Il pittore dei due mondi, di Lorenzo Borghini
Documentario necessario sulla vita e le opere del pittore fiorentino Luca Alinari, scomparso nel 2019 a 76 anni, figura artistica di spicco del Novecento. In sala dal 18 gennaio
Il pittore dei due mondi è un viaggio intimo nell’universo di uno degli artisti più importanti del Novecento italiano, Luca Alinari. Attraverso varie fonti come video creati dall’artista, interviste, testimonianze dirette di familiari (tra cui, quella del figlio) amici, storici dell’arte e rappresentanti di varie istituzioni, il documentario si fa strada lungo il percorso artistico ed esistenziale del pittore fiorentino. La sua sperimentazione dei generi e dei linguaggi pittorici consente di portare alla luce un affresco che spazia dalla Pop Art (forte, tra le altre, l’influenza del disegnatore Disney, Carl Barks) degli ambienti domestici ai fantasiosi paesaggi interiori, per finire nell’arte più concettuale verso la fine della sua vita, contribuendo a rivelare, per mezzo delle opere, gli aspetti più reconditi della personalità. In solitudine sulle rive dell’Arno, Luca Alinari ha creato il suo mondo nell’arte e nella vita quotidiana e il documentario, della durata di un mediometraggio, riesce nell’intento di far rivivere le atmosfere più care al pittore.
Si parla anche di cinema e della passione per Truffaut e Bergman in particolare, ma si discute di tutto, perché Alinari aveva una cultura sconfinata che spaziava dalla filosofia alla letteratura, per poi contaminare tutti i linguaggi creativi e artistici. Al trentacinquenne regista, Lorenzo Borghini, amico di famiglia di Luca Alinari, viene messo a disposizione dagli eredi un cospicuo materiale video e cartaceo inedito, grazie al quale realizza un’opera convincente, ma soprattutto necessaria nel riportare alla luce un artista di primo livello e di assoluto valore internazionale. Per trovare ulteriori spunti ed approfondimenti, è da leggere il testo della storica dell’arte Viktoria Charkina, “Luca Alinari. L’artista dell’immaginifico”. La pittura ha il compito di dipingere quelle cose che non sappiamo dipingere: in fondo tutti i quadri sono in un certo senso degli autoritratti, anche quando si realizzano paesaggi. Ecco mostrarsi concettualmente il pittore dadaista, capace di riempire il vuoto per poter riconquistare l’equilibrio del vuoto stesso. Niente cavalletto, si dipinge in orizzontale, il colore non esiste in sé, esiste solo in relazione con gli altri colori.
Dal poggio fiorentino, Luca Alinari è stato sempre l’abitante di un rebus. Le sue opere sono il matrimonio sfavillante tra l’esuberanza dei paesaggi alternata al rigore geometrico dei ritratti. La pittura di Dosso Dossi e Tiziano che incontra Telemaco Signorini (emblematica la lezione di Alinari sul suo capolavoro “L’Alzaia”). Poi da Hiroshige, altro suo maestro, ha trovato l’ottica del caso, della casualità ambientale, a dispetto della messinscena. Diceva: “Dipingendo si piegano le ginocchia perché dipingere è un po’ come pregare. Pregare qualcosa, qualcuno, da qualche parte, in qualche modo…”. In fondo, ne Il pittore dei due mondi forse c’è proprio colui capace di catturare, o quantomeno confondere in un unico abbraccio, Amor sacro e Amor profano.
Regia: Lorenzo Borghini
Distribuzione: Garden Film
Durata: 53’
Origine: Italia, 2023