Il Signore degli Anelli. La guerra dei Rohirrim, di Kenji Kamiyama

Espansione animata della saga tolkeniana e, allo stesso tempo, prequel di una storia collaterale è un bigino desueto di epica fantasy e riduzionismo transmediale. A ghermirci non è l’Anello ma la noia


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Accompagnata dalle roboanti note di Howard Shore e dall’immancabile ripresa aerea che dovrebbe aprire lo sguardo e il cuore sulle verdeggianti pianure della Terra di Mezzo, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim ci mostra già nelle prime inquadrature l’indomita Hèra che cavalca col suo fido destriero per portare il cibo alle Grandi Aquile, protagoniste del meme/tormentone più famoso del mondo creato da J.R.R. Tolkien ma qui prime esponenti di un bestiario purtroppo ridottissimo. Pur all’interno di un media diverso, in questo caso l’animazione giapponese in 2D, bastano difatti pochi secondi al regista giapponese, coadiuvato in fase di scrittura dalla tolkeniana/jacksoniana Philippa Boyens, Jason DeMarco e Joseph Chou, per settare un mondo iper-riconoscibile: ci troviamo infatti 183 anni prima degli eventi della trilogia originale de Il signore degli Anelli, lontani dal tentativo di Sauron di sottomettere al suo malefico potere tutta la Terra di Mezzo ma già in qualche maniera collegati alla battaglia campale del Fosso di Helm. La Guerra dei Rohirrim racconta infatti gli infausti destini della Casata di Helm Hammerhand, l’orgoglioso re di Rohan e padre di Haleth, Hama e, appunto, Hèra. Quando Lord Freca, violento signore del Dunlending, cerca di costringerlo ad accettare le nozze dell’amata figlia col suo infido rampollo Wulf, il vegliardo ma aitante sovrano rifiuta con sdegno e costringe il rivale ad un duello a mani nude. Ma in un eccesso di forza francamente ingiustificabile, Helm uccide Freca con un solo pugno attirandosi così la furia vendicativa di Wulf. Ecco che il ragazzo, sfregiato in viso e adesso anche nell’onore più caro, assedia l’antica roccaforte di Hornburg dove Helm e il suo popolo provano strenuamente a resistere. Mentre le morti si susseguono e il durissimo inverno infiacchisce ulteriormente gli animi, toccherà ad Hèra trovare il coraggio di guidare i pochi superstiti contro un nemico mortale intenzionato alla loro totale distruzione…
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim è più interessante come mezzo audiovisivo di riflessione sull’eredità tolkeniana piuttosto che come effettivo mattone di una legacy che procede con esiti alterni. Meno appassionante di un thread su reddit – basta googlare le parole giuste per giungere a discussioni ben più accalorate e con personaggi squadernati a tutto tondo caratterialmente e non solo dall’albero genealogico -, il lungometraggio diretto dal mestierante Kenji Kamiyama prova a fondere la spettacolarità dell’animazione giapponese alla robustezza di quella statunitense. Il risultato è un ibrido tecnicamente senza corpo come un Nazgûl che passa di pochissimo la sufficienza nei primi piani ma la perde in quelli medi in cui si avverte la diversità degli studi e dei singoli animatori. Ma ad inficiare ancor di più la resa di un prodotto senza nerbo – e, come spesso capita, non basta l’imponente lavoro sulla soundtrack per fornire epicità ad una narrazione visivamente invece timidissima – è il senso desueto che autori e regista mostrano di avere del genere fantasy. La mascolinità altera di Helm fa trasecolare di tossicità in più di un’occasione, così come la scelta di porre in primo piano la figura di Hèra, inventata appositamente per il film (“Ma non cercate storie su di lei nei vecchi canti. Non ne esistono“, viene detto all’inizio per giustificare il fatto di aver allargato il suo ruolo dalla stringa senza nome in cui compare nelle Appendici del romanzo scritto da Tolkien), viene vissuta come una rottura dirompente delle convenzioni, bastevole ad allargare le maglie, invero ristrette, dei noti limiti dello scrittore inglese in fatto di personaggi femminili. La Guerra dei Rohirrim è invece un prequel che, al netto di due gratuite apparizioni buone soltanto per il fan-service, fallisce perché scambia la classicità coltissima di Tolkien per la retriva versione che ne hanno dato i suoi cattivi epigoni. In termini di assedio, c’è più modernità nell’Iliade che in questo di Hornburg.
Titolo originale: The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim
Regia: Kenji Kamiyama
Voci: Brian Cox, Miranda Otto, Luke Pasqualino, Gaia Wise, Lorraine Ashbourne, Shaun Dooley, Benjamin Wainwright, Yazdan Qafouri, Laurence Ubong Williams, Michael Wildman, Janine Duvitski, Bilal Hasna, Jude Akuwudike, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Alex Jordan, Bea Dooley, Elijah Tamati
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Durata: 134′
Origine: USA, Giappone 2024
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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Il voto dei lettori
2 (1 voto)

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