Ipersonnia, di Alberto Mascia

La distopia ha troppo timore di farsi rapire dall’intellettualismo della sci-fi lasciando che l’idea di scrittura si risolva in un thriller dell’anima. Presentato Fuori Concorso al #TFF40

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In un prossimo futuro, non delineato ma oscuramente simile al nostro presente, il sistema carcerario italiano è in crisi per il sovraffollamento delle strutture. Piuttosto che provare a mettere in discussione la necessità della pena per i reati minori o misure alternative, il Ministro Costa fa partire il progetto Hypnos: i detenuti condannati alle pene più gravi vengono posti in uno stato di oblio forzato – l’ipersonno, appunto – all’interno di una capsula metallica per poi essere risvegliati ad intervalli regolari (stabiliti non si sa come e perché da un giudice al momento della sentenza, prima di una serie di lacune di scrittura di uno script non esattamente blindato) da uno psicologo. David Damiani (un convinto ma poco convincente Stefano Accorsi) ha il compito di ripercorrere insieme a loro i crimini commessi come passo di un cammino terapeutico che al termine della fantascientifica detenzione li deve vedere re-inseriti all’interno della società. E pazienza se questi “zombi” nella forzata criogenesi sono costretti a rivivere in maniera coatta e violenta le loro colpe, ciò che conta per l’indefesso professionista e per lo Stato per cui lavora è la riabilitazione del detenuto a qualunque prezzo.

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Vicino tematicamente ai tanti prison-movie sci-fi che da L’implacabile in poi s’interrogano sulle perversioni di gestazione di una popolazione carceraria avvertita sempre più come non redimibile ed in costante ascesa numerica, Ipersonnia è il coraggioso esordio di Alberto Mascia alla regia presentato Fuori Concorso nella sezione Favolacce della 40° edizione del Torino Film festival. La sceneggiatura, vincitrice del Premio Solinas Experimenta, ibrida la distopia complottistica alla Philip K. Dick con forme di genere più vicine alla cinematografia italiana, come il noir, il dramma melò ed il thriller. Il risultato è però un lungometraggio che ha tutti i limiti estetici della fantascienza minimal – l’esiguità del budget non giustifica un immaginario povero anche a livello concettuale che fa leva solo su schermi piatti e la solita fotografia desaturata – senza averne tutti i suoi pregi. Così gli spunti intellettuali sulla repressione istituzionale, sulla sorveglianza/punizione foucaultiana e sulla alienante riabilitazione degli ex-detenuti vengono velocemente sovrastati dalla suspense inerente la vicenda individuale dello spento protagonista. Come se avesse quasi pudore di avventurarsi nelle apicali riflessioni evocate, Mascia ripiega sulla più canonica denuncia della reificazione operata dagli apparati governativi delle sedicenti democrazie. Così Ipersonnia assolve cinematograficamente alla funzione escapista del singolo lasciando inevasa quella della collettività, carceraria e non.

 

Regia: Alberto Mascia
Interpreti: Stefano Accorsi, Caterina Shulha, Astrid Meloni, Paolo Pierobon, Alessandro Gazale, Andrea Germani, Francesco La Mantia, Tony Laudadio, Giordano De Plano, Mauro Marino, Sandra Ceccarelli
Distribuzione: Indipendente
Durata: 100′
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
2.59 (90 voti)
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