Jack Black: attore, cantante, icona
Attore, cantante, comico: dai Tenacious D e Alta fedeltà a Kung Fu Panda e Un film Minecraft, è stato capace di creare un personaggio unico, giunto all’apice soprattutto nel capolavoro School of Rock

Jack Black è uno dei migliori attori della propria generazione ed è arrivato il momento di dirlo chiaramente. In occasione infatti del successo – quantomeno al botteghino – di Un film Minecraft, possiamo guardarci alle spalle, per riscoprire come nel corso di quasi trent’anni sia stato il protagonista di alcuni dei lungometraggi più iconici di tale periodo, performer a 360°, volto per cui spesso vale la pena andare a vedere anche un lungometraggio altrimenti mediocre. E, domanda rivolta a quel pubblico che continua a sottovalutarlo, considerandolo un semplice attore da commediole, quante interpretazioni migliori di quella offerta da Jack Black in School of Rock si possono elencare dal 2000 ad oggi?
Il personaggio che Richard Linklater gli regala nel 2003, quello di Dewey Finn – scansafatiche che vorrebbe vivere di musica, ma è mal sopportato da qualsiasi band in cui suoni, al punto da doversi fingere un supplente per sbarcare il lunario – è poi un po’ il tipico personaggio che è cucito addosso a Jack Black come una seconda pelle. Un personaggio che peraltro è ormai quasi un classico della commedia americana ma che, prima dell’arrivo dell’attore classe 1969, semplicemente non esisteva. Con nomi e declinazioni diverse ne veste i panni in film come Be Kind Rewind, Bernie, Il matrimonio di mia sorella, Il re della polka, Jumanji: The Next Level e, per assurdo, anche nel King Kong firmato Peter Jackson.
In tutti questi casi diventa un uomo eccentrico, ma pigro, scettico e a volte irascibile, ma capace di grandi sprazzi di entusiasmo quando sollecitato sulle sue passioni (che spesso lo caratterizzano). Il primo a vedere in lui le doti necessarie per mettere in scena tutti questi aspetti è però Stephen Frears, che in Alta fedeltà (2000) gli regala il ruolo di Barry. Nella sua recensione al film, Roger Ebert ne parla così, in quella che può essere considerata a tutti gli effetti una perfetta descrizione del personaggio à la Jack Black: “Riesco a riconoscerlo perfettamente. Si tratta di un tipo così universale che mi chiedo come mai nessuno l’abbia mai piazzato all’interno di un film: un fanfarone, un esperto autoproclamato di tutto ciò che riguarda il gusto musicale, un monologhista, uno che preferirebbe darti la sua opinione piuttosto che prendere tutti i tuoi soldi”. La storica penna del Chicago Sun, mette poi in risalto l’abilità dello stesso attore: “Le sue capacità sono dimostrate dal fatto che, quando finalmente canta, dopo aver affermato per tutto il film di saperlo fare, ci sorprendiamo che sia davvero così”.
Già, perché oltre ad essere uno degli interpreti più riconoscibili degli ultimi 25 anni, Jack Black conduce una carriera parallela da cantante, membro del duo Tenacious D insieme a Kyle Gass. Il gruppo suona musica heavy metal e dalla sua fondazione, avvenuta nel 1993, ha ottenuto un successo tale da aggiudicarsi perfino un Grammy nel 2015, quello assegnato alla miglior interpretazione metal. La loro storia è peraltro messa in scena, dagli stessi membri della band, nel film comico del 2006 Tenacious D e il destino del rock. E così come le abilità canore di Black hanno influenzato spesso le sue interpretazioni – si pensi, oltre ai titoli già citati, anche alla sua carriera da doppiatore in saghe come L’era glaciale e Kung Fu Panda, o a Super Mario Bros. – Il film -, succede anche il contrario. I Tenacious D hanno infatti sempre fatto leva su un gran senso comico, esibendosi in performance goffe e divertenti, con testi demenziali e dando vita a videoclip divertentissimi.
A fine 2019 Jack Black aveva annunciato di volersi prendere una pausa dal cinema, preferendo concentrarsi sui suoi impegni familiari, aprendo nello stesso periodo un canale YouTube in cui ha condiviso la propria passione per i videogiochi. La notizia ha gettato per un attimo scompiglio tra i suoi appassionati, restii a fare i conti con la possibilità di non vederlo più sul grande schermo. Poi la precisazione: “Non intendo un ritiro definitivo, ho solo 50 anni. Non amo passare tanto tempo lontano dai miei cari, tutto qui. Ma, nonostante ciò, siamo ancora solo all’inizio”. Sospiro di sollievo, pericolo scampato.