Je ne suis pas une princesse: Eva Ionesco dirige Isabelle Huppert
Esce in Francia il 29 giugno My Little Princess di Eva Ionesco, presentato a Cannes 64 nella sezione speciale per il 50° anniversario della Sémaine de la Critique. La Ionesco, oggi 45enne e al suo esordio come regista, ha voluto Isabelle Huppert nei panni di Irina Ionesco, sua madre, artista franco-rumena
Esce in Francia il 29 giugno My Little Princess di Eva Ionesco, presentato a Cannes 64 nella sezione speciale per il 50° anniversario della Sémaine de la Critique. La Ionesco, oggi 45enne e al suo esordio come regista, ha voluto Isabelle Huppert nei panni di Irina Ionesco, sua madre, artista franco-rumena che nei primi anni '70, quando Eva aveva circa 4 anni, iniziò a ritrarla in una serie di immagini erotiche in bianco e nero sofisticate, ambigue e inquietanti.
Compare poi nei softcore (questi, invece, di dubbio valore artistico) Spermula (1976) e Maladolescenza (1977), e in altri titoli da poco (se si esclude L'inquilino del terzo piano di Roman Polanski) per approdare infine alla scuola per attori Amandiers, diretta da Patrice Chéreau e Pierre Romans.
La questione è riassunta benissimo da Greg Fallis, editor del collettivo artistico Utata, che in un ottimo articolo di presentazione delle opere scriveva: "Sono meno turbato dai ritratti che Ionesco ha realizzato della figlia, che dalla sua decisione di consentirle di essere fotograta per una rivista come Penthouse e apparire in film softcore. Secondo me, la prima è una decisione artistica, la seconda è una decisione economica. Allo stesso tempo, devo ammettere che la decisione economica ha permesso a Eva Ionesco di frequentare una scuola molto esclusiva e costosa. A distanza di tempo, è impossibile determinare se questa esperienza abbia danneggiato Eva in qualche modo."
Oggi Eva Ionesco esce allo scoperto, e nelle interviste rilasciate a Cannes definisce la sua infanzia una stagione di violenza, anche se il suo film non vuole essere una disamina psicologica dei suoi rapporti con la madre: la sua prima preoccupazione non è stata fare cronaca, ma raccontare una storia, e ha cercato di coltivare il distacco per non obbligare lo spettatore ad assumere una posizione moralistica.
Tra i riferimenti cita piuttosto alcuni il cinema muto fantastico e alcuni b-movies, oltre ai film di Mario Bava e a Omicidio a luci rosse di Brian de Palma.
In My Little Princess (o Je ne suis pas une princesse – scritto dalla Eva Ionesco con la collaborazione di Philippe Le Guay e Marc Cholodenko, lo sceneggiatore preferito di Philippe Garrel) convergono le dimensioni del racconto magico tradizionale, sia dal punto di vista del sogno che da quello dell'incubo:
"Ho trovato che le convenzioni della fiaba rispecchiassero perfettamente lo sviluppo dei miei personaggi. C'è una madre divoratrice che ama sua figlia e la consuma quasi al punto di ucciderla. Ma doveva essere una storia semplice e lineare, perchè rischiavo sempre di sconfinare nello psicodramma. Scrivere di argomenti intimi, paradossalmente, non dà più liberta. C'è sempre il pericolo che i sentimenti personali prevalgano sull'immaginazione. Non chiamerei il mio lavoro 'autofiction', perchè mi sono sforzata di decentrare me stessa. Non volevo essere nel film, ad esempio. La domanda da porsi è: sono la persona migliore per raccontare la mia storia?". Così la Ionesco in un'intervista rilasciata a Nisimazine.
Anche la colonna sonora di Bertrand Burgalat è basata su un'atmosfera che richiama il fantastico, grazie anche all'uso del mellotron, molto usato negli anni '70.
"È vero che il mio film può essere inteso come una riflessione sui limiti dell'arte, ma non intendevo affrontare solo questo argomento" spiega la Ionesco. Il progetto nasce 10 anni fa, ma è restato a lungo irrealizzato per mancanza di finanziamenti.
Questa la storia: una bambina che cresce con la nonna rumena, Mamie emigrata in Francia, e sua madre, Hannah (la Huppert) fotografa eccentrica mantenuta dal pittore Ernst (interpretato da un'altra grande icona del cinema francese: Denis Lavant) che decide di fare della giovanissima figlia il soggetto principale delle sue opere.
Il personaggio della nonna, Mamie (Georgetta Leahu) è particolarmente importante: "Mamie è devota solo alle sue icone religiose, Hannah alle sue immagini. Questo è il modo in cui affrontano le personali rappresentazioni del sacro e della devozione, e questo è ciò che unisce le tre generazioni di donne che racconto nel film. Ma quando Mamie muore, tutto degenera: lei proteggeva Violetta come le vecchie signore nei racconti di fate."
Nel cast anche Jehtro Cave (giovane modello e figlio del re Inchiostro Nick) Pascal Bongard (13 Tzameti) e Louis Do de Lencquesaing (visto di recente ne L' Apollonide, Polisse e Jeanne Captive, tutti a Cannes 64, lo vedremo anche in Talk Show di Giannoli).
Eva Ionesco aveva sempre desiderato di lavorare con Isabelle Huppert, per lei l'unica attrice in grado di incarnare letteralmente una letteratura erotica:
"È un'icona che può trasformarsi in diverse donne, l'unica che può interpretare un'intellettuale eppure così feroce e velenosa, e renderla credibile. Mi affascinava e mi spaventava, e corrispondeva perfettamente al personaggio di Hannah: una donna che vive nelle immagini. Una persona dispotica che fotografa, ma non vede". La Huppert è vestita e pettinata nello stile delle icone dell'epoca d'oro di Hollywood, con Bette Davis come punto di riferimento, e il suo appartamento è stato riempito di specchi per sottolineare il narcisismo del personaggio.
Racconta la regista: " Volevo un ambiente in cui perdersi, che fosse insieme una casa, un bordello, ma anche un luogo in cui la morte è molto presente. Una sorta di santuario, che è anche la tomba di Hannah, che la occupa come il vampiro vive nella sua bara nei film."
Per il delicato ruolo della protagonista, la giovane attrice chiamata a interpretare Eva da bambina, la regista ha fatto un casting di quattro mesi e visto più di cinquecento ragazzine, fino a scegliere Anamaria Vartolomei, esordiente rumena di 10 anni e mezzo. La Vartolomei è stata seguita da uno psicologo e non compare mai nuda nel film; per aiutarla a calarsi nel ruolo le sono stati mostrati Lolita di Stanley Kubrick, Zazie nel metrò di Louis Malle e alcune foto originali che Irina Ionesco scattò alla figlia.
Qui di seguito il trailer, e nella nostra gallery tutte le foto e alcune foto di Irina Ionesco.
Se rimosso, il trailer è visibile anche qui e qui. Due clip dal film qui e qui