Kathryn Bigelow risponde alle critiche del Pentagono
La regista di The Hurt Locker e Zero Dark Thirty risponde alle critiche delle amministrazioni USA contro A House of Dynamite, ricordando che lei ricerca la verità e l’immedesimazione dello spettatore
“Se il film è stato in qualche modo un catalizzatore per quella conversazione e quel dialogo più ampi, questo è uno dei motivi per cui l’abbiamo realizzato: innescare quel tipo di dialogo.”
Sono queste le parole che Kathryn Bigelow sceglie per rispondere all’Hollywood Reporter quando le chiede una dichiarazione sulle reazioni del Pentagono al suo nuovo film. Perché A House of Dynamite alle amministrazioni degli Stati Uniti d’America non è piaciuto, e lo hanno criticato aspramente soprattutto per come le difese antimissilistiche statunitensi sono dipinte: “I risultati sono molto, molto buoni, e il programma è destinato a crescere nel prossimo decennio”, con un’accuratezza del 100%.
Nonostante le dure parole contro la sua opera, Bigelow non si è mostrata turbata, anzi, era contenta che si potesse instaurare un dialogo. Assieme a lei, durante l’intervista, era presente anche lo sceneggiatore Noah Oppenheim, che si è espresso con serena lucidità. Infatti, all’accusa del Pentagono di non aver consultato i loro professionisti, Oppenheim ha dichiarato: “Credo si possa affermare con certezza che chi non presta servizio nel governo sia spesso più libero di esprimere la propria opinione e di fornire un quadro accurato, piuttosto che cercare di promuovere un programma specifico.”
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Un’affermazione in accordo con la regista, che si ritiene soddisfatta delle ricerche svolte: “Consultare tutti gli esperti che abbiamo contattato è la cosa migliore da fare. Abbiamo avuto consulenti tecnici straordinari per questo film, e sono stati la nostra stella polare.”
Inoltre, questa non è la prima volta che i suoi lavori suscitano critiche. Come per The Hurt Locker, sulla guerra in Iraq, apprezzato dai veterani per l’interiorità del suo protagonista ma disapprovato per le strategie militari sul campo. O come Zero Dark Thirty, sull’uccisione di Osama Bin Laden, anch’esso criticato dai funzionari della Casa Bianca.
Sulle critiche rivolte alla propria filmografia, Kathryn Bigelow ha una sola risposta: “Dico solo la verità. In questo film, tutto ruota attorno al realismo e all’autenticità. Lo stesso vale per Zero Dark Thirty e per The Hurt Locker, anche se quest’ultimo era ovviamente un’opera di fantasia, e anche A House of Dynamite lo è”.
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