Karate Kid: Legends, di Jonathan Entwistle

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Il nuovo capitolo dell’universo Karate Kid ripropone la struttura del primo film. L’intero primo atto è parecchio debole e si ravviva solo con l’arrivo di Jackie Chan

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A distanza di più di quarant’anni dal primo film, l’universo Karate Kid si arricchisce di un nuovo capitolo che prosegue le vicende della saga cinematografica e della fortunata serie Netflix Cobra Kai. Karate Kid: Legends è un legacy sequel con l’obiettivo di rimettere in scena le dinamiche che hanno fatto la fortuna del franchise creando un film che può essere apprezzato sia dai fan della prima ora che dalle nuove generazioni che ignorano i primi film e che da adesso hanno il loro Karate Kid.

Siamo a Okinawa, Giappone, nel 1986. In una scena di Karate Kid II il Maestro Miyagi racconta a Daniel di quel suo parente che si era ritrovato a imparare l’arte del kung-fu in Cina, creando così un prezioso ponte tra due discipline dando vita al Miyagi Do. “Due rami dello stesso albero”, la famiglia Han e la famiglia Miyagi.

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Oggi Mr. Han (Jackie Chan) è uno stimato maestro di kung-fu a Pechino. Nella sua scuola, dove il mantra è “metti il giacchetto, togli il giacchetto”, il corrispettivo della “cera” di Miyagi, si allena con grande passione un ragazzo, Li Fong (Ben Wang). A seguito della morte del fratello, Li Fong deve trasferirsi a New York con la madre, la quale gli proibisce in modo assoluto di dedicarsi alle arti marziali. Una sera Li entra dentro la pizzeria gestita da Victor (Joshua Jackson), un vecchio pugile italiano ora perseguitato da uno strozzino, dove conosce sua figlia Mia (Sadie Stanley). Li stringe un forte rapporto con Victor e Mia e decide di aiutarli a sistemare i debiti mettendosi contro gli spietati combattenti della palestra Demolition (la nuova Cobra Kai) tra cui Conor (Aramis Knight), ex di Mia e perfetto villain della storia. L’occasione perfetta per rimettere tutto a posto è il premio messo in palio per il vincitore del torneo di karate in strada 5 Boroughs, ma Li avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile, da entrambi i rami dell’albero, il kung-fu di Mr. Han e il karate di Daniel LaRusso (Ralph Macchio), il primo Karate Kid.

Karate Kid: Legends segue in tutto e per tutto la struttura del primo film; un ragazzo solo e un po’ sfigato in una nuova città, un dojo maledetto, una bella ragazza da conquistare e un bullo da sconfiggere per vincere un torneo di karate. L’intero primo atto è parecchio debole e poco incisivo, in quanto la scoperta del microcosmo newyorchese viene affidato al gironzolare casuale dei due ragazzi e alle solite dinamiche liceali. Più simile a un film in stile gemelle Olsen o Lizzie McGuire che a un Karate Kid. Anche la preparazione all’incontro di boxe di Joshua Jackson, il Pacey di Dawson’s Creek, sembra assolutamente fuori contesto, nonostante sia sempre divertente assistere a un pugile suonato e italiano di Brooklyn che sale sul ring per dimostrare di farcela ancora. Il vero punto di svolta è l’arrivo in città del mitico Jackie Chan, è qui che il film si accende sul serio, nel momento in cui si ricrea la dinamica mentore-allievo che ha da sempre contraddistinto il franchise. Ma in questo capitolo i mentori sono due perché, oltre a Mr. Han, arriverà dalla California Daniel LaRusso, ormai sensei e erede del Maestro Miyagi. Le sequenze del duro allenamento del ragazzo e i continui botta e risposta tra i due maestri sono tra i momenti più divertenti del film, forse l’unica vera idea innovativa alla base della storia.

Karate Kid: Legends strizza l’occhio ai vecchi fan con continui easter egg, omaggi e riferimenti, aggiungendo ben poco all’universo della saga, a parte la nascita del primo Karate Kid asiatico e l’ambientazione newyorchese; più hip-hop, vicoli, grattacieli e una fotografia più fredda rispetto a quella dai toni caldi californiani. La regia di Jonathan Entwistle gioca sull’azione videoludica alla Street Fighter per quanto riguarda i combattimenti e si abbandona a lunghe dronate metropolitane davvero non necessarie. I personaggi femminili restano figurine sullo sfondo e i “cattivi” non sono altro che individui capaci solo di odiare, senza alcun tipo di approfondimento e caratterizzazione. Non un sequel memorabile ma tutto sommato divertente, capace di lanciare un nuovo giovane eroe asiatico erede figurato del maestro Jackie Chan.

Titolo originale: id

Regia: Jonathan Entwistle
Interpreti: Ben Wang, Jackie Chan, Ralph Macchio, Joshua Jackson,
Sadie Stanley, Shaunette Renée Wilson, Ming-Na Wen, Aramis Knight, Wyatt Olef

Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 94′
Origine: USA, 2025

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
Sending
Il voto dei lettori
3 (1 voto)

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