Il tempo dei cavalli ubriachi

Fuori dal centro, al confine. In questo luogo si colloca Il tempo dei cavalli ubriachi. Un confine fisico, nel Kurdistan iraniano, vicino alla frontiera con l’Irak, ma anche un confine dell’esistenza, soglia del dolore. La vita dei protagonisti del film è al limite, come quella del piccolo Madi, affetto da una malattia di tale gravità che solo per prolungargli la vita di qualche mese saranno necessarie cure costosissime. Ghobadi, già assistente di Kiarostami ne Il vento ci porterà via e attore in Lavagne di Samira Makhmalbaf, ricrea una storia (con le stesse persone che l’hanno vissuta) in cui ciò che emerge con più forza è il dolore, la sofferenza di una vita segnata dalla marginalità, dall’invisibilità. Una sofferenza che si mostra nella materia di cui è composto il film, il fango, la roccia, il paesaggio innevato in cui Ayud, Madi e il mulo si inerpicano nel finale, e la figura dei cavalli, dei muli ubriachi, riempiti di alcool dai contrabbandieri per permettergli di sopportare le rigide temperature delle montagne. Soprattutto, eccessivo e visibile è il corpo piccolo e deforme di Madi, centro attorno al quale ruota tutto il film, ripreso con partecipazione e distacco dalla macchina da presa. La grandezza de Il tempo dei cavalli ubriachi sta in questo saper mostrare esistenze al confine attraverso la materia, la fisicità di una sofferenza che proprio per questo si fa immagine e non simbolo. Sono i corpi segnati di Madi e di Ayud, di sua sorella e della loro madre a diventare luoghi del cinema, corpi al confine, segni non retorici di un cinema che è ancora una volta profondamente politico. Ghobadi non indugia su di loro, non cerca effetti drammatici, ma lascia che il mondo emerga tra le pieghe dell’inquadratura, tra le rughe dei volti, nei contorni di un paesaggio di confine.
Titolo originale: Zamani barayé masti asbha
Regia: Bahman Ghobadi
Sceneggiatura: Bahman Ghobadi
Fotografia: Saed Nikzat
Montaggio: Samad Tavazoi
Musica: Hossein Alizadeh
Suono: Morteza Dehnavi, Mehdi Darabi
Interpreti: Nezhad Ekhtiar-Dini, Amaneh Ekhtiar-Dini, Madi Ekhtiar-Dini, Ayoub Ahmadi, Jouvin Younessi e gli abitanti di Sardab e Bané
Produzione: Bahman Ghobadi per B.H. Films
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 77’
Origine: Iran, 2000

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