inizioPartita. WhatsApp potrà tracciare i vostri spostamenti (Android)

È davvero corretto implementare funzioni di geolocalizzazione e tracciamento nei software a larga diffusione?

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Immaginatevi questa situazione tipo: siete dei rappresentanti commerciali, vi siete ritagliati venti minuti liberi tra la visita ad un cliente e quello successivo, e siete fermi al bar a farvi il vostro spuntino di metà mattinata. Avete appena pucciato la brioche nel cappuccino (…o addentato un tramezzino al prosciutto e funghi, se preferite) quando all’improvviso il vostro ultracostosissimo smartphone di ultima generazione, che tenete in bella vista sul tavolino, vibra per la ricezione di un messaggino WhatsApp: è il vostro capo che vi chiede dove siete e cosa state facendo. A quel punto gli mandate un messaggio tranquillizzante, del tipo: “Sono in macchina, e mi sto dirigendo dal tal dei tali, ecc…“, ma continuate a pucciare tranquillamente la brioche infischiandovene beati… la pausa è sacra. Peccato, che, nel giro di qualche secondo, vi arriva un secondo messaggio di risposta dal boss, più o meno di questo tono: “Smettila di ingozzarti di paste al bar, e vai a lavorare, altrimenti ti licenzio.“. Il panico vi assale, ma escludete subito che il capo possa essere lì nei dintorni (…tra l’altro, brutto com’è, sarebbe riconoscibilissimo). Cominciate quindi a rimirare le facce intorno a voi, alla ricerca di una improbabile spia che abbia segnalato la vostra reale posizione. Poi, dopo quattro o cinque minuti, e riflettendo attentamente, vi ricordate di aver fatto la sera precedente uno dei soliti aggiornamenti di WhatsApp, di quelli richiesti dall’applicazione, e vi sovviene di aver successivamente autorizzato la stessa, sempre su invito esplicito, ad accedere ai servizi GPS del vostro dispositivo mobile. Ecco com’è riuscito a rintracciarvi: vi ha geolocalizzato e tracciato nei vostri spostamenti tramite WhatsApp… Non vi resta che piantare tutto lì (…tra l’altro la mezza brioche ingoiata vi si è ormai piantata nello stomaco per il nervosismo) e riprendere il giro clienti. Con il capo non si scherza…

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Come dite? WhatsApp non può geolocalizzare e seguire i movimenti delle persone in tempo reale? Beh… per il momento no. Ma la pacchia sta per terminare.

Gli sviluppatori del noto software hanno dichiarato di essere in procinto di rilasciare una nuova release dell’applicazione che introdurrà la funzione tanto vituperata. La data non è stata decisa ancora: si parla genericamente di “coming weeks” (cioè nel corso delle prossime settimane). Tuttavia oramai è tutto già deciso.

La diretta concorrenza ha già adottato una soluzione similare. Ad esempio, Snapchat è in grado di geolocalizzare sin dalla scorsa estate; Facebook consente di conoscere la posizione degli amici nelle vicinanze; persino Google Maps ha da poco adottato una funzione di questo tipo. Quindi era quasi un passaggio obbligato.

I developer della diffusa applicazione spiegano che la nuova funzione è stata introdotta su richiesta degli utenti (…ma sarà poi vero?) per una serie di scopi sostanzialmente utili: ad esempio, si potrà capire se un amico che state attendendo alla classica festicciola del sabato sera sta effettivamente arrivando da voi, o se magari è rimasto bloccato nel traffico della tangenziale (…se sta guidando non può evidentemente rispondervi con i messaggini su WhatsApp; al massimo potrà avviare una chiamata in vivavoce, se non è troppo impegnato); oppure i vostri familiari, a cui avete raccontato di trovarvi alla conferenza dell’ultimo scrittore di grido, potranno vedere dove effettivamente siete e si metteranno il cuore in pace (…o gli verrà direttamente un infarto, scoprendo che, invece, siete andati all’ultima Fiera del Sesso).

Scherzi a parte, è comunque allarmante l’idea di una forma di controllo a distanza tramite un’applicazione così largamente diffusa: in effetti, finché la vostra posizione la possono conoscere i vostri familiari o amici non c’è probabilmente nulla di male (…a meno che non abbiate una doppia vita che volete tenere loscamente nascosta); il problema è quando le informazioni riguardanti i vostri spostamenti sono portate a conoscenza di persone che, evidentemente, sarebbe meglio le ignorassero (…tanto per dirne una, il datore di lavoro di cui sopra).

Il team di sviluppo di WhatsApp garantisce che la funzione di geolocalizzazione e tracciamento potrà essere controllata nel dettaglio dall’utente (…che potrà decidere le tempistiche di condivisione della propria posizione, o, addirittura, se bloccare del tutto la funzione).

Ma, nonostante queste rassicurazioni, unite all’onnipresente “coperta di Linus” della criptazione end-to-end da sempre cavallo di battaglia di WhatsApp, l’utente si troverà a dover fare delle difficili scelte di consapevolezza.

Se il vostro datore di lavoro vi chiedesse di attivare la funzione di tracciamento, in modo da potervi monitorare, voi gli direste di no? O, nel timore di subire ripercussioni lavorative, alla fine cedereste a malincuore? È davvero corretto implementare funzioni di questo tipo nei software a larga diffusione? Siamo inoltre sicuri che, dietro queste feature particolari, non si nascondano loschi secondi fini, magari di tipo commerciale? Il conoscere la nostra posizione costantemente può essere una maniera di studiare le nostre abitudini comportamentali, magari in modo da “venderci” meglio determinate tipologie di prodotti… chi lo sa…

Ad ogni modo, una cosa è certa: non si tratta di una moda passeggera.

Quale sarà la prossima applicazione che “imparerà” a tracciare i nostri spostamenti dopo WhatsApp?

Forse sarebbe il caso di cominciare a ragionare seriamente sulla necessità di tutto ciò…

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