Jackass Forever, di Jeff Tremaine

L’ultimo capitolo della serie Jackass è un inno alla vita e all’amicizia che con la sua libertà scaccia la morte. Che cosa rimane oggi della cultura di Mtv?

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Se pensiamo alla cultura degli anni 90, inizi 2000, è impossibile non pensare a quanto per quella generazione siano stati importanti la puzza di spirito adolescenziale del grunge e quella grossa M che sbucava in alto su uno schermo a tubo catodico. I Nirvana con il grunge, la voce rauca di Kurt Cobain, la strafottenza e la capacità di prendersi lo stage hanno creato un punto di svolta all’interno di una generazione che credeva che il punk stesse per tirare le cuoia. Proprio da lì, soprattutto Mtv iniziò la programmazione di un mondo alternative che difficilmente girava su altre emittenti. Il successo fu spropositato. Mtv era libero, fresco. Un caos colorato che a partire dagli anni 2000 varò un nuovo concetto di Punk, legato all’audiovisivo. Sempre più reality show e meno spazio ai video musicali, tanto da inimicarsi una delle più famose popstar dell’epoca come Justin Timberlake. Ma il pubblico voleva altro. Voleva Pimp My Ride, Celebrity Death Match, Punk’d e Jackass. Ed è proprio in questa clima di sperimentazioni tra morte, autodistruttività e camera a mano che nasce il progetto di Johnny Knoxville, Jeff Tremaine e Spike Jonze (che con Her poi inizierà a ragionare su assenza di corpi e fantasmi audiovisivi).

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Ormai sono passati più di vent’anni da quando Knoxville e soci hanno iniziato il loro cammino tra bagni chimici e punture d’insetto con il corpo e il dolore sempre a far da protagonisti. Potremmo quasi dire che tutto ciò che hanno fatto questi schizzati altro non è che uno degli atti performativi più politici di sempre. Per anni nei vari festival cinematografici si urlava allo scandalo contro i lavori di Koji Wakamtasu che utilizzava il corpo dei suoi protagonisti come studio sociologico su un materialismo sfrenato che aveva privato l’essere della proprietà della propria carne e del proprio volere. Proprio nel rifiuto del corpo, nella materia e nella ricerca costante di regole morali si riproduce questo potere di persuasione alla non vita che fondamentalmente registi come Wakamatsu o Tsukamoto hanno deciso di combattere attraverso il dolore e l’estremizzazione. I personaggi del regista di Caterpillar seguono l’immoralità. Sono dei folli padroni del proprio destino, pronti a spingersi sempre oltre il limite del dolore fisico. Il tutto sempre atto alla dimostrazione che anche nella società contemporanea ci si può riappropriare del corpo. Una prerogativa forse utopica, soprattutto adesso in un mondo così tanto inflazionato dai modelli e da una bellezza illusoria che ci fa percepire il tutto come statico e glitterato. È tutto bello e alla moda, ma sotto le luci al neon si nasconde un mondo fatto di demoni cannibali pronti a cibarsi tra di loro, proprio come in The Neon Demon di Refn o in Guilty of Romance di Sion Sono. Per questo le performance dei Jackass, la loro autodistruzione e la ripresa sgrammaticata altro non sono che inconsce proiezioni di un mondo che rifiuta il buon costume e lotta contro un falso perbenismo sociale imposto dall’alto. Sono forse atti inconsci perché probabilmente Knoxville e colleghi non si sono mai realmente interrogati a riguardo; rimane però che far fare bungee jumping a Britney Spears in un bagno chimico pieno di escrementi, con tutto ciò che rappresenta per la cultura pop, qualcosa deve pur valere.

Diventa finalmente il dietro le quinte il protagonista assoluto; quegli stuntman che per anni hanno prestato il proprio corpo a volti da cinema. Loro, i Jackass, invece non ci sono mai voluti stare in quell’illusione. Knoxville stesso abbandonò i set cinematografici per dedicarsi agli articoli di autodifesa da testare su se stesso. Carne che si nutre di carne nel tempo e nello spazio. Possiamo dire che questo spirito punk forse non è mai stato così vivo in campo audiovisivo come ai giorni nostri. La cultura del trash cresce sempre di più. Perfino i brand di moda si sono piegati a registi come Harmony Korine (Gucci ad esempio). La strada è diventata la nuova moda e allora sembra arrivato il momento adatto per rendere eterna anche la lezione di questo gruppo di folli. Perché fondamentalmente del film c’è anche poco da dire. I fan affezionati ritroveranno le solite gag esilaranti, ma il messaggio chiaro che viene lasciato è che prima o poi tutti dobbiamo fare i conti col tempo. L’importante è rimanere Jackass per sempre. Anche coi capelli bianchi, qualche dente in meno o un amico che non c’è più. Perché la vita è bella solo se ci sbatti addosso, ed è questo che si deve insegnare a tutti quelli che andranno a sostituire i componenti del collettivo. Un inno alla vita che prende per il culo la morte e l’allontana. Solo così casca il velo di Maya, solo così si è liberi senza paura.

 

Titolo originale: id.
Regia: Jeff Tremaine
Interpreti: Johnny Knoxville, Bam Margera, Steve-O, Chris Pontius, Jason Acuna, Ehren McGhehey, Preston Lacy, Dave England, Loomis Fall
Distribuzione: Eagle Pictures/Paramount Pictures Italia
Durata: 96′
Origine: USA, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.67 (6 voti)
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