"In ostaggio", di Pieter Jan Brugge

I tempi dilatati di questo film troppo esitante non assumono una cadenza realmente convincente, e la misura narrativa fatica a trovare un'armonia che restituisca alle immagini il necessario vigore

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Dopo avere prodotto diversi film di Michael Mann, il produttore olandese Pieter Jan Brugge debutta alla regia ispirandosi ad una vicenda realmente accaduta in Olanda. Wayne Hayes (Robert Redford), dopo una vita alla direzione di una società di autonoleggio, vorrebbe ora godersi la sua bella casa, la moglie Eileen (Helen Mirren), e i suoi figli pronti per i primi impegni della vita. E' quello che si direbbe un uomo di successo. Viceversa, Arnold Mack (Willem Dafoe) conduce un'esistenza di cui non è soddisfatto: è deluso della moglie, del proprio lavoro, e in generale si sente frustrato, al punto che decide di partecipare al rapimento di Wayne, sia per guadagnare un bel po' di soldi, sia per sperimentare una ardita rivalsa.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

In ostaggio è un film che lascia percepire a più riprese l'influenza manniana, a partire dalla relazione/scontro tra i due personaggi principali, contrapposti per scelte e circostanze della vita, eppure complementari ad un discorso sulla complessità degli individui, secondo una formula tematica che riverbera sensibilmente echi del cinema di Michael Mann, così come di molto cinema americano improntato al confronto di ruoli apparentemente antitetici ma in realtà più vicini di quanto possa sembrare a prima vista. Infatti, una volta che Wayne è stato rapito e la richiesta di riscatto è stata inviata, le indagini dell'FBI, nell'attesa che l'ostaggio venga liberato, svelano retroscena della vita di Wayne che feriscono duramente la moglie Eileen. Lavorando su questo terreno tematico, la regia di Pieter Jan Brugge si muove su due livelli, e due temporalità: il rapporto decisamente insolito che si instaura tra Wayne e il suo rapitore, e la vita della famiglia di Wayne durante l'attesa. I tempi dilatati di questo film troppo esitante non assumono una cadenza realmente convincente, e la misura narrativa fatica a trovare un'armonia che restituisca alle immagini il necessario vigore. I troppi vuoti di sceneggiatura avrebbero richiesto una maggiore visionarietà registica, così che alla fine l'elemento più interessante, e forse anche quello più complesso, finisce per essere il personaggio della moglie, interpretato benissimo da Helen Mirren alle prese con un carattere forte e disincantato. E alla fine anche Wayne, l'uomo dall'apparenza ineccepibile, dovrà riguardarsi indietro per riconoscere quali sacrifici e compromessi sono stati spesi per il successo personale.


 


Titolo originale: The Clearing


Regia: Pieter Jan Brugge


Interpreti: Robert Redford, Willem Dafoe, Helen Mirren, Alessandro Nivola, Matt Craven, Melissa Sagemiller


Distribuzione: Twentieth Century Fox


Durata: 91'


Origine: Usa, 2004

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array