"Interview", di Steve Buscemi

La falsità delle relazioni umane e tra i sessi messa a nudo da un’intervista allegorica tra un annoiato giornalista e una star viziata del piccolo schermo. Tra cinismo urbano e commedia nera della parti, l’eroe indie Buscemi rifà l'omonimo film che Theo Van Gogh ha realizzato nel 2003.

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Steve Buscemi – in questo caso regista, co-sceneggiatore e attore – rimane uno degli eroi della scena indipendente Usa, ma qui tende ad avvitarsi su se stesso. Interview è il remake dell’omonimo film del 2003 di Theo Van Gogh. La storia di questo regista è emblematica della fine oggi riservata alle voci scomode. Fustigatore olandese di torti e costumi, inviso tanto a destra quanto a sinistra per il suo spirito scostante, è finito ucciso per il corto Submission: Part I (2004), che si scagliava contro la sottomissione della donna nelle società islamiche, collegandola direttamente al Corano. La morte ingiusta, però, non necessariamente impone o giustifica l’operazione di recupero dei suoi altri film, specie a pochi anni dalla realizzazione: questo è in effetti il primo di una trilogia di rielaborazioni programmate dal circuito off hollywoodiano (i prossimi saranno diretti da Stanley Tucci e Bob Balaban).
Pierre, commentatore politico caduto in disgrazia presso il giornale per cui lavora, è inviato a intervistare Katja, attrice di b-movie e soap opera. Evidentemente scocciato, lui la tratta con sufficienza, fino a farsi cacciare a male parole. Lei comunque, assistendo all’incidente del taxi su cui Pierre se ne sta andando, lo invita nel suo loft per curargli una ferita alla tempia. Tra i due inizia un gioco di retorica e cinismo per carpire i rispettivi segreti, quelli sepolti dietro le facciate professionali dei loro lavori. Sigarette, alcol, droghe e violenza condiscono una sottile guerra tra “maschile” e “femminile”, tra “culturale” e “popolare” che non prevede prigionieri e si spinge al grado zero dell’incomunicabilità. Buscemi e Sienna Miller sono assai bravi, e reggono il film sulle loro spalle. C’è il coraggio di proseguire fino in fondo nelle premesse riduzionistiche, con un set essenziale e solo i due protagonisti in scena, a incupire i toni allegorici. A mancare è purtroppo una struttura sufficientemente testata: i dialoghi si scoprono sempre più forzati, non consequenziali, e la parte centrale è una snervante ripetizione di un tira e molla tra Pierre che minaccia di andarsene e Katja che alla fine lo trattiene – o viceversa – senza una reale evoluzione nel loro rapporto. La sceneggiatura impone svolte, ma non fornisce premesse credibili, sminuendo idea e realizzazione. Se quindi le ragioni e ciò che si vuole comunicare sono entusiasmanti, qualche perplessità lascia il percorso. Per quanto intellettualmente stimolante, rimane solo l’idea di implosione desertificata delle relazioni umane, e non il suo dispiegamento narrativo.

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Titolo originale: id.
Regia: Steve Buscemi
Interpreti: Steve Buscemi, Sienna Miller
Distribuzione: Fandango
Durata: 84’

Origine: USA, 2007

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