Javier Bardem: il corpo tra sovversione, ambiguità e desiderio

Tra le rivelazioni del nuovo cinema spagnolo, Javier Bardem si è affermato nel panorama cinematografico internazionale con la sua poderosa fisicità. Da macho a gay, da sbirro a paraplegico, il corpo di Bardem è un segno osceno che ha costruito un personaggio vivo e pulsante: l'espressione carnale di un essere al mondo nel contempo tragico e grottesco

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Corpo del desiderio su cui viene inciso il primato assoluto delle passioni, Javier Bardem non interpreta ma è l'homo eroticus del nuovo millennio. Materia vibrante, corpulenta e sanguigna, Bardem ha infatti attraversato, grazie alla sua poderosa fisicità, lo stereotipo del macho cinematografico e ne ha fatto un personaggio a tutto tondo, espressione di un sentire al contempo tragico e gioioso, incarnazione di un ambiguità capace di produrre continue metamorfosi dello sguardo, a tal punto da divenire oggetto del desiderio per entrambi gli universi sessuali, quello maschile e quello femminile. Affermatosi in pochi anni tra gli interpreti più originali del nuovo cinema spagnolo, Javier Bardem ha rinnegato così, con il predominio del corpo, la sua lunga discendenza da grandi attori impostasi con il recit nel panorama teatrale e cinematografico iberico, dai nonni, Rafael Bardem e Matilde Munoz Sampedro, alla madre Pilar Bardem, allo zio regista Juan Antonio Bardem, ai fratelli Carlos e Monica. E del resto, per questo attore, la fisicità ha sempre avuto un ruolo predominante.

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Nato il 1 maggio 1969 a Las Palmas de Gran Canaria, a sei anni prende parte alla serie televisiva El picaro e, dopo alcune apparizioni all'interno di spot pubblicitari, a tredici anni entra nella selezione spagnola di rugby e pratica molto la boxe e il body building. In seguito, la sua passione per il disegno lo porta a frequentare la Scuola delle Arti e Mestieri, mentre qualche anno più tardi deciderà di unirsi a un gruppo teatrale indipendente con cui mette in scena due spettacoli che riscuotono un discreto successo di pubblico: El medico a palos e El sombrero de tres picos. Ma non conosciamo molto di più di quel periodo della sua vita, sappiamo solo che Bardem, convintosi a seguire le orme della sua dinastia, parte alla volta degli Stati Uniti per studiare recitazione. Non è stato però Hollywood a scoprirlo, bensì il regista catalano Bigas Luna che in quegli anni aveva cominciato fare del sesso la sua unica ossessione tematica, l'epicentro drammatico da cui scaturiva ogni sorta di riflessione (politica, culturale e sociale) sulla Spagna degli anni Novanta. Nasce così, per una sorta di comune "affinità elettiva" per il corpo, l'incontro tra Bardem e Luna che nel 1990 produce Le età di Lulù (Las edades de Lulù, 1990) in cui Bardem s'impone con una piccola ma significativa parte che mette subito in evidenza le sue enormi potenzialità. Un ruolo, quello di un gay dedito al sesso a pagamento e al sadomasochismo, che alimenta con le sue prestazioni (dirette o indirette) il voyeurismo di borghesi/e affascinati dal sesso, quale "luogo" preferenziale attraverso cui ritrovare il proprio naturale impulso alla vita. Il sesso come esplorazione di sé e dell'altro, quindi, strumento attraverso cui affermare, con l'estasi del piacere, la propria identità, il proprio essere nel mondo, gioioso e trasgressivo, in controtendenza con una società mirante alla normalizzazione dei propri istinti e alla loro canalizzazione all'interno dei rigidi schemi familiari e istituzionali.

Ma il sesso, come in quasi tutti i film di Bigas Luna di quegli anni, ha anche un'altra faccia oscura ed è proprio quella che Bardem incarna: quella di un luogo votato allo scacco esistenziale, al fallimento sentimentale e alla perdita di sé che scatena in maniera quasi peckinpahiana gli istinti primordiali più lesivi della vita e della dignità umana. Ed ecco che Bardem da oggetto desiderante e del desiderio, si trasforma in soggetto di morte, carnefice voglioso che uccide con l'impeto delle sue mani nude un travestito colpevole solo di voler "salvare" la sua amica Lulù (Francesca Neri). Dopo questa prova d'attore, la collaborazione tra Bardem e Luna proseguirà ancora con altri tre film, che apporteranno ad entrambi un successo commerciale e professionale. Si tratta di una sorta di trilogia del sesso di cui Bardem, ad eccezione del terzo, è assoluto protagonista: Prosciutto Prosciutto (Jamòn Jamòn, 1992), Uova d'oro (Huevos de oro, 1993) e La tetta e la Luna (La teta y la luna, 1994). Tre pellicole di cui l'attore ispanico o meglio il suo corpo costituiscono l'indiscutibile filo conduttore e in cui il suo essere sessuato e sessuale si configura quale elemento allo stesso tempo tragico e grottesco. Bardem incarna infatti (soprattutto nei primi due film) il macho arrogante, impulsivo, prepotente che usa il suo sesso consapevolmente per affermarsi, arricchirsi, riscattarsi dalla sua condizione sociale d'origine e assicurarsi il potere sulle cose e sulle persone. Ma anche questa volta si tratta di una chimera e la sua irresistibilità fisica va di pari passo con la sua perdizione, quasi come se il suo fallo, ostentato, osannato, ricercato, bramato e pagato sia anche il segno pulsante di una maledizione che prima o poi lo rifarà ricadere in basso, in una sorta di condizione primitiva che lo vuole perdente (Uova d'oro) o comunque colpevole (Prosciutto Prosciutto).

