John De Leo e i Jazzabilly Lovers: un debutto sperimentale ma classico

Si chiama Tomato Peloso l’album di debutto del nuovo progetto di Leo e riadatta alcuni classici anni ’50, da Presley a Gene Vincent, mescolando jazz, rockabilly e blues. Con un paio di collaborazioni

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Non mi accadde nulla che anche tuo non sia stato, si legge sul retro della copertina di Tomato Peloso, nuovo album di John De Leo e dei Jazzabilly Lovers, e sembra quasi una dichiarazione d’amore. Verso la musica degli anni ‘50, che di queste nove tracce è la colonna portante? O verso la pura ed eterna passione del gruppo per il rock e il jazz? Probabilmente entrambe, perché Tomato Peloso si confronta con il passato con audacia e sicurezza e lo trasforma, portandolo verso nuovi orizzonti.

Il progetto nasce da un’idea di De Leo – ex cantante dei Quintorigo, reduci da una reunion per i 25 anni del singolo che li rese famosi nel 1999, Rospo – e del contrabbassista Stefano Senni, entrambi originari della Romagna. I due hanno poi coinvolto Enrico Terragnoli alla chitarra elettrica, Fabio Nobile alla batteria e Franco Naddei al sound design, formando i Jazzabilly Lovers, un gruppo che con questo primo album afferma con decisione la propria voglia di sperimentare ed esplorare generi, sound, sensazioni. Molti dei brani sono infatti riproposizioni di classici, da Elvis Presley (Blue Suede Shoes, Love Me Tender, Elvis Daimon) a John Coltrane (Resolution) e Gene Vincent (Be bop a Lula). I Jazzabilly Lovers li reinventano totalmente, mescolando jazz, rockabilly e blues.

Ecco quindi che in Blue Suede Shoes la chitarra elettrica di Enrico Terragnoli inserisce elementi di noise, mentre Be bop a Lula viene scomposta e inframmezzata da Resolution, creando contrasti inaspettati. Il tutto mettendo al centro la versatilità della voce di John De Leo, che rappresenta come sempre uno dei propri punti di forza maggiori dell’album: il cantante si destreggia tra vocalizzi e falsetti e alterna registri bassi e alti con assoluta disinvoltura, diventando un vero e proprio strumento e creando, insieme a Terragnoli, Nobile e Senni, armonie complesse e mai banali.

In Tomato Peloso trovano però spazio anche brani originali come Jazzability e Wrong Song Magic, che dimostrano tutto il talento del gruppo, e collaborazioni: la voce di De Leo dialoga con la tromba di Paolo Fresu in una delle interpretazioni più delicate dell’album, Love Me Tender, per poi farsi accompagnare dalle note del pianoforte di Rita Marcotulli nella rivisitazione di Stormy Weather. Con questo album John De Leo si conferma quindi il Mike Patton italiano, dimostrando ancora una volta il suo spirito di avventuriero ed esploratore e di essere uno dei più importanti artisti del jazz contemporaneo, italiano e non solo.


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