"Il respiro del diavolo", di Stewart Hendler

Il respiro del diavolo

Annunciato già negli scorsi mesi, arriva adesso nelle sale un curioso esempio di horror demoniaco unito a una vicenda razionale incentrata su un rapimento. Il ricorso al soprannaturale appare un facile espediente per mantenere il racconto in superficie, ma la mano del regista svolge il compito con buon mestiere

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Il respiro del diavoloI territori sono già noti, essendo il Maine la terra deputata a contenere gli orrori di Stephen King. Il cast costeggia territori esplorati con successo, affiancando il mai dimenticato Michael Rooker di Henry pioggia di sangue ai volti televisivi di Josh Holloway (Lost) e Sarah Wayne Callies (Prison Break). E il plot di per sé si allinea al filone demoniaco, ibridato per l’occasione con una più razionale storia di rapimenti, tanto che la pellicola viene presentata come “un film a metà strada fra Ransom-il riscatto e Il presagio”. Protagonista è infatti una banda di rapitori che spera di ricavare il proverbiale gruzzolo dal sequestro del rampollo di una famiglia “bene”, ma si ritrova per le mani l’incarnazione di un demone che conosce le debolezze di ciascun componente della banda e su queste fa leva per portare tutti a morte certa.

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La struttura a metà fra l’horror soprannaturale e il thriller psicologico è quella che provoca in egual misura interesse e perplessità, per la curiosità del mix, ma, allo stesso tempo, per l’evidenza del fatto che se la bilancia si fosse inclinata dalla parte razionale il film ne avrebbe guadagnato parecchio: così com’è, infatti, la componente demoniaca appare soltanto come un espediente esemplificativo che, nel confinare la cattiveria del bambino nella dimensione del metafisico, dribbla le facili accuse di scorrettezza politica. E la tensione scaturita dal serrato confronto tra i protagonisti e tra gli stessi e il piccolo demone trova naturale sbocco soltanto in uno spento body count in salsa soprannaturale.

Non tutto è comunque perduto. L’esordiente Stewart Hendler si dimostra infatti capace di mantenere salda la direzione, evidenziando un discreto piacere della narrazione, e sa dosare i tempi senza eccedere in facili spaventi, tanto da regalare al suo film una buona compattezza. Ampia parte del merito va comunque al direttore di fotografia, quel Dean Cundey che si è fatto le ossa lavorando con Maestri quali John Carpenter e Steven Spielberg e che perciò conferisce ai giochi di luce una sensazione al contempo tattile ed estremamente evanescente: il risultato è una oscura realtà “di mezzo” fra allucinazione ed evidenza dell’orrore che ben si presta alla vicenda. Peccato che la sceneggiatura non gli abbia saputo reggere il gioco rinunciando a ogni ambiguità.

 

Titolo originale: Whisper

Regia: Stewart Hendler

Interpreti: Josh Holloway, Sarah Wayne Callies, Blake Woodruff, Joel Edgerton

Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 95’

Origine: Usa, 2007

 

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