--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE UNA SERIE TV DALL’8 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------

Mentre si avvicina il 30 Aprile, data di uscita in patria di Bak-jwi (Thirst) ultimo film di Park Chan-Wook, primo film coreano in grado di aggiudicarsi i finanziamenti di un grande studio Hollywoodiano come Universal, vincitore del Premio della Giuria al 62° Festival di Cannes. Ne riparliamo con un servizio fotografico pubblicato dall'edizione coreana di Vogue, che gioca con i protagonisti Song Kang-ho e Kim Ok-bin in un contesto vampirico dai toni decisamente patinati.

Nel frattempo è stato realizzata un'altra bella serie di foto, che ricorda fortemente gli abiti creati dalla costumista premio Oscar Eiko Ishioka per Dracula di Francis Ford Coppola – il pretesto è solo un advertising per Fissler Corea, che vende pentole (sic) – con protagonista un'altra diva coreana, Kim Hye-soo (Kick The Moon, The Red Shoes, A Day For An Affair).

Thirst è la concretizzazione di un sogno lungo un decennio per il regista di Joint Security Area, della "trilogia della vendetta", Three…Extremes e I'm a cyborg, but it's ok. 

É un film che riprende i dilemmi etici tipici delle sue opere precedenti per inserirli in un contesto ironico – un prete, simbolo per eccellenza di umanità, costretto a nutrirsi di sangue umano per sopravvivere – che è al tempo stesso una sintesi efficace del suo stile visivo e una decostruzione del mito del vampiro, così come siamo abituati a intenderlo in Occidente.

Le attrici dirette da Park Chan-Wook sono abituate a mettersi in gioco in ruoli antitetici rispetto a quelli che le hanno rese popolari in Corea (è stato così per Kang Hae-Jung in OldBoy, Lee Young-ae in Sympathy for Lady Vengeance e Lim Soo-jung in I Am A Cyborg). Anche questa volta assistiamo a un'inversione di rotta interessante: la protagonista femminile Ok-bin incarnava prima di Thirst un prototipo di innocua reginetta di bellezza.

Divide con lei la scena uno dei più talentuosi attori orientali contemporanei: il sofferto Song Kang-ho già diretto da Park Chan-Wook in Joint Security Area, Sympathy for Mr. Vengeance e Sympathy for Lady Vengeance, l'interprete di Green Fish e Secret Sunshine di Lee-Chang Dong, protagonista anche di Memories of Murder, Antartict Journal, The Host e The Good, the Bad and the Weird. Il terzo protagonista è Shin Ha-Kyun, anche lui presenza fissa nel cinema di Park Chan-Wook.

Come nei film precedenti, la scelta di scenografie, tessuti, sfondi, colori e oggetti (maniacale soprattutto in OldBoy) è curatissima e segue di pari passo le trasformazioni psicologiche e i turbamenti emotivi dei personaggi. In Thirst sono stati utilizzati elementi ispirati alle opere del simbolista Odilon Redon, e con lo scopo di eliminare ogni identità nazionale, in un'abitazione in tipico stile giapponese si trovano simboli appartenenti a culture profondamente diverse tra loro, dalla vodka ai dischi di musica coreana alle immagini della Vergine Maria.

Anche la crew tecnica (vedi il backstage) conta affezionati collaboratori del regista coreano, dal direttore della fotografia Chung Chung Hoon al compositore Chi Young-Uk. Sul sito francese si può ascoltare la colonna sonora, anch'essa un misto di culture e simboli diversi: dalla cantata BWV 82 di Bach alle musiche tradizionali coreane.

Thirst sarà distribuito a livello internazionale da aprile in poi, dagli USA alla Polonia, dalla Germania al Brasile. Ci auguriamo di avere presto anche una data italiana di uscita per Thirst (il trailer non censurato sul sito del distributore, Focus Features).

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------