Io lo so chi siete, di Alessandro Colizzi

Il documentario nell’inseguire la verità, traccia un percorso confuso e poco ispirato, non restituendo la giusta dimensione al suo protagonista. Da oggi in sala

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La guerra alla mafia ha rappresentato e rappresenta ancora oggi una delle pagine più importanti e anche dolorose della storia italiana. In questo turbine di sangue e violenza è stato coinvolto Antonino Agostino, detto Nino, poliziotto della Questura di Palermo, ucciso insieme alla moglie incinta da colpi d’arma da fuoco il 5 agosto 1989. Una morte che per oltre trent’anni ha tormentato il padre Vincenzo, che si è sempre battuto per mantenere vivo non solo il ricordo del figlio ma anche di coloro che sono rimasti coinvolti nei crimini della mafia. Agostino, promotore di numerose associazioni e di incontri didattici, agisce molto nelle scuole per incentivare i ragazzi più giovani a battersi e a ricordare questi momenti storici e personali, con il senno anche di non essere compreso fino in fondo. Perchè la sua storia e la lotta trentennale che ne è scaturita potrebbe inizialmente apparire folle, ma solo piano piano, conoscendo in maniera più approfondita Vincenzo, si può carpire il motivo delle sue azioni così forti e incredibilmente lucide.

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Io lo so chi siete, diretto da Alessandro Colizzi, si fa carico della storia di Agostino per dare lustro alla causa e caricarsi sulle spalle il senso di giustizia che il papà Vincenzo insegue da decenni. Ma è nel suo dichiararsi apertamente un inseguitore forsennato della verità che il documentario traccia il suo percorso in maniera confusa e poco ispirata, alternando interviste ai familiari e alle persone vicine a Vincenzo che, oltre a raccontare il loro punto di vista e il loro ricordo dell’omicidio di Antonino Agostino, non riescono a restituire una lettura della vicenda in maniera chiara e interessante. Anche il materiale d’archivio poco utilizzato, mostra la paura e l’indecisione costante nel mostrarci le vittime della storia. Ebbene la storia di Vincenzo Agostino, un personaggio che simboleggia totalmente l’amore e il dolore di un padre nel tener vivo il ricordo del figlio, viene consegnata ad una dimensione non idonea ad una personalità di tale portata, non facendoci mai effettivamente respirare le sue sensazioni e i suoi tormenti. Come se il documentario, nella sua analisi, procedesse quasi per inerzia nel descriverlo, consegnandosi arrendevolmente alla forma del classico reportage televisivo, piuttosto che ad un livello più enfatico, ovvero diretto molto di più verso il piano emotivo e anche alternando le varie forme ibride di narrazione. Il ricordo è un’arma fondamentale per non commettere gli errori del passato, ma in questo modo diviene solamente una delle tante voci riguardo l’argomento.

 

Regia: Alessandro Colizzi
Interpreti: Vincenzo Agostino, Attilio Bolzoni, Stefania Limiti, Luca Tescaroli, Fabio Repici ,Ivan D’Anna
Distribuzione: Mescalito Film
Durata: 65′
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
3 (2 voti)
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