Ci sono volute 18 stesure della sceneggiatura per raggiungere questo equilibrio tra nowhere e no-time”, racconta Anne-Riitta Ciccone di questa storia scritta insieme a Lorenzo D’Amico De Carvalho (qui la nostra intervista integrale da #Venezia74, dov’era tra gli eventi delle Giornate degli Autori). Jessica, “l’aliena” (Mathilde Bundschuh), ha 17 anni e vive in una dimensione sospesa, un “palcoscenico dell’inconscio” in cui la regista dipana una vicenda da young adult alternativo (look goticheggiante, musica industrial-metal dei Project Pitchfork, ambientazione nordica tra lupi e distese di neve) che tocca tutti i punti irrinunciabili del canone, dai conflitti con la madre alla lotta per la popolarità a scuola, ma traslandoli in una percezione onirica orientata verso un “surreale possibile”, come i giochi da bambini in certi effetti visivi di Gondry o Jonze. Modelli dichiarati dei numerosi inserti visionari di I’m, opera in 3D a cui l’autrice accompagna anche un romanzo che esplora in profondità alcuni aspetti della vicenda, molto più autobiografica e legata all’attualità di quanto lasci intendere la forma “da graphic novel, da cartone animato” del film.

“La pressione sociale è sempre più forte negli ambienti adolescenziali ma non solo, la paura di non essere riconosciuti, di fallire pubblicamente, accomuna i protagonisti giovani del film al personaggio di Barbora Bobulova”, spiega Ciccone, che conclude con I’m – Infinita come lo spazio una vera e propria trilogia su questi temi, disegnando un percorso con L’amore di Marja e Il prossimo tuo. 

Sostenuto dalla fotografia apolide di Pasquale Mari e dalle caratterizzazioni surreali del cast (con Riccardo Sinibaldi, Beniamino Marconi, Luca Vecchi, Serena Iansiti…), 

I’m (endless like the space) tiene insieme la passione per la tecnologia  della regista, con una visione maturata dopo anni di lavoro nel teatro e nel teatro-danza, particolarmente evidente nel lavoro sui costumi di Andrea Sorrentino, attentissimo proprio alla coerenza interna dei vari look dei personaggi, che attraversano in qualche modo tutte le epoche del ‘900.
Il risultato restituisce quell’attrazione misteriosa e segreta, quel fascino bric-à-brac dei nostri diari di adolescenti, fatti di ritagli di ogni tipo incollati in maniera sghemba, scritte colorate, confessioni recondite in forma di bozzetto a matita. 
E se, a detta di Ciccone, I’m “non è una storia d’amore” (nonostante l’attrazione tra la protagonista e il vicino di casa tenebroso interpretato da Guglielmo Willwoosh Scilla), resta innegabile l’afflato antibullismo che ne anima l’ambizione di fantasy “a portata di mano”, sensazione sottolineata dall’ambientazione nel mondo nordico, richiamo evidente e, si scoprirà, meno campato in aria di quanto si possa intuire in partenza, alle problematiche che la penisola scandinava ha affrontato con le esplosioni di violenza insensata degli ultimi anni.

Titolo originale: I’m (endless like the space)

Regia: Anne Riitta Ciccone

Interpreti: Barbora Bobulova, Guglielmo Scilla, Julia Jentsch, Piotr Adamczyk, Mathilde Bundschuh

Distribuzione: Koch Media

Durata: 112′

Origine: Italia/Germania/Polonia 2017