cosa risponde alla stessa domanda?
Sono le contraddizioni che mi hanno attirato, volevo trattare il personaggio come un mito contemporaneo.

Olivier Assayas, come è passato dal soggetto alla sceneggiatura?
La caratteristica di Carlos è che è stato concepito come una rock star. Carlos è la maschera che c’è dietro all’uomo. Non può essere però rock star e terrorista nello stesso tempo e se non fosse stata una star, forse oggi sarebbe ancora libero.

Olivier Assayas, perché non ha voluto consultare Carlos durante la lavorazione del film?

Ci sono 120 personaggi in questo film e non potevo certamente consultarli tutti. Carlos è una figura altamente mediatica e tutte le informazioni su di lui sono ovviamente contraddittorie. Questo film non è stata una biografica non autorizzata, è stata una storia interpretata da un mito.
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