Nel quarto episodio di WandaVision, vero atto fondante della fase 4 del Marvel Cinematic Universe, un personaggio minore delle fasi precedenti torna in scena per cercare di aiutare a capire qualcosa di più sui deliri sempre più pericolosi di Scarlet Witch. Parliamo di Darcy Lewis che già dal trailer di presentazione era stato salutata con molto affetto dai numerosi fan. Non solo perché finalmente sappiamo chi stesse guardando in tv le avventure da sit-com di Wanda ma perché siamo aggiornanti sulla fittizia biografia della simpatica amica di Jane Foster. Darcy in WandaVision è infatti diventata un’astrofisica dopo lo stage con Erik Selvig nei primi due film di Thor, ed è stata arruolata dallo S.W.O.R.D. per studiare il fenomeno della “bolla”.

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Anche se al momento non sembra che farà un’apparizione nel quarto Thor: Love and Thunder di Taika Waitit, il ritorno della scienzata nerd ci permette di fare il punto sulla sua interprete. Sulla carriera di Kat Dennings sembra infatti ancora aleggiare come una spada di Damocle un “what if” di stampo, naturalmente, marvelliano. Katherine Victoria Litwack, questo il suo vero nome, ha rappresentato sin da giovanissima un mix di fascino e talento potenzialmente esplosivo. Un fisico da pin-up curvy orgogliosamente rivendicato, una simpatia strabordante e dai tempi comici ancora più incisivi dato che scaturiscono da un viso straordinariamente bello, una voce roca e graffiante simile nei toni a quella delle più quotate Emma Stone e Jennifer Lawrence, una presenza nel mondo dell’audiovisivo che parte da lontanissimo, dagli esordi da bambina in diverse pubblicità. Debutta infatti nell’episodio “Eterne ragazzine” della terza stagione di Sex and the City, continua a lavorare per la televisione comparendo in episodi di diverse serie televisive di successo come Senza traccia, Perfetti ma non troppo e CSI: Scena del crimine. Ancora ragazzina, tiene regolarmente un blog dal gennaio 2001 fino al 20 febbraio 2010 sul suo sito web, passando solo nel 2010 al video blogging su YouTube per pubblicare pensieri intimi e video autoironici. Nel frattempo la sua ascesa nel mondo dell’audiovisivo continua a piccoli passi: nel 2004, in Nata per vincere, film con protagonista Hilary Duff riesce infatti a farsi notare nei panni di Sloane, la depressa pianista rivale. L’anno successivo ha un piccolo ruolo in 40 anni vergine, di Judd Apatow che le permette di mostrare per la prima volta sullo schermo le sue doti comiche. Nel 2008 arriva finalmente la prima grande occasione: il ruolo da protagonista nel film Nick & Norah – Tutto accadde in una notte, diretto da Peter Sollett. Anche se il film cavalcava senza particolari guizzi l’ondata delle commedie romantiche indie di quegli anni alla Juno, il ruolo eponimo di Norah sembra marcare il definitivo passaggio da teen star ad attrice adulta. Seguono però alcune interpretazioni salutate da un successo modesto: da Il mistero della pietra magica, del Robert Rodriguez più acchiappa-famiglie all’ambizioso ma irrisolto dramma Daydream Nation. Così ecco che Dennings accetta dal 2011 al 2017 di diventare co-protagonista insieme a Beth Behrs della sitcom che probabilmente rappresenterà la sua gabbia dorata d’attrice: la serie tv 2 Broke Girls.

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Sarebbero bastate scelte scelte di casting appena diverse (la commedia horror Suburban Gothic rimane purtroppo unica puntata in un genere che l’avrebbe potuto molto valorizzare, come nel caso di Alexandra D’Addario) o molto più probabilmente una maggiore dose di coraggio nel lasciare prima il ruolo che le ha dato il successo maggiore – quello appunto dell’esuberante Max Black nella serie scritta e prodotta da Michael Patrick Kin – a farne una star di livello mondiale. Come ha ammesso lei stessa nel 2017 riguardo la cancellazione alla sesta stagione delle vicende delle lavoratrici del Williamsburg Diner: “Alla fine, volevo solo bruciare quell’uniforme da cameriera. Non che ci sia qualcosa di sbagliato nello spettacolo. Ne sono molto orgogliosa. Ma andando avanti, avevo bisogno di fare qualcosa che fosse l’esatto opposto. Avrei interpretato un cadavere rianimato se avessi potuto“. Non aveva invece avuto bisogno di arrivare a livelli così macabri nel 2011 con Thor, di Kenneth Branagh e nel 2013 con Thor: The Dark World, di Alan Taylor quando aveva accettato di entrare nel mondo Marvel interpretando la stagista Darcy Lewis, spalla comica della sua altra grande amica Natalie Portman con la quale condivide un non facile rapporto con le sue origini ebraiche. Si tratta dell’ennesimo piccolo ruolo del cinema, un passo indietro oramai definitivo che se da una parte conferma il suo talento dall’altro la imbriglia nel ruolo di caratterista, simpatica ma non capace di reggere da sola la scena. Il suo ultimo lavoro è la serie tragicomica Dollface, appena rinnovata per una seconda stagione su Hulu, che la vede nei panni di Jules, una giovane donna devastata quando il suo fidanzato di lunga data la lascia improvvisamente. Ed è davvero un peccato che una donna così particolare, praticante allo stesso tempo meditazione trascendentale ma anche capace di difendere Billie Eilish da recenti vergognosi attacchi di body-shaming (“Ero esattamente come lei alla sua età – ha raccontato durante un’intervista – e vi assicuro che ho passato un periodo terribile”), sia rimasta ai margini dello star-system. Che WandaVision possa allora rappresentare per lei quello che il blip di Thanos ha significato per tanti personaggi Marvel coinvolti: un nuovo inizio.

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