inizioPartita. MXGP 2, fiore di loto dal fango digitale

La Milestone conquista con tutti i suoi pregi e i suoi limiti, grazie a un game di “guida spettinata” che mitiga l’estetica vuota degli arcade motociclistici con la maniacale perizia dei simulatori

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I fiori di Loto nascono dal fango, e sono un esempio di come spesso, e volentieri, la realtà ci regali, in luoghi impensabili, qualcosa di meraviglioso. Che il mondo digitale sia una proiezione di quello reale ne è prova il fatto che, anche laggiù tra bit e foreste di 0 e 1, qualcosa di bello possa nascere dal fango, dal fango virtuale della Milestone. La casa italiana, che sembra amare la miscela di acqua terra per le sue opere, visto il successo dell’ottimo WRC, ha lanciato a aprile 2016 MXGP 2, che segue il predecessore MXGP e che va a collocarsi nell’offerta della casa, accanto ai più “pettinati” titoli come Ride 2, Valentino Rossi the game, Superbikes. Il titolo rinnova il precedente videogioco ufficiale sul Campionato Mondiale Motocross, e al momento è disponibile per PC, Playstation 4 e Xbox One. Perdonerete lo stile retrò, ma abbiamo testato la versione per pc oltre a quella per PS4.

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Chiariamo un concetto, chi scrive è un amante dei ROAR GAMES, cioè dei giochi di motori che fanno rumore, ma anche e soprattutto delle poetiche strisce d’asfalto in mezzo a campi di erba e ghiaia. Nonostante questo, il gioco non ha annoiato. Il grosso problema di tutti i videogiochi che si occupano di motori sta nel dover decidere tra due interpretazioni. Da sempre il grande pubblico ama gli arcade, tutti colori vivaci e particolari sgargianti e poca giocabilità. A questo approccio estetico, si contrappongono gli smanettoni amanti dei motori, che invece prediligono i simulatori, e che quindi vogliono mille regolazioni, non solo nella modalità di gioco, ma del veicolo. Sono gamers che conoscono la fisica e la tecnica, e amano verificare se, modificando gli assetti, veramente il mezzo virtuale che guidano cambia le sue reazioni in pista… o dovunque sia. La Milestone per MXGP2 è riuscita, per quanto possibile, a mediare questi 2 estremi. Insomma abbiamo una discreta quantità di regolazioni e di funzioni, ma anche un gameplay accattivante e accessibile a tutti o quasi.

Tra le diverse caratteristiche del gioco però, due cose ci hanno conquistati: la prima è la modalità di doppia gestione che, in curva, consente non solo di direzionare la moto, ma anche di gestire il corpo del pilota su di essa, con lo scopo di accentuare o moderare le reazioni dinamiche del binomio pilota-moto, soprattutto, come detto, in curva ma anche durante i salti. La seconda cosa molto divertente, è la guidabilità dei circuiti variabile. Ovvero il modo in cui le condizioni della pista cambiano, o meglio peggiorano, giro dopo giro e come la moto cambi le reazioni in funzione di questa variabile. Per il resto il gioco, la cui qualità grafica anche se non eccelsa è assolutamente apprezzabile, offre la possibilità di usare tutte le moto del mondiale ovvero: Honda, Kawasaki, KTM, Suzuki, Yamaha e Husqvarna, e di giocare in diverse modalità, tra cui le classiche gara veloce, Gran Premio, Carriera, Campionato, Time Attack e multiplayer. Oltre a queste sono state introdotte questo titolo Monster Energy FIM Motocross of Nations, che prevede un circuito di sei piste in cui gareggiare in squadra, e Real Events 2015, con cui è possibile rivivere eventi del mondiale del scorsa stagione. Infine degna di nota anche la modalità Stadium Series che onora le corse offroad statunitensi.

Insomma quello che, noi di inziopartita, vogliamo dire è che, questa volta, chiunque voglia cimentarsi in questo gioco, non dovrà fermarsi all’inizio della partita. È passato del tempo dall’uscita del gioco, e per questo abbiamo voluto lasciare, e lasciamo, a altri l’analisi dell’engine usato da Milestone, che è una versione migliorata di quello di Sebastian Loeb Rally Evo, o la critica al fatto che, essendo la licenza quella della scorsa stagione, troviamo in pista il ritirato Ryan Villopoto. Il bello di questo titolo è che, anche dopo molte ore di gioco non annoia, come spesso invece accade in giochi di questo tipo, che chiameremo da guida spettinata. In più esso ha il vantaggio, nel corso del tempo, di educare a se stesso. Il giocatore, man mano che va avanti, acquisisce conoscenze, competenze e abilità per superare i vari ostacoli e giungere, nella modalità carriere, dall’essere una sconosciuto con una wild card, fino ai più alti livelli.

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