Indagine di famiglia, di Gian Paolo Cugno

Tra passato e presente, a distanza di oltre un secolo, un giovane americano cerca dignità per i suoi avi, accusati di omicidio. Pur se ambizioso, il film non trova la necessaria amalgama

-----------------------------------------------------------------
Intelligenza Artificiale per la sceneggiatura – corso online, dal 28 gennaio

-----------------------------------------------------------------
-----------------------------------------------------------------
Corso online ASSISTENTE AL MONTAGGIO, dal 6 febbraio (NOVITA’!)

-----------------------------------------------------------------

La storia è girata in parte in bianco e nero e in parte ambientata ai giorni nostri. Si racconta di una Sicilia stile Andrea Camilleri e Leonardo Sciascia edulcorato. Giovani giocano a calcio nella piazzetta della siracusana Floridia e un tiro colpisce la cassetta della posta, quelle che ormai non si trovano più in giro. Quel fendente lascia cadere sul fondo una lettera ingiallita del 1960, mai spedita e indirizzata a Maria Spada, donna realmente vissuta, alla quale è dedicato il film, in cui si mostra come centenaria emigrata nel 1948 negli Stati Uniti. Quando quella lettera trova finalmente il suo destinatario si scopre il contenuto. Era stata scritta da un avvocato siciliano che informava di aver trovato finalmente le prove per scagionare dall’accusa di omicidio il padre, il nonno e lo zio, finiti in galera nel 1895 dopol’assassinio del prepotente e arrogante proprietario terriero, Dramonterre. La condanna ingiusta e ormai definitivamente archiviata non va giù però al nipote di Maria Spada, interpretato dal cantante e attore messicano Michael Ronda.

Quest’ultimo, Nick, torna in Italia per sbrogliare definitivamente la matassa che vede coinvolta la sua famiglia e i suoi avi. Appunto, le due linee narrative e visive contrapposte, del passato e del presente, si intersecano per tutto il film, creando sovrapposizioni e contaminazioni spazio-temporali tra personaggi, luoghi e memorie. Indagine di famiglia ricorda per certi versi le pagine di scrittori illustri dell’isola, senza però effettivamente coinvolgere emotivamente. Non c’è dubbio che il regista, Gian Paolo Cugno (vincitore nel 2006 del Globo d’Oro come regista rivelazione per Salvatore – Questa è la vita e autore nel 2016 de I Cantastorie), abbia uno sguardo raffinato e strutturato soprattutto nell’uso del bianco e nero, imbastendo interessanti, quanto riuscite, scene del passato nei latifondi e nella povertà.

Manca però purtroppo la giusta amalgama tra le due anime e certamente quella più “sofferente”, sia dal punto di vista interpretativo sia dal punto di vista visivo, riguarda il presente, alla ricerca della verità e con l’intenzione principale di restituire dignità a coloro che l’avevano persa ingiustamente. Si crea in definitiva una spaccatura evidente e al termine del percorso, fatto di flashback, rievocazioni ataviche, i due mondi, le due terre e i due tempi, faticosamente si ritrovano. Quell’unica versione giudiziaria stabilita dalla legge e dai poteri forti verrà effettivamente buttata giù, senza però dare mai la sensazione di crederci fino in fondo.

 

Regia: Gian Paolo Cugno
Interpreti: Michael Ronda, Giuseppe Pattavina, Sebastiano Lo Monaco, Roberta Rigano, Mariano Rigillo, Marcello Mazzarella, Manuela Ventura
Distribuzione: Marconi Entertainment, Officine Blu
Durata: 105’
Origine: Italia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
Sending
Il voto dei lettori
2.5 (4 voti)
--------------------------------------------------------------
Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale


--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    ----------------------------
    Sostenete Sentieri selvaggi!


    ----------------------------