Favola e commedia sociale. Daniele Luchetti parla di Io sono tempesta

A Roma, il regista ha presentato il suo nuovo film assieme a Marco Giallini, Elio Germano e il resto del cast. In sala dal 12 aprile distribuito da 01

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C’era già Berlusconi nel destino di Io sono tempesta, in sala dal prossimo 12 aprile distribuito da 01. Ancora prima di Loro, l’atteso nuovo film di Paolo Sorrentino. La vicenda di Numa Tempesta, il finanziere pieno di soldi e senza scrupoli che deve scontare la condanna di un anno in un centro di accoglienza per evasione fiscale, rimanda alla vicenda dell’ex- Presidente del Consiglio. Precisa Daniele Luchetti: “Si, siamo partiti dall’esperienza di Berlusconi ai servizi sociali. Ma il progetto di questo film risale a tre anni e mezzo fa e non sapevamo che Sorrentino stava facendo un film su di lui”. Ma questo è stato solo il punto di partenza. “Poi – continua il regista – abbiamo deciso di oltrepassare questo spunto per costruire un personaggio che accumulasse tutti i vizi capitalistici ma che fosse anche simpatico”.

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Io sono tempesta risente anche dell’eredità della commedia all’italiana. “Guarda soprattutto a come la commedia all’italiana mostrava la povertà – aggiunge Luchetti – ma non c’è più un ricco che diventa buono ma dei poveri che diventano figli di puttana. E abbiamo cercato di evitare i piccoli problemi della borghesia”.

Tra i protagonisti del film ci sono Marco Giallini ed Elio Germano. Il primo interpreta proprio Numa Tempesta. E il suo personaggio sembra fondere insieme, oltre che Berlusconi, anche Ricucci e Briatore. E, da un punto di vista cinematografico, viene subito in mente Alberto Sordi. Ma Giallini non sembra d’accordo. “Sordi l’ho incontrato una volta quando stavo girando il mio primo film. Ma a lui non ho pensato proprio. Inoltre Daniele (Luchetti) mi ha costruito questo personaggio come un sarto. È uno dei ruoli più belli che ho interpreti”.

Prosegue Luchetti: “Il film ha iniziato ad essere interessante quando ci abbiamo messo dentro le nostre esperienze personali e quelle delle persone che lavorano nei centri di accoglienza. E le abbiamo inserite nella struttura classica della commedia, suddivisa in più atti. Il personaggio di Tempesta rimanda a Don Giovanni. Quello interpretato da Elio (Germano) potrebbe essere lo stesso di La nostra vita, che però ora è caduto in rovina”. E proprio in Io sono tempesta Elio Germano torna a lavorare assieme al regista dopo quel film che gli ha fatto vincere la Palma come miglior attore al Festival di Cannes nel 2010 ex-aequo con Javier Bardem. “Rispetto agli altri film con Daniele – precisa Germano – qui non si usa la macchina a mano ma i personaggi si muovono all’interno di inquadrature più larghe. Ormai con lui ci intendiamo senza parlare tanto”.

Per Luchetti Giallini e Germano sono fondamentali: “Come diceva Truffaut, è molto più importante l’attore del personaggio. Anche loro due lo sono più dei ruoli che interpretano”.

Il finale, infine, può avere più interpretazioni: “Ha tanti toni diversi – afferma il cineasta – e ognuno ha apparentemente soddisfatto i propri bisogni. L’unica morale è che non c’è una morale. C’è il sorriso, ma è amaro”.

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