KARLOVY VARY 43 – Karloff e Lugosi, rarità dell'horror inglese

the-dark-eyes-of-londonPresentato nella sezione Midnight Screenings dedicata dall’International Film Festival di Karlovy Vary all’horror inglese dal 1936 al 1968, The Dark Eyes of London è il primo film della storia del cinema inglese che fu classificato come “H” (Horrific), certificato di censura che ne impediva la visione a un pubblico al di sotto dei sedici anni. Era il 1939. Il film, diretto da Walter Summers era interpretato dal grande Bela Lugosi,

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the-dark-eyes-of-londonThe Dark Eyes of London è il primo film della storia del cinema inglese che fu classificato come “H” (Horrific), certificato di censura che ne impediva la visione a un pubblico al di sotto dei sedici anni. Era il 1939. Il film, diretto da Walter Summers (proveniente da una famiglia d’attori di teatro, egli stesso attore bambino e poi, dopo la prima guerra mondiale, sceneggiatore di film muti prima di iniziare una carriera come regista, definendosi workman), e interpretato da Bela Lugosi, al suo secondo lungometraggio inglese, è stato presentato nella sezione Midnight Screenings dedicata dall’International Film Festival di Karlovy Vary all’horror inglese dal 1936 al 1968 (in tutto sette capolavori: oltre a The Dark Eyes of London, Dead of Night di Basil Dearden, Alberto Cavalcanti, Robert Hamer e Charles Crichton, del 1945; Dracula di Terence Fisher, del 1958; The Innocents di Jack Clayton, tratto da Giro di vite di Henry James, del 1961; The Man Who Changed His Mind di Robert Stevenson, futuro regista di Mary Poppins, del 1936; Peeping Tom di Michael Powell, del 1960; Witchfinder General di Michael Reeves, del 1968, l’ultimo film di una breve filmografia e vita spezzata da un’overdose nel 1969).

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-the-man-who-changed-his-mindCon The Man Who Changed His Mind, horror che vede Boris Karloff scienziato impegnato in esperimenti di teletrasporto prima tra scimmie e poi tra esseri umani, The Dark Eyes of London è il titolo più raro della breve e magnifica retrospettiva. In una Londra stilizzata negli stereotipi, nel grigio, nella nebbia e nella notte, cadaveri vengono ritrovati nel fiume, mentre dietro l’apparente dimora di un istituto per ciechi, dove si consumano, alla visione d’oggi, vere e proprie scene cult, agisce, in doppia, insospettabile veste, il dottor Feodor Orloff (Bela Lugosi, impeccabile nel suo impassibile gioco ipnotico di sguardi), agente d’assicurazione e benefattore di quella casa di carità. In realtà responsabile delle atroci morti, omicidi compiuti gettando dalla finestra del laboratorio dell’istituto i corpi sui quali in precedenza si era accanito per torture e esperimenti. Una stanza e una finestra con vista sul fondale di Londra che non possono ora non ricordare il set dei delitti del barbiere di Sweeney Todd. Più che un horror, The Dark Eyes of London è, a distanza di quasi settant’anni, un’indagine poliziesca con istanti di commedia, nella relazione fra i detective inglesi e quello americano, e fra i personaggi maschili e quelli femminili, e il racconto di un malessere ben evidenziato dalla figura del servo deforme (una sorta di Frankenstein cieco interpretato da Wilfred Walter), che alla fine si ribella al vero mostro presunto scienziato decretandone la sua fine.

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