Il vegetale. Incontro con Fabio Rovazzi, Gennaro Nunziante e il cast

Incontro stampa a Roma con il regista Nunziante, orfano di Checco Zalone, che ha presentato il suo ultimo film. Presenti anche Fabio Rovazzi e Luca Zingaretti. In sala dal 18 gennaio.

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Si è svolto oggi, a Roma, l’incontro stampa con il regista pugliese Gennaro Nunziante, il quale ha presentato ai giornalisti il suo ultimo lavoro, Il vegetale, che uscirà in sala il prossimo 18 gennaio, distribuito in circa 400 copie. Insieme al regista, anche l’attore Luca Zingaretti e la “star del web” (e non solo) del momento, il giovane protagonista Fabio Rovazzi, qui al suo debutto come attore sul grande schermo.
Il dibattito si apre senza troppi convenevoli, e le prime domande della sala vengono rivolte a Rovazzi che, dal mondo di YouTube, grazie al quale ha raggiunto gradualmente il successo, si è fatto poi strada nella musica italiana con brani diventati subito dei tormentoni e ora approda finalmente al cinema, coronando uno dei suoi più grandi sogni. Così il cantante risponde, con una certa serenità, alla prima domanda che verte sul suo cambiamento “di ruolo”: «Passare dai video al film è stato impegnativo, pesante ma bello… Sono molto soddisfatto!». Una figura veramente “trasversale”, quella di Rovazzi, che per l’appunto vanta un séguito di fans appartenenti a generazioni variegate, dalle ottantenni al pubblico dei bambini, presso il quale sembra avere avuto una presa particolare. Rovazzi stesso non saprebbe parlare delle ragioni profonde di questo successo, che appunto definisce inspiegabile; tuttavia, afferma di essere molto felice di avere accattivato i più piccoli, perché è in loro che risiede la sincerità.
Arriva poi il turno delle domande per il regista Nunziante, la prima delle quali non poteva non riferirsi alla grande “svolta” che il suo cinema vive oggi, lavorando per la prima volta senza l’attore comico Checco Zalone, a cui era legato da Cado dalle nubi (2009) e insieme al quale, con Quo vado? (2016), aveva letteralmente sbancato. Il regista sottolinea la grande diversità tra Zalone e Rovazzi – prima di tutto nella fisicità che ne determina una differenza nel tipo di comicità stessa – e la necessità di tessere un ruolo letteralmente addosso a ciascun attore, proprio come fosse un abito da sartoria realizzato su misura. Dunque, un attore (e un personaggio) completamente agli antipodi rispetto a quello che era stato Zalone; di certo, ancora acerbo nel campo della recitazione – Nunziante lo nota nel prologo del suo video del 2016 Tutto molto interessante, dove Rovazzi recita al fianco di Fabio De Luigi –, ed è qui che è subentrato Luca Zingaretti, e il suo contributo per il film è stato, in questo senso, molto prezioso. Rovazzi scherza sul rapporto instaurato con l’attore romano: «Luca mi ha insegnato cos’è la recitazione e io gli ho insegnato come si fanno le Instagram Stories!». Zingaretti, dal canto suo, commenta semplicemente così: «Siamo una coppia atipica; ci siamo trovati subito bene, siamo diventati amici nonostante la differenza d’età. Speriamo che la gente si diverta come abbiamo fatto noi». Nunziante loda il lavoro di Zingaretti, la sua conoscenza impeccabile di ogni scena del film, il suo essere d’aiuto a tutti sul set; perché, ribadisce, uno degli aspetti più importanti del lavoro al cinema è circondarsi di professionisti che abbiano l’intelligenza per «non superare quel decibel che è il cattivo gusto».
L’attenzione torna presto sul protagonista: Nunziante decide di tenere lontano dal suo film l’universo musicale per il quale Rovazzi è attualmente noto in Italia; scelta forse rischiosa, eppure presa con ferma decisione, perché – afferma il regista – «l’unico modo per deludere il pubblico sarebbe dargli qualcosa che conosce già. La cosa più bella è che Fabio qui ha fatto l’attore». E Rovazzi stesso si dice soddisfatto della decisione di non cantare e ballare i suoi tormentoni in questa occasione – ritenuti da lui, peraltro, un puro mezzo per arrivare al cinema –, in modo da non rimanere ingabbiato nel mondo che si è costruito fin ora e poter «differenziare le (sue) maschere».
L’ultima domanda che chiude l’incontro con il cast non poteva non essere indirizzata a un eventuale futuro dietro la macchina da presa dello stesso Rovazzi. Ed effettivamente, dopo un inizio da videomaker per le discoteche milanesi, dopo i video su YouTube e le innumerevoli visualizzazioni, i dischi di platino, di cui gli ultimi ottenuti per il brano Volare, cantato insieme a Gianni Morandi, Rovazzi svela di essere stato prima di tutto “un osservatore” e quindi punta, con calma e umiltà, a girare un giorno un suo film: «Spero, in un futuro prossimo, di fare una cosa mia; ma non voglio rovinare questo campo come ho fatto con la musica!». Si continua a scherzare, ma è indubbio che per Rovazzi si stia aprendo una nuova stagione, anche se sa già che sarà una strada da percorrere per piccoli passi.

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