Jacques Audiard, il Cinema come profezia del reale
In occasione dell'uscita in sala deIl profeta, ripubblichiamo l'incontro di Sentieri Selvaggi con il regista Jacques Audiard all'ultimo festival di San Sebastian
---------------------------- OPEN DAY, QUADRIENNALE E TRIENNALE DI CINEMA, PRENOTATI!
----------------------------
---------------------------- CORSO DI RIPRESA VIDEO (IN PRESENZA)
----------------------------
In occasione dell'uscita in sala deIl profeta, ripubblichiamo l'incontro di Sentieri Selvaggi con il regista Jacques Audiard all'ultimo festival di San Sebastian
"Ci sono più sensi in cui si può intendere la parola profeta. Profeta è colui che reca la parola divina oppure, allo stesso, colui che anticipa, che annuncia qualcosa, un nuovo modello. Ecco per me, per noi, Malik El Djebena è soprattutto un nuovo modello d’individuo che fa il suo ingresso in una società. Il protagonista è qualcuno che non ha un’identità quando arriva in prigione, non ha una storia… eppure, a poco a poco, alla fine della film si arriverà al punto in cui egli ha scritto la propria storia e trovato la propria identità. Dapprincipio, quando arriva, per i corsi è un arabo e per gli arabi è un corso. Dunque è sempre definito dagli altri per ciò che non è. Se volessimo raccontare questa storia differentemente potremmo dire che Malik El Djebena è interpretato da Tahar Rahim, l’attore. Prima io non conoscevo Tahar Rahim come attore ma, alla fine, si rivela come tale. Ecco: egli diviene un’icona alla fine, come lo è diventato il personaggio del film. Ci sono più linguaggi nel film… ecco: se dovessi dire quale è la funzione del cinema, direi che è quella di gettare uno sguardo sul reale. Il cinema, in fondo, non esiste se non in rapporto al reale. Penso che a un certo punto il film sia una rappresentazione della società contemporanea. Non so come sia in Italia, ma in Francia quando si scende per strada si nota bene come non esista più una lingua di riferimento, ma esiste un mescolanza, una commistione che fa parte di noi. Ciò che mi interessava di questo progetto non era la prigione. Tutti i film sull’argomento, i prison movie, le serie TV come Prison Break, ecc…non mi interessava questo. Ciò che mi interessava della sceneggiatura, così come mi era stata presentata all’inizio, era il fatto che ci fossero degli arabi, dei corsi, dei neri… in definitiva ci fossero delle cose che io non conoscevo. Ecco, questo film mi ha permesso di scoprire cose che non conoscevo affatto. Gli attori arabi… Molti degli attori che recitano nel mio film hanno una piccolissima esperienza d’attore oppure non ne hanno alcuna. Per me è stata davvero una novità."
---------------------------- CORSO DI REGIA CINEMATOGRAFICA (IN PRESENZA)
----------------------------
-------------------------------------------------------------- IL N.13 DELLA RIVISTA CARTACEA BIMESTRALE DI SENTIERI SELVAGGI
--------------------------------------------------------------
---------------------------- OPEN DAY, QUADRIENNALE E TRIENNALE DI CINEMA, PRENOTATI!
----------------------------
---------------------------- CORSO DI RIPRESA VIDEO (IN PRESENZA)
----------------------------
In occasione dell'uscita in sala deIl profeta, ripubblichiamo l'incontro di Sentieri Selvaggi con il regista Jacques Audiard all'ultimo festival di San Sebastian
"Ci sono più sensi in cui si può intendere la parola profeta. Profeta è colui che reca la parola divina oppure, allo stesso, colui che anticipa, che annuncia qualcosa, un nuovo modello. Ecco per me, per noi, Malik El Djebena è soprattutto un nuovo modello d’individuo che fa il suo ingresso in una società. Il protagonista è qualcuno che non ha un’identità quando arriva in prigione, non ha una storia… eppure, a poco a poco, alla fine della film si arriverà al punto in cui egli ha scritto la propria storia e trovato la propria identità. Dapprincipio, quando arriva, per i corsi è un arabo e per gli arabi è un corso. Dunque è sempre definito dagli altri per ciò che non è. Se volessimo raccontare questa storia differentemente potremmo dire che Malik El Djebena è interpretato da Tahar Rahim, l’attore. Prima io non conoscevo Tahar Rahim come attore ma, alla fine, si rivela come tale. Ecco: egli diviene un’icona alla fine, come lo è diventato il personaggio del film. Ci sono più linguaggi nel film… ecco: se dovessi dire quale è la funzione del cinema, direi che è quella di gettare uno sguardo sul reale. Il cinema, in fondo, non esiste se non in rapporto al reale. Penso che a un certo punto il film sia una rappresentazione della società contemporanea. Non so come sia in Italia, ma in Francia quando si scende per strada si nota bene come non esista più una lingua di riferimento, ma esiste un mescolanza, una commistione che fa parte di noi. Ciò che mi interessava di questo progetto non era la prigione. Tutti i film sull’argomento, i prison movie, le serie TV come Prison Break, ecc…non mi interessava questo. Ciò che mi interessava della sceneggiatura, così come mi era stata presentata all’inizio, era il fatto che ci fossero degli arabi, dei corsi, dei neri… in definitiva ci fossero delle cose che io non conoscevo. Ecco, questo film mi ha permesso di scoprire cose che non conoscevo affatto. Gli attori arabi… Molti degli attori che recitano nel mio film hanno una piccolissima esperienza d’attore oppure non ne hanno alcuna. Per me è stata davvero una novità."
