It’s a Summer Film!, di Soushi Matsumoto

Racconto di formazione sul cinema. Presenta lo spirito collaborativo del filmmaking come veicolo ideale per la costituzione identitaria dei giovani protagonisti. Dal Japanese Film Festival online

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Negli ultimi tempi il cinema giapponese ha manifestato un crescente interesse nei confronti dei “film sul cinema”, ovvero di quelle narrazioni che mettono in scena il processo collaborativo del filmmaking, declinandolo talvolta in cornici di genere. Da The Kirishima Thing (Daihachi Yoshida, 2012) a Dare to Stop Us (Kazuya Shiraishi, 2018), fino al postmodernismo di Zombie contro Zombie – One Cut of the Dead e di Why Don’t You Play in Hell?, la volontà dei cineasti nipponici di mostrare la “macchina cinema” come centro paradigmatico delle storie, come referente significante da cui generare le soluzioni creative, è andata progressivamente aumentando, allo scopo di legittimare un’arte in perenne crisi d’identità. Un procedimento estetico con cui It’s a Summer Film! – il debutto di Soushi Matsumoto – condivide tanto l’approccio, quanto l’immaginario, per declinarne le convenzioni in un’ottica metanarrativa, che ragioni sulla contaminazione sistematica di più generi.

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Alla base di It’s a Summer Film! risiede il racconto di formazione, vera (e unica) cornice di convergenza di tutti i discorsi, significati ed elementi narrativi a cui il lungometraggio dà corpo. Nel mettere in scena il tentativo di Hadashi “piedi scalzi” (Marika Ito), di girare un cortometraggio estivo a tema chanbara – film sui samurai/ronin – e di definire contemporaneamente la propria identità (superando le tribolazioni d’amore), il film aderisce alle convenzioni più classiche del coming-of-age, per condurle verso orizzonti contamina(n)ti che ragionino sul (e attraverso il) cinema. Le riprese del cortometraggio alla base del racconto non solo consentono alla narrazione di dialogare con le sfumature sci-fi – il ragazzo di cui si innamora Hadashi, Rintaro (Daichi Kaneko) giunge dal futuro per vedere il primo lavoro della celebre “piedi scalzi” – ma di configurare la macchina cinema come mezzo di evoluzione dei rapporti umani, come veicolo unico di comunicazione tra i giovani protagonisti. Più si immergono nelle riprese, più i personaggi entrano in sintonia tra loro, con le relazioni personali che mutano parallelamente all’evolversi del cortometraggio. Nel mostrare il processo trasformativo “del fare cinema”, Matsumoto sovrappone la vita dei protagonisti alla “realtà” del film, decretandone, di fatto, la reciprocità di influenze. Al mutare delle relazioni umane, cambia anche il corto, con l’andamento delle riprese che riflette il grado di intimità dei due protagonisti. Se Hadashi ultima la sceneggiatura in fase di pre-produzione, è nel momento in cui inizia a collaborare fisicamente con i compagni che la sua visione in merito al film cambia radicalmente. Ciò che nell’isolamento del processo di scrittura è assente (la variabile umana), diviene nel corso delle riprese il paradigma da cui sorge qualsiasi scelta creativa, in virtù di uno spirito collaborativo – di cui si nutre il filmmaking – che influenza progressivamente la natura dei rapporti personali. Un testamento al potere trasformativo della macchina cinema, che nell’ottica di collaborazione creativa spinge i personaggi sulla via della formazione, per un confronto catartico di emozioni e identità.

Grazie alla lente del filmmaking, che rilegge cinematograficamente un rapporto umano temporalmente asimmetrico – Hadashi e Rintaro provengono da linee temporali opposte – It’s a Summer Film! ragiona sull’influenza del cinema nell’immaginario presente (dei protagonisti, degli spettatori, dei cineasti), legittimando l’importanza di una sua preservazione futura. Prefigurando uno scenario prossimo dove i film “durano 5 secondi” perché le persone “non hanno più il tempo di ascoltare le storie degli altri” Matsumoto spinge i personaggi a ridefinire le proprie personalità attraverso la realizzazione di un film, affermando il ruolo critico che il cinema (ancora) esercita sui processi di costruzione identitaria di chi lo ama. E per quanto la deriva sentimentale dell’epilogo rischi di offuscarne il messaggio, It’s a Summer Film! si presenta come indissolubile spazio di aggregazione filmica, dove molti degli elementi che influenzano la cinematografia nipponica – storie di formazione, sci-fi, seishun eiga (film sui giovani), shoujo (manga per ragazze), jidaigeki e gendaigeki (opere di argomento storico e contemporaneo) – convergono organicamente, in nome di un racconto che sogna il cinema, attraverso il potere delle sue ombre.

Titolo originale: Summer Film Ninotte
Regia: Soushi Matsumoto
Interpreti: Marika Ito, Daichi Kaneko, Yumi Kawai, Kirara Inori, Shunya Itabashi, Ryo Shinoda, Seiichi Kohinata, Eikichi Ikeda, Mahiru Koda, Yutaro Goto
Durata: 97′
Origine: Giappone, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
4.33 (3 voti)
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