Jean-Pierre Melville in rassegna al Palazzo Delle Esposizioni
La retrospettiva, che si intitola L’ultimo samurai, si terrà dal 27 febbraio al 30 marzo, e proporrà l’intera filmografia del cineasta, nonché titoli contemporanei che ne hanno subito l’influenza

Si terrà a partire dal prossimo 27 febbraio presso il Palazzo Esposizioni di Roma una rassegna dedicata al cinema di Jean-Pierre Melville dal titolo L’ultimo samurai. Sarà quindi possibile per gli appassionati riscoprire tutti i lungometraggi del regista francese, dagli inizi del 1947 con Il silenzio del mare all’ultima opera, Notte sulla città, del 1972. Oltre però all’intera filmografia del cineasta, saranno proiettati film che hanno dialogato in qualche modo con il cinema di Melville. Ecco quindi spiegata la presenza all’interno della rassegna di capolavori del noir americano classico, tra cui Giungla d’asfalto di John Huston o Strategia di una rapina di Robert Wise, tra le influenze principali di film come I senza nome o Frank Costello faccia d’angelo. A completare la lista dei titoli riproposti dal Palazzo Esposizioni, anche alcuni lungometraggi di registi contemporanei che hanno subito il fascino delle opere di Jean-Pierre Melville e le cui immagini sono state influenzate dal cinema del cineasta: su tutti Le iene di Quentin Tarantino e Heat – La sfida di Michael Mann, che chiuderà la retrospettiva il 30 marzo.
L’ultimo samurai si svolgerà quindi dal 27 febbraio alle ore 20.00 proprio con Frank Costello faccia d’angelo. Il film del 1967, prima di diverse collaborazioni tra il regista e Alain Delon, avrebbe creato un nuovo tipo di antieroe, ricalcato successivamente da autori come Jim Jarmusch (Ghost Dog), Nicolas Winding Refn (Drive) o più recentemente David Fincher (The Killer). Nel mese successivo gli spettatori avranno però la possibilità di riscoprire altre opere di Jean-Pierre Melville oggi meno diffuse, come Bob il giocatore, Le jene del quarto potere o il film bellico L’armata degli eroi. Il 12 marzo sarà inoltre proiettato l’unico lungometraggio di un altro autore che vede il cineasta davanti alla macchina da presa, ovvero Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard.
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