---------------------------- CORSO DI REGIA CINEMATOGRAFICA (IN PRESENZA)
----------------------------
-------------------------------------------------------------- IL N.13 DELLA RIVISTA CARTACEA BIMESTRALE DI SENTIERI SELVAGGI
--------------------------------------------------------------
---------------------------- OPEN DAY, QUADRIENNALE E TRIENNALE DI CINEMA, PRENOTATI!
----------------------------
---------------------------- CORSO DI RIPRESA VIDEO (IN PRESENZA)
----------------------------
"Ci sono più sensi in cui si può intendere la parola profeta. Profeta è colui che reca la parola divina oppure, allo stesso, colui che anticipa, che annuncia qualcosa, un nuovo modello. Ecco per me, per noi, Malik El Djebena è soprattutto un nuovo modello d’individuo che fa il suo ingresso in una società. Il protagonista è qualcuno che non ha un’identità quando arriva in prigione, non ha una storia… eppure, a poco a poco, alla fine della film si arriverà al punto in cui egli ha scritto la propria storia e trovato la propria identità. Dapprincipio, quando arriva, per i corsi è un arabo e per gli arabi è un corso. Dunque è sempre definito dagli altri per ciò che non è. Se volessimo raccontare questa storia differentemente potremmo dire che Malik El Djebena è interpretato da Tahar Rahim, l’attore. Prima io non conoscevo Tahar Rahim come attore ma, alla fine, si rivela come tale. Ecco: egli diviene un’icona alla fine, come lo è diventato il personaggio del film. Ci sono più linguaggi nel film… ecco: se dovessi dire quale è la funzione del cinema, direi che è quella di gettare uno sguardo sul reale. Il cinema, in fondo, non esiste se non in rapporto al reale. Penso che a un certo punto il film sia una rappresentazione della società contemporanea. Non so come sia in Italia, ma in Francia quando si scende per strada si nota bene come non esista più una lingua di riferimento, ma esiste un mescolanza, una commistione che fa parte di noi. Ciò che mi interessava di questo progetto non era la prigione. Tutti i film sull’argomento, i prison movie, le serie TV come Prison Break, ecc…non mi interessava questo. Ciò che mi interessava della sceneggiatura, così come mi era stata presentata all’inizio, era il fatto che ci fossero degli arabi, dei corsi, dei neri… in definitiva ci fossero delle cose che io non conoscevo. Ecco, questo film mi ha permesso di scoprire cose che non conoscevo affatto. Gli attori arabi… Molti degli attori che recitano nel mio film hanno una piccolissima esperienza d’attore oppure non ne hanno alcuna. Per me è stata davvero una novità."
---------------------------- CORSO DI REGIA CINEMATOGRAFICA (IN PRESENZA)
----------------------------
-------------------------------------------------------------- IL N.13 DELLA RIVISTA CARTACEA BIMESTRALE DI SENTIERI SELVAGGI
--------------------------------------------------------------
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti. Per maggiori informazioni è possibile consultare l'informativa. Cliccando su "Accetta Tutti" acconsenti all'uso di tutti i cookie. E' comunque possibile gestire le singole categorie di cookie mediante il punsante "Impostazioni Cookie".
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.