Diverso è invece l'aspetto che Almodòvar sa cogliere di questo attore. Senza sottrarre nulla della sua componente fisica, il grande Pedro trasforma questo ambiguo "animale da letto", segnato da una duplice sessualità (omo ed etero) e da un duplice destino (ascesa e discesa), in una creatura univoca la cui passionalità però cresce in maniera direttamente proporzionale alla sua mutilazione fisica. Dopo una piccola apparizione in Tacchi a spillo (Tacones Lejanos, 1991), Javier Bardem, in Carne Tremula (1997), viene privato dell'uso delle gambe e interpreta il ruolo di un poliziotto integerrimo finito sulla sedia a rotelle nel tentativo di salvare una donna (di nuovo una splendida Francesca Neri). Ma nel corso del film il suo personaggio (che oltretutto è un campione di basket a cui «gli dice bene anche quando gli dice male») subisce numerose metamorfosi: da seduttore ad amante, da voyeur ad angelo vendicatore che scatena una tragedia coniugale, fino a confinarsi nel ruolo del marito rinnegato capace di perdonare e chiedere perdono come ultimo grande atto d'amore. Senza dubbio il personaggio più intenso di quegli anni che ha catalizzato su Bardem l'attenzione della critica spagnola, la quale non mancherà di colmarlo dei maggiori riconoscimenti, tra cui numerosi Goya. Dopo aver recitato in altre pellicole in patria, tra cui spiccano Tra le gambe (Entre las piernas, 1999), il secondo girato con Manuel Gòmez Pereira dopo Boca a boca nel 1995, e Seconda pelle (Segunda piel, 1999) di Gerardo Vera , dove torna a vestire i panni ambigui di un omosessuale coinvolto in un triangolo amoroso, Javier Bardem è protagonista del suo primo film americano Prima che sia notte (Before Night Falls, 2000) diretto da Julian Schnabel. Dopo 17 film spagnoli, questa è la pellicola della sua consacrazione, quella che gli fa vincere la Coppa Volpi alla 57esima Mostra del Cinema di Venezia come miglior attore e che, per la prima volta nella storia del cinema, fa guadagnare a un interprete spagnolo la sua prima nomination agli Oscar. Un ruolo, quello dello scrittore cubano realmente esistito Reinaldo Arenas, che l'ha appassionato profondamente («mi sono innamorato della parte, questo personaggio ha tutto: humour, amore, paura, sesso, cervello e cuore») e che sembra costituire la summa poetica di tutti i suoi personaggi. Incarnando Arenas, Bardem attraversa tutta la gamma di ruoli da lui fino ad adesso interpretati, balzando dal registro tragico a quello comico con una naturalezza disarmante. Arenas è un gay ma è anche un macho (proprio come il Raoul di Prosciutto Prosciutto) e, stranamente, questi due elementi non stridono tra di loro ma vengono inglobati armonicamente in un unico corpo. Ancora una volta, un suo personaggio vive una parabola discendente, ma questa volta il suo sesso, per quanto pulsione dionisiaca e urlo di rivolta anticastrista, è fin da subito un'arma dalla doppia lama che prima lo denigra, poi lo emargina, infine lo uccide.

Corpo d'attore su cui negli anni si definiscono in maniera sempre più tragica le tracce della passione carnale e amorosa, Bardem nel 2002 sembra destinato ad essere inglobato nello star system hollywoodiano, proprio come il suo conterraneo Antonio Banderas. In questi giorni esce infatti nelle sale italiane Danza di sangue (The Dancer Upstairs, 2002), esordio alla regia per l'attore John Malkovich: un film drammatico ambientato in Perù ispirato a un fatto realmente accaduto. E' il secondo lungometraggio girato negli Stati Uniti e Bardem interpreta di nuovo il ruolo di un uomo di passioni: un poliziotto innamorato di un insegnante di danza coinvolto in un torbido omicidio…

 


LINK


Sito in spagnolo dedicato a Javier Bardem
www.el-mundo.es/especiales/2001/01/cultura/javier_bardem/

Sito su Javier Bardem in francese
www.allocine.fr/personne/fichepersonne_gen_cpersonne=16228.html

Sito ufficiale di Bigas Luna
www.tallerbigasluna.com/

Sito ufficiale di Pedro Almodòvar
www.clubcultura.com/clubcine/clubcineastas/almodovar/

Sito ufficiale di Before Night Falls
www.before-night-falls.com/frameset.html

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