Jodie Foster contro Allen e Polanski: a che punto siamo

In occasione di una lunga intervista per il trentesimo anno de Il silenzio degli innocenti, l’attrice ha rilasciato delle dichiarazioni molto simili a quelle della sua collega di set Kate Winslet.

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Settembre 2020: escono le dichiarazioni di Kate Winslet su Woody Allen e Roman Polanski, fanno il giro del mondo, creano dibattito. L’attrice si scaglia contro i due mostri sacri del cinema, entrambi accusati nel corso degli ultimi anni di violenze sessuali avvenute per Allen negli anni ’90, per Polanski negli anni ’70. Dopo aver tralasciato questo aspetto durante la presentazione alla stampa di La ruota delle meraviglie dove aveva definito entrambi “registi incredibili”, nell’intervista dello scorso settembre rilasciata a “Vanity Fair” ha invece dichiarato: “Per me è incredibile che quegli uomini siano tenuti in considerazione nell’industria del cinema e per tutto questo tempo. È vergognoso. E mi prendo la responsabilità di aver lavorato con entrambi. Non posso tornare indietro. Sono presa dal rimorso ma almeno posso parlarne con sincerità”.

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Febbraio 2021: Jodie Foster, che con la Winslet e Polanski ha condiviso il set di Carnage, nel corso di una lunga e articolata intervista si apre al New York Times riguardo ai due registi. L’attrice americana si è dedicata di più al regista di Chinatown, dal momento che con Woody Allen ha lavorato soltanto in un piccolo ruolo in Ombre e nebbia nel 1991.

“Io penso che puoi guardare ai film di Polanski e Allen e rimanere in soggezione per via del loro talento. Questo non significa necessariamente che le persone che hanno realizzato quelle opere non debbano affrontare le conseguenze” ha spiegato così la Foster la sua idea riguardo la scissione fra l’opera d’arte e l’artista. Ha continuato dicendo: “Me lo lasci dire: ho girato un film con Woody Allen trent’anni fa. Un ruolo di forse tre minuti e mezzo. Dunque non ho molti pensieri su di lui.”

Mentre sul regista di Carnage ha appunto dichiarato: “Polanski, sì, quella è una scelta che potrei rivedere. Credo – e probabilmente lei sarebbe d’accordo – che se qualcuno commette un crimine e sconta la pena pattuita poi merita di essere messo in grado di tornare al lavoro. Se qualcuno segue la legge, a prescindere da ciò che potrebbe aver fatto in passato, se ha seguito il processo della redenzione, questo deve essere preso in considerazione. Non sono certa che questo discorso possa essere applicato a Polanski. Ma è tutto ciò che ho da dire a riguardo”.

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