Il venerabile W., di Barbet Schroeder
Il regista de Il mistero Von Bulow racconta l’inquietante figura del monaco buddista Wirathu, componendo il terzo capitolo della sua personalissima trilogia sul Male.

Una lettera iniziale, seguita da un punto. Nascondere un’identità per assumere proiezioni metaforiche e universali. Così il monaco buddista Wirathu diventa, semplicemente, W.: il venerabile, sottolinea con tragica ironia il titolo di questa diciottesima opera diretta dallo svizzero Barbet Schroeder. È un’operazione che il regista di More e de La vergine dei sicari – interessatosi allo studio e alla pratica del buddismo già nei primi anni ’60 – sentiva profondamente e che rientra nella sua trilogia sul Male iniziata nel 1974 con il documentario sul dittatore ugandese Idi Amin Dada e proseguita nel 2007 con L’avvocato del terrore. Stavolta la malvagità in carne ed ossa ha l’aspetto apparentemente pacifico del controverso predicatore Wirathu, prigioniero politico e successivamente fondatore in Birmania del movimento antimusulmano 969, che a partire dal 2012 è stato artefice di numerosi attacchi in Myanmar alla comunità islamica dei Rohingya.
Schroeder lascia parlare soprattutto i fatti di cronaca e i sermoni del personaggio. Non esprime giudizi, gli basta affondare la materia nei punti di vista dei monaci nazionalisti come in quelli delle vittime e dei giornalisti che fanno cronaca. La religione più umanista della storia dell’uomo diventa attraverso la propaganda di Wirathu strumento di violenza e prevaricazione religiosa. Una voce fuori campo cita le massime del Buddha mettendole in contrapposizione con la realtà drammatica delle insurrezioni e del genocidio. I ralenti sospesi con cui nella prima parte Schoeder sembra fermare il tempo per trovare la convergenza tra spirito e parola lasciano allora il campo alle drammatiche immagini dei cadaveri musulmani, torturati e bruciati. Succede così che il profilo documentaristico assume via via i contorni dell’incubo e del thriller. In fin dei conti il monaco W. rientra non soltanto nella trilogia già citata, ma fa parte a pieno titolo della galleria di ambigui villain che costellano la affascinante e variegata filmografia di fiction dell’autore. Da questo punto di vista Wirathu è una specie di fantasma di Klaus Von Bulow reincarnato in una configurazione ancor più politica e malvagia.
Titolo originale: Le vénérable W.
Regia: Barbet Schroeder
Distribuzione: Satine Film
Durata: 100′
Origine: Svizzera/Francia 2017