JAMESON DUBLIN FILM FESTIVAL – Il cinema italiano conquista Dublino

Al Jameson Film Festival accoglienza assai calorosa per i film italiani. Intervista a Gian Mario Feletti, produttore di Valzer

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Al Jameson Dublin International Film Festival si sono visti motli film italiani, da Saturno Contro di Fernan Ozpetek, a Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, La ragazza del lago di Andrea Molaioli e Valzer di Salvatore Maira. Proprio al termine di Valzer abbiamo incontrato uno il produttore Gian Mario Feletti giunto a Dublino per assistere alla proiezione del film lo scorso martedì.

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D. Come è nata l’idea di Valzer insieme al regista Salvatore Maira?

R. Salvatore è un regista bravissimo con cui avevo già lavorato in precedenza a un film sul teatro del settecento tra le corti italiane di Mantova, Cremona e Venezia. Questo è qualcosa di completamente diverso, una scommessa direi emozionante. Basti pensare che fino a tre giorni prima del termine delle riprese non eravamo riusciti a girare completamente l’ora e mezzo di film. Negli ultimi tre giorni abbiamo fatto dieci buone di cui ne sono state scelte quattro. Tra queste quattro il regista ha scelto questa che abbiamo visto qui oggi.

 

D. Quindi quanti giorni in definitiva sono serviti per girare l’intero film?

R. Abbiamo lavorato una settimana intera con gli attori come a teatro. Poi una settimana con la camera e un’ulteriore settimana di vere riprese. In tutto tre settimane.

 

D. Perchè un film di questo tipo, in un unico piano sequenza?

R. E’ stata soprattutto una sfida dal punto di vista artistico, tecnico e di produzione. Abbiamo occupato la troupe per poco tempo e siamo riusciti a mantenere i costi estremamente bassi. Voleva essere il racconto di un’ora e mezza di vita quotidiana che come si può vedere riesce a cambiare le vite delle persone in essa coinvolte. Un’ora e mezza è lo stesso tempo del film. Ecco il motivo della scelta. Certo sia gli attori che la troupe sono caricati di enormi responsabilità. Ogni errore ti fa tornare da capo. Hanno lavorato due operatori contemporaneamente: uno più grande per le riprese alte e negli spazi e uno più piccolo per entrare per esempio nell’ascensore. Poi ce n’era anche un terzo che faceva da ponte quando ci si scambiava la macchina da presa. Come gli aerei in volo quando fanno rifornimento per capirci.

 

D. Questo film ha gia’ ricevuto importanti riconoscimenti, quando lo vedremo anche nelle sale italiane?

R. Il film ha vinto due importanti premi a Venezia l’anno scorso, poi ha vinto a Tokyo e a Palm Springs. In Italia lo potremo vedere verso marzo, aprile di quest’anno.

 

Michelangelo Felicetti
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