Il ragazzo della Giudecca, incontro con Alfonso Bergamo e il cast

Uscirà in sala il 12 maggio il film tratto dal libro autobiografico del cantante ed attore Carmelo Zappulla, accusato ingiustamente di un omicidio negli anni ’90

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Carmelo Zappulla, Tony Sperandeo, lo sceneggiatore Craig Peritz e una parte del cast hanno presentato questa mattina il film tratto dal libro autobiografico di Zappulla, Il ragazzo della Giudecca, che racconta dei guai giudiziari avuti nei primi anni ’90, quando con una vicenda simile al caso Tortora, il cantante è stato accusato da un pentito di essere il mandante di un omicidio a stampo mafioso. Il film uscirà in sala il 12 maggio. 

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“Appena ho letto il libro ho voluto conoscere Carmelo”, dice il regista Alfonso Bergamo, “la sua storia è simile al caso Tortora, anche se meno conosciuta. Appena l’ho conosciuto gli ho visto negli occhi la sofferenza che aveva patito. Poi la sua vicenda carceraria per me è anche una metafora di un’arte rinchiusa, di un artista dietro le sbarre che fatica ad emergere e ad esprimersi”. “Il mio sogno nel cassetto era quello di poter realizzare questo film”. Dice il cantante ed attore Carmelo Zappulla. “Poi ho incontrato Alfonso e Tommaso Bergamo (il produttore), e il mio sogno si è realizzato. Pensavo di poterlo girare in maniera spensierata, ma la scena nel carcere mi ha turbato. La scena dell’isolamento, quando ho sentito il rumore della porta che si chiude, mi sono uscite le lacrime. Eppure non facevo altro che ripetermi stai recitando. Eppure non era così, sentivo tutto come se fosse vero. La parte bella è stato il finale!”. Alla domanda su come è stato ritratto nel film il pubblico ministero che accusava Carmelo, ossia come un personaggio luciferino, Spernadeo ha risposto: “Io e Carmelo siamo amici da tutta la vita, il cinema ci ha diviso, ho accettato di scagliarmici contro per recitare. Nel film poi ho esagerato, mi faccio veramente schifo”.

Mentre alla domanda sul perchè uno sceneggiatore americano si fosse interessato ad una storia così italiana, Craig Peritz ha risposto: “Io faccio tutto quello che mi chiede Alfonso. Ho letto il libro e dopo ne abbiamo parlato tanto. È stato importante ma difficile trasporre una storia vera per il cinema”.

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