"Il punto rosso", di Marco Carlucci
Un film indipendente che vorrebbe affrontare temi importanti della società italiana. Una "favola sociale" che tra la scarsezza tecnica della forma e il qualunquismo dei contenuti diventa indice della condizione di un certo tipo di cinema italiano
Il punto rosso nasce e si sviluppa come un progetto indipendente (sia nella produzione che nella distribuzione) e per questo, all'apparenza, coraggioso. E' il tentativo di cercare una nuova via nel panorama economico e cinematografico italiano che dia la possibilità anche a chi non possiede budget elevati di realizzare un film.
Purtroppo queste buone intenzioni non valgono il risultato. Girato completamente in digitale Il punto rosso, una "favola sociale", dimostra sin da subito tutti i suoi limiti sia nella messinscena sia nell'interpretazione di parecchi degli attori.
La scelta discutibile poi è quella di dare una visione dell'Italia come la potrebbe avere l'uomo medio, quello che dice i politici "sono tutti uguali", una massima già aborrita dal primo Moretti nel suo Ecce Bombo. Una posizione verso la quale il protagonista, Riccardo Bianchi, una volta che intraprende la sua carriera politica non si sogna neanche di dare un'alternativa. Dalla bocca di Ricky non esce un'analisi intelligente o presunta soluzione, i suoi (pochi) discorsi sono tutti vuoti e vengono espressi attraverso una serie di tagli e dissolvenze che non permettono mai di capirne le ragioni ma ce ne mostrano solo la forma. Alla fine la gente comune lo vota, ma rimane un mistero il motivo.
Il punto rosso è un'opera prima confusa e qualitativamente scarsa, che cerca di essere coraggiosa quando poi non ha neanche la coscienza di sapere cosa stia dicendo. Un film che finisce per omologarsi proprio a quei modelli che vorrebbe tanto criticare.
Regia: Marco Carlucci
Interpreti: Fabrizio Sabatucci, Francesco Venditti, Andy Luotto, Ernesto Mahieux, Angelo Infanti, Anna Longhi
Distribuzione: Primafilm
Durata:
Origine: Italia, 2007