IN VIAGGIO CON MANOEL – retrospettiva De Oliveira

Attraverso le retrospettive integrali dedicate a Paulo Rocha e agli amori di perdizione dello scorso anno, Roberto Turigliatto e Simona hanno preparato il terreno all'entusiasmante integrale dedicata a Manoel de Oliveira. Cineasta cardine del movimento modernista, la cui vita scorre parallela al compiersi del primo cinesecolo, de Oliveira, puntualmente deriso dai gazzettieri nostrani, non è solo un uomo: è un intero mondo. Nella sua produzione cinematografica s'intrecciano non solo le stagioni del cinema portoghese (realismo, neorealismo ecc.) ma soprattutto l'esigenza di trovare una strada (insieme individuale e nazionale) attraverso la quale mettere in scena il farsi della crisi modernista. De Oliveira, probabilmente il cineasta più libero della storia del cinema, a partire dal seminale O passado e o presente, ripensa, nella sua personalissima parabola estetica, non solo tutta la storia recente (e non solo) del Portogallo ma la rielabora come se potesse (dovesse) essere il terreno d'elezione di un cinema a rischio e sempre sul crinale dell'innovazione formale e linguistica. Nonostante l'apparente monoliticità della sua produzione ruotante intorno alla centralità della parola e del divenire delle messinscene possibili, quello di de Oliveira è un cinema multiplo. Basti pensare al florilegio di testi che s'intrecciano nel suo lavoro: l'ironica e minacciosa frontalità di Mon cas, la riflessione filosofica di A divina comedia, il musical operettistico di Os canibais il sensuale rigore giansenista di Benilde oppure la geniale reinvenzione storica di No o la folle gloria del comando dove Fuller s'intreccia con il Rohmer di Perceval. È impossibile circoscrivere de Oliveira e le sue traiettorie. Lui non si fa mai trovare dove lo si sospetta. Con la leggerezza di un folletto, gioca di derive e di scarti. Mescola materiali e stili, storie ed estetiche. Per viaggiare con Manoel de Oliveira bisogna senz'altro essere attrezzati. Ma pensare di poter competere con la sua olimpica "onniscienza" è impresa destinata a fallire in partenza. E allora tanto vale seguirlo dotati di poco bagaglio, quel tanto in grado di restituirci ogni volta al piacere del suo cinema.

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