Mentre le polemiche sull’esclusione del film di Nanni Moretti dagli Oscar divampano e diventano argomento di feroci dibattiti culturali, il cinema diventa lo strumento di una classe politica che lo sfrutta abbandonandosi ad inquietanti considerazioni e riflessioni in un paese dove non esistono le regole dell’alternanza e del rispetto reciproco. L’Italia è diventata terra di nessuno, limbo, il paese dove tutto è possibile, dove tutto si modifica, dove tutti, e dico tutti, si riclicano. In questa grande confusione, in questo situazione di apparente caos nulla, assolutamente nulla cambia. In questo clima il cinema, purtroppo, assume un ruolo singolare: invece di essere strumento di riflessione, di denuncia, di dibattito, di un modello culturale viene sfruttato, ridotto a un brandello da gettare in pasto a lupi affamati. E’ questo, purtroppo, il panorama desolante e dissacratorio in cui ci troviamo oggi, noi testimoni di un’epoca triste e avvilente.
Intanto, a circa due settimane dagli Oscar i bookmakers danno le quote per gli eventuali vincitori: come miglior film viene dato favorito "A Beautiful Mind" (1.90: per ogni euro giocato ne vincite uno e novanta), Il signore degli anelli (2.45), !Gosford park !(7.50), !In the bedroom! (9.00) e poi staccato "Moulin Rouge" (10). Come miglior attore favorito è Russel Crowe (1.55), seguito da Denzel Washington (4.00) e Will Smith (7.00). Tra le attrici in prima linea Sissi Spacek (1.70) e Nicole Kidman (3.50), mentre Rene Zellweger è data addirittura a 20. Tra i registi agguerrita lotta tra Peter Jackson (2.20), Ron Howard (2.70) e Robert Altman (3.50) mentre David Lynch sarebbe la grande sorpresa della serata (15.00). Le scommesse sono aperte e tra una settimana vedremo se e come sono cambiate le quote.

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Tra i film in uscita questa settimana "A Beautiful Mind" di Ron Howard fa la parte del mattatore, preanunciato trionfatore degli Academy Awards insieme a "Il signore degli anelli", nel dramma esistenziale che ripercorre la vita di John Nash, geniale mente in cui convive lo splendore e la follia. E poi ritroviamo Arnold Schwarzenegger in "Danni collaterali" di Andrew Davis, la cui distribuzione è stata più volte rinviata negli Stati Uniti dopo l’11 settembre. Un film d’azione, che vede tra l’altro la presenza di Francesca Neri a fianco di Schwarzy, in un cui lo sfiduciato cittadino qualunque (ma Schwarzy è un cittadino qualunque?) prende in mano la situazione in mano per compiere la propria giustizia-vendetta.
Di diverso calibro è invece "I marciapiedi di New York" di Edward Burns dove la Grande Mela torna protagonista di un sogno collettivo di metropoli tentacolare tra frenesie, passioni e desideri.
Tre le pellicole italiane: "Paz!" di Renato De Maria, tratto dai fumetti di Andrea Pazienza, ritratto agro-dolce di un’epoca che pur quanto buia e agitata, contraddittoria e impegnata, è rimasta fortemente segnata per coloro che l’hanno vissuta; "Il nostro matrimonio è in crisi" di Antonio Albanese, commedia sull’amore dei sentimenti dei nuovi italiani, visione tragico-comica della paura di esistere e infine "Biuti quin Olivia", opera personale di Federica Martino sul disagio generazionale e sulla voglia di fuggire per aver il coraggio di rifarsi una vita.

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