Il viaggio di Fanny, di Lola Doillon

Il mondo infantile è lente d’ingrandimento e chiave di lettura attraverso cui la vicenda storica viene accolta, metabolizzata e raccontata. In programmazione speciale per la Giornata della Memoria

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Quando la giovane Fanny, 12 anni, conosce e comincia a capire cosa sia l’orrore della guerra, delle persecuzioni e il pericolo che qualcosa di atroce si possa abbattere su di lei e le sue sorelline, colpevoli di essere ebree, siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. È l’estate del 1943, e il regime di Vichy sta aumentando il ritmo dei suoi rastrellamenti, ad un incedere che mette in pericolo l’incolumità dei tanti bambini affidati dai genitori alle colonie per le vacanze francesi, nella speranza di assicurare loro un riparo dalle deportazioni. Costrette ad abbandonare in gran fretta la colonia, ritrovatesi nell’istituto di Madame Forman, e di nuovo costrette a ripartire, tra i densi avvenimenti di settembre e la minacciosa ombra nazista dai mille tentacoli, Fanny e le sorelline Erika e Georgette si ritroveranno a vivere una peregrinazione senza sosta. Le tre bambine, insieme ai coetanei Victor, Diane, Rachel, Jacques e Marie, improvvisamente rimarranno senza la protezione e la supervisione di adulti, nel pieno di una pericolosa fuga verso il confine svizzero. Sarà Fanny a doversi prendere la responsabilità di guidare il gruppo di ragazzini lungo questo viaggio della vita.

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il viaggio di fanny2La regista francese Lola Doillon, che al suo esordio con Et toi, t’es sur qui? (2007) aveva seguito le vicende sentimentali di un gruppo di adolescenti, con Il viaggio di Fanny – suo terzo lungometraggio – dimostra tocco lieve e sguardo sensibile nell’aderire al mondo infantile e nel riportarlo sul grande schermo, elementi che le sono valsi la vittoria al Giffoni Film Festival 2016. Il film si ispira alla storia vera di Fanny Ben-Ami, che nel 2011 aveva raccolto nel memoir omonimo la sua vicenda. E il racconto, scardinato, destrutturato e arricchito con altre testimonianze, infine riplasmato nella scrittura filmica, sceglie un registro emotivo, avventuroso, poetico. Il ritmo è avvincente, appassionante, a tratti adrenalinico – come non pensare ai piccoli eroi della filmografia action, fantasy e sci-fi degli anni Ottanta? -, e lo sguardo registico segue con coinvolgimento materico le vicende del gruppo di bambini. Il mondo infantile è lente d’ingrandimento e chiave di lettura attraverso cui la vicenda storica viene accolta, metabolizzata e raccontata, punto di vista unico che ricerca nella parzialità dello sguardo non la ricostruzione documentaristica, ma gli attimi di poesia, freschezza e verità emotiva legati alla tenera età dei personaggi. Gli adulti non fanno che comparire e scomparire, voci e volti in simbolica rappresentazione di un contesto sempre accennato, percepito o temuto. L’occhio della telecamera è immerso completamente nell’universo in miniatura di Fanny e i suoi compagni – si ritaglia di quando in quando momenti di oggettivizzazione che sembrano quasi spingerci fuori della vicenda nel distacco della riflessione a posteriori (che, quando entra nella sceneggiatura, sfiora un po’ il didascalismo) -, ricercando l’empatia con i personaggi nel dinamismo di piani e punti di vista, avvicinandosi a tradimento come per ricordarci che ci sta raccontando una storia vera.

il viaggio di fanny3Fanny, protagonista assoluta della vicenda, rivive con coinvolgente vitalità attraverso la postura scomposta, nervosa, e lo sguardo determinato di Leonie Souchaud, accompagnando lo spettatore – soprattutto il più giovane, per il quale Il viaggio di Fanny sembra espressamente concepito – in un crescendo emotivo, materiale, spaziale: dal rassicurante mondo della colonia, attraverso le atmosfere fredde dell’istituto di Madame Forman, lo spazio caotico e implosivo della stazione ferroviaria, fino all’approdo finale nella natura più profonda e recondita, che grida a gran voce (anche qui, gli intenti pedagogici funzionano, ma il rischio è sempre quello di un’eccessiva esplicitazione concettuale) il compito necessario e imprescindibile del mondo adulto di essere custode dell’infanzia.

 

Titolo originale: Le voyage de Fanny

Regia: Lola Doillon

Interpreti: Léonie Souchaud, Fantine Harduin, Juliane Lepoureau, Ryan Brodie, Anaïs Meiringer, Lou Lambrecht, Malonn Levana, Lucien Khoury, Cécile De France

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 94′

Origine: Francia 2016

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