Alla metà degli anni ’80 Jem, la bambola della Hasbro dai capelli rosa fluo, diventa la protagonista di una serie animata di grande successo, Jem & The Holograms, e una vera e propria icona pop per le ragazzine dell’epoca, che si identificavano nella timida Jerrica che grazie a Sinergy, un potentissimo computer in grado di generare ologrammi lasciatole in eredità dal padre, riusciva a realizzare ogni suo desiderio e a trasformarsi nell’esuberante Jem, una pop star così brillante da infiammare il palcoscenico, risollevare le sorti della sua casa discografica e sconfiggere a colpi di chitarra elettrica le perfide Misfits.

Nella nuova Jem però è rimasto ben poco del cartone animato dai colori sgargianti di trent’anni fa perché Jon M. Chu ha preferito creare un personaggio completamente nuovo, attuale, molto più vicino ai giovani di oggi che a quelli degli anni ’80, puntando sull’identificazione delle nuove generazioni più che sull’effetto nostalgia per la serie animata. Alcuni elementi del cartone animato però tornano anche qui, infatti Jem non è altro che Jerrica Benton, un’ orfana che vive con la sorella Kimber e le sorelle adottive Aja e Shana in una casa famiglia in California, adora cantare ma è troppo timida per esibirsi in pubblico. Un giorno però la sua vita cambia completamente grazie a un video di una sua performance pubblicato su youtube dalla sorella, che in poche ore ottiene migliaia di visualizzazioni e la trasforma in una star del web. Il video di Jerrica viene subito notato da una una famosa casa discografica, che le offre un contratto stellare a patto che continui a mantenere segreta la sua identità e rinunci a suonare con le sue sorelle. Il palcoscenico in cambio della vita. E stavolta non ci sono ologrammi e magie abbastanza potenti da risolvere la situazione, e tutto è affidato all’umanità di Jerrica e alla sua libertà di scegliere il proprio destino.

Jon M. Chu infatti elimina completamente dalla storia della pop star dai capelli rosa l’elemento magico che caratterizzava la serie anima, limitandosi a sostituire il generatore di ologrammi Sinergy con un omonimo robot che ha sembianze di Wall-E e ben pochi poteri magici sulla vita di Jerrica, se non quello di risvegliare i suoi ricordi e indicarle la strada giusta da seguire. Jem e le Holograms infatti è un racconto di formazione più che un’avventura a tinte fluo, che esplora le contraddizioni dell’adolescenza, la costruzione dell’identità personale e la dicotomia tra ciò che si è e ciò che si vuole essere. In questo senso il film è più vicino alle serie tv per ragazzi degli ultimi anni come Hannah Montana, Violetta, Lizzie McGuire – Da liceale a popstar, che alla serie animata a cui si ispira, e non a caso mantiene una linea narrativa leggera, così leggera però da non caratterizzare in alcun modo il personaggio Jerrica/Jem, affidandola all’oblio ancora prima di raggiungere le luci della ribalta. Jon M. Chu svuota il suo Jem e le Holograms dell’estetica anni ’80 della serie animata, della magia, della musica e del fascino che aveva questa incredibile pop star, ma nonostante il tentativo di sostituire tutto questo con elementi squisitamente, non riesce a creare qualcosa di nuovo, e a trasformare la timida Jerrica in un personaggio talmente abbagliante da conquistare il palcoscenico, né tanto meno il mondo del cinema. 

Titolo originale: Jem and the Holograms

Regia: Jon M. Chu

Interpreti: Aubrey Peeples, Stefanie Scott, Aurora Perrineau, Hayley Kiyoko, Ryan Guzman, Molly Ringwald

Distribuzione: Universal

Durata: 118′

Origine: Usa 2015