inizioPartita – Darkest Dungeon (PC)

Darkest Dungeon è diverso dagli altri giochi: è cattivo nel profondo, rabbioso in modo occulto e trasmette ansia e angoscia in ogni sua forma. insomma e’ bellissimo

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Darkest Dungeon è diverso dagli altri giochi: è cattivo nel profondo, rabbioso in modo occulto e trasmette ansia e angoscia in ogni sua forma. Eppure, raggiunge i gusti di molti giocatori. Insomma, un gioco da giocare per chi ne ha il coraggio.

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Questo titolo riporta in auge un genere mai morto, ma che sicuramente non gode dei favori dei casual-gamer: quello dei “roguelike”. Il concetto alla base del gioco è semplice: un gruppo di avventurieri si avventura in un dungeon. Cosa mai potrà accadere di male? In poche parole TUTTO.
I vostri timori e le vostre paure di giocatori si concretizzeranno in quelle del personaggio. Come giocatore perderete un poco alla volta ed in modo permanente i vostri alter-ego virtuali; i vostri personaggi sperimenteranno, infatti, paure, follia e fobie, che, col passare del tempo, eroderanno la loro sanità mentale fino a renderli inutili o dannosi per tutto il party.

È proprio questo il punto di forza di Darkest Dungeon: non cerca di rendere facile la vita dei giocatori. Invece, la frammenta su più piani di difficoltà: la scelta del party, l’attrezzatura pre- quest, i combattimenti, le cure dei punti ferita e le cure alla sanità mentale.

Ogni pianificazione relativa al gioco richiede un’attenzione maniacale in maniera da poter proseguire nel gameplay in maniera efficace: dato che ogni azione viene salvata in automatico, il giocatore non può tornare indietro. Le scelte fatte sono PERMANENTI. L’unica “exit strategy” di scorta risulta quella di iniziare una nuova partita in caso di errore grave, insieme con tutto ciò che una tale scelta comporta.

Vediamo il gioco più nel dettaglio: dopo poco (…ma non subito) ci si abituerà all’interfaccia in-game, che apparirà mano a mano più chiara; in effetti, la stessa non si rivelerà mai e comunque immediata, anche se, visto il livello di attenzione che il gioco richiede, questa complicazione aggiuntiva sarà l’ultimo dei vostri problemi.
Un breve tutorial vi introdurrà alle principali funzioni e caratteristiche (…e si correrà il rischio di morire anche nel tutorial se non verrà prestata la dovuta attenzione).
Dopodiché, verrete sbalzati in un piccolo villaggio che fungerà da vostra base. La grafica, le musiche di sottofondo, le battute dei personaggi sono perfette: tutto vi introduce ad un’atmosfera che non è terrificante di per sé stessa, ma saprà trasmettervi angoscia e una specie di senso di “oscurità” ad ogni vostra azione.

Darkest Dungeon mischia in modo sapiente sia la parte gestionale, sia quella strategica, ad uno specifico genere che con la gestione e la strategia ha ben poco a che vedere. Per quel che riguarda la parte squisitamente gestionale, il gameplay vi porrà di fronte alla scelta di incrementare i poteri dei vostri eroi, o di cercare di migliorare gli edifici del villaggio per ricavarne dei vantaggi. Ma la cosa più importante riguarderà l’attenzione che dovrete riservare al vostro party, soprattutto rispetto a chi riservare le cure, ed al come ed al quando effettuarle. È inevitabile che la sanità mentale dei membri della vostra squadra venga intaccata e subito dovrete approntare delle contromisure: grazie alla chiesa o alla locanda, il livello della follia dei vostri uomini tornerà a livelli accettabili, ed in seguito saranno pronti per una nuova missione. La parte strategica, invece, l’assaggerete ad ogni scontro. E affilate le armi: saranno davvero tanti.
Anche il pericoloso dungeon in cui vi avventurerete si rifarà al classico concetto di roguelike: mostri ad ogni passo, trappole e tesori. Sarà il combattimento dei quattro vostri valorosi a fare la differenza. I personaggi sono estremamente ben caratterizzati, per ruolo, abilità di combattimento e di “accampamento” (tutte assegnate casualmente). Gli skill di accampamento sono abilita’ che si unsano nelle missionimedie e lunghe, e strano a dirsi sono quelle che abbassano maggiormente lo stress, usatele con attentamente.
Molti sono i fattori che risulteranno fin troppo casuali e non governabili dal giocatore, ma questo è il prezzo da pagare per Darkest Dungeon.
Il combattimento si svolge velocemente, senza fronzoli. Si esaurisce spesso in pochi minuti; saranno le vostre pause di riflessione ad allungarlo a piacere.
Tuttavia, se pensate che il gameplay vi regali un tempo illimitato, vi sbagliate: la torcia e la luminosità correlata al gruppo (…“luce, promessa di sopravvivenza” è una delle tante battute dei personaggi) detteranno i ritmi delle vostre scampagnate nei dungeon. Inoltre, una luce alta vi consentirà di sorprendere più facilmente i mostri; tuttavia, vi accorgerete che alcuni personaggi tenderanno a rendere meno con molta luce. Come detto in precedenza, ogni scelta, ogni pianificazione, ogni azione comporterà determinate conseguenze, fino a quelle più estreme e tragiche.

Il gioco merita di essere provato: riesce a far toccare al player livelli di stress ed emozione molto alti. Non è certo adatto a tutti, soprattutto a quei casual-gamer che vogliono rilassarsi per qualche oretta, senza troppo impegno. In effetti, la perdita permanente di un gruppo o anche di un solo eroe potrebbe segnare l’intera vostra esperienza in-game Ora siete avvertiti… siete pronti per entrare nel più oscuro dei dungeon? Se la risposta è un “si”, Darkest Dungeon è da mettere certamente in conto come vostro prossimo acquisto!

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