inizioPartita. #Unfriendfacebook – La crisi è scoppiata

Tim Cook, CEO di Apple, Elon Musk, CEO di Tesla e persino Marc Benioff di Salesforce reagiscono al caso Facebook/Cambridge Analytica, ma anche Twitter e LinkedIn preparano le loro mosse

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Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, si ritrova in questi giorni in una situazione spinosa, in cui egli stesso si è finito per cacciare, e senza nessuno che, nel settore dell’industria tecnologica ed informatica, stia prendendo le sue difese, come invece era accaduto più volte in passato.
Stavolta è solo davanti all’indice accusatore dell’opinione pubblica.

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Marc Benioff, CEO di Salesforce.com

Marc Benioff, CEO di Salesforce.com

Tim Cook, CEO di Apple, Elon Musk, CEO di Tesla e persino Marc Benioff di Salesforce.com hanno criticato aspramente negli ultimi giorni il noto social network di Zuckerberg, soprattutto dopo il can can mediatico sollevato dallo scandalo sull’utilizzo dei dati sensibili di una bella fetta dei suoi utenti da parte dell’azienda Cambridge Analytica, cui quegli stessi dati sono stati ceduti a pagamento proprio dalla direzione di Facebook.

Ad esempio, Musk ha cancellato il proprio account su Facebook, dopo che alcuni utenti, su Twitter, gli hanno richiesto di farlo, per aderire alla campagna #Unfriendfacebook. Non si sa se per reali convinzioni personali, o piuttosto per andare incontro alle preferenze dei propri supporter.

Altri noti guru di settore sono rimasti silenziosi rispetto alla questione, ma ciò appare pur sempre inusuale rispetto al tradizionale sollevamento di scudi che si è prodotto anche in passato durante le maggiori crisi che hanno coinvolto aziende della Silicon Valley. Al momento, per lo più, tutti tengono una posizione defilata e nessuno si schiera a favore di Zuckerberg.

Facebook si trova in una posizione solitaria, di fronte alla sfida di dover rimediare

Elon Musk, CEO di Tesla

Elon Musk, CEO di Tesla

ad un danno di immagine e fiducia di immani proporzioni agli occhi della propria platea di utenti, e l’unica maniera per farlo è proporre delle soluzioni a livello legislativo che, inevitabilmente, determineranno limitazioni anche pesanti rispetto all’attuale libertà d’azione.

Sempre che i legislatori intendano effettivamente dare credito alle istanze dei suoi vertici aziendali; c’è, in effetti, il fondato sospetto che le recenti audizioni di Zuckerberg di fronte al Congresso statunitense e ad altre commissioni internazionali evidenzino chiaramente un cambio di rotta in senso “punitivo” rispetto alla “deregulation” in cui finora i social-network (in genere) hanno amato sguazzare.
La situazione sta avendo ripercussioni pesanti anche a livello economico, dato che le quotazioni aziendali di Facebook in borsa sono al ribasso.

Ma la concorrenza è guardinga, e non si lancia in accuse sperticate contro il rivale storico in difficoltà.

Tim Cook, CEO di Apple nell'era post-Jobs

Tim Cook, CEO di Apple nell’era post-Jobs

Twitter (nella sua veste aziendale) ed anche LinkedIn (che oramai orbita nella galassia Microsoft) hanno preferito non lasciarsi trascinare nella tempesta perfetta, consci delle eventuali difficoltà che potranno scaturire per tutto il comparto dei social network se la legislazione attuale venisse superata da un nuovo trend di tipo restrittivo/coercitivo, che dovesse ingenerarsi proprio da questa crisi.

Va tenuto infatti presente che la maggior parte dei servizi all’utenza offerti dagli attuali social network (…per quanto possano essere considerati futili) si autosostengono grazie agli introiti pubblicitari. Eventuali giri di vite riguardanti il trattamento dei dati sensibili potrebbero successivamente comportare spese maggiori nel campo della sicurezza informatica e quindi far scoppiare la bolla effimera costituita da questo sistema della “gratuità”.

In effetti, quando utilizzate un iPhone od uno smartphone di ultima generazione, siete giustamente autorizzati a pretendere che i vostri dati personali siano al sicuro; ma prima di usarlo, lo dovete acquistare in negozio, ed il costo è notoriamente salato. Sareste disposti a pagare per avere gli stessi servizi che vi forniscono oggigiorno i social network, ma con la sicurezza che nessuno possa mettere le mani sui vostri dati personali? Ci si spingerà alla fine in quella direzione?

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