Dopo essere stato programmato al 40′ Toronto Film Festival con un grande successo di pubblico e di critica e aver vinto cinque premi Goya, Truman – Un vero amico è per sempre è stato presentato a Roma alla presenza del regista spagnolo Cesc Gay e del protagonista Javier Cámara. Il film arriverà nelle sale italiane il 21 aprile.

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Il film racconta la storia di Julián, un affascinante attore argentino, interpretato da Ricardo Darín, che da mesi sta lottando contro il cancro, con al fianco solo il suo fedelissimo cane Truman. Deciso a mettere ordine nella sua vita e a trovare qualcuno che si prenda cura di Truman, Julián riceve la visita di inaspettata di Tomás, un caro amico che vive in Canada (Javier Cámara), e che per quattro giorni lo accompagna in giro per l’Europa per risolvere le sue questioni in sospeso. Una storia ricca di commozione che  fa pensare a un’ispirazione autobiografica, come ha confermato lo stesso Gay: “Purtroppo ho accompagnato un familiare durante la malattia fino alla morte e in questo periodo ho scritto un diario, perché pensavo che mi sarebbe servito a mettere ordine nelle mie emozioni. Dopo però mi sono dedicato a un altro film (Una pistola en cada mano) e solo in seguito a questo ho ripreso il mio diario, in modo da rielaborarlo con un’adeguata distanza dal lutto”.

Molte sono le questioni che solleva Truman, dall’eutanasia all’impotenza rispetto alla malattia, fino all’incomunicabilità delle emozioni, ma come le ha affrontate Gay? “La questione dell’eutanasia – ha detto il regista – è solo una scena del film, e al di là di ciò che si dicono i personaggi non si sa cosa deciderà di fare Julián della sua vita e questa è una scelta voluta perché a me piacciono i film che lanciano una possibilità e non rivelano cosa sarà. Ad ogni modo penso che ognuno debba essere libero di vivere come di morire, e che il conflitto vero del film non sia questo, ma la relazione tra i due uomini, l’imbarazzo, la difficoltà di parlare e di esprimere le emozioni, e soprattutto il rapporto di Tomás con l’amico malato, che fa da spettatore alla sua storia senza poter intervenire”.

La sintonia tra Javier Cámara e Ricardo Darín sul set è incredibile e ha creato un equilibrio perfetto tra tristezza e umorismo. Come è stato possibile?  “Con Javier avevamo fatto già tre film, mentre con Ricardo ci conoscevamo meno, ma noi registi lavoriamo sulla base dell’intuito ed ero convinto che sarebbero andati d’accordo” , ha detto Gay. L’attore Javier Cámara ha aggiunto: “Per me è stato un miracolo. Ricardo è un simbolo per tutti gli attori ispanici, come per gli italiani potrebbero essere Servillo o Silvio Orlando, è molto ammirato e ha un’empatia incredibile con gli altri, quindi è stato semplice trovare un’intesa con lui. Abbiamo pianto come ragazzini, riso, e inoltre è un attore molto generoso, è l’umiltà in persona. Vorrei essere come lui”.

Oltre a questi due attori straordinari anche Truman, il cane protagonista del film, secondo Cámara ha reso possibile questo miracolo “La figura del cane crea un terzetto e questo aggiunge molto al film, conferisce azione al personaggio di Julián  e riflette la sua solitudine. Inoltre Truman allevia un po’ la gravità e la tristezza della commedia e scandiva il ritmo del film. Ricardo poi ama molto i cani e la relazione con Truman è stata fantastica. Senza di lui non ce l’avremmo mai fatta”.

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