Kung Fu Panda 3, di Alessandro Carloni e Jennifer Yuh

Consapevole di puntare su un cavallo sicuro, la Dreamworks con Kung Fu Panda 3 si inserisce nella scia della pellicola precedente, ricostruendone il concept, senza nessun coraggio narrativo.

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Le avventure del simpatico panda Po sono arrivate al terzo (conclusivo?) capitolo, nel quale il nostro eroe è chiamato, per l’ennesima volta, a lottare per difendere i propri cari e il destino delle arti marziali. Consapevole di puntare su un cavallo, commercialmente, sicuro, la Dreamworks con Kung Fu Panda 3 si inserisce nella scia del successo della pellicola precedente, ricostruendone fedelmente il meccanismo narrativo e il concept. Sono lontani, ormai, i tempi della novità del primo fenomenale capitolo. La leggerezza di una storia di formazione genuinamente classica e il gusto citazionista dell’affascinante mondo wuxia hanno, ormai, lasciato il posto alla matematica riproposizione di situazioni e personaggi, con lo schema manicheo Bene contro Male, mostrato senza alcun dubbio o sfumatura. Se Kung Fu Panda 2, nonostante i suoi limiti di libertà creativa, ha dalla sua un villain riuscito (un malvagio pavone costruito totalmente sull’interpretazione del doppiatore Gary Oldman) e i commoventi flashback sull’origine di Po, qui tutto il racconto si perde dentro il desiderio ostentato di costruire una perfetta macchina da incassi. Le gag surreali e slapstick sembrano, infatti, prive d’inventiva e passione, gettate alla rinfusa nella storia solo per confermare un presunto brand-Kung Fu Panda. A farne le spese, tra tutti, è la prova di Jack Black sempre più incatenato in un personaggio che, pur conservando in parte il suo carisma comico e la sua divertente natura di nerd/outsider, si sta lentamente sciogliendo in una stanca e poco coraggiosa prevedibilità. Da questo punto di vista, dunque, per Po sembra quasi essere più calzante la prova vocale onesta ma piatta di Fabio Volo che quella di un Black privato di ogni possibilità di essere se stesso. L’aver costretto la pellicola dentro i binari di un comodo “già visto”, depotenzia pure i momenti narrativi più riusciti ed emotivi, come il bel rapporto tra il protagonista e i suoi due padri, il papà adottivo e il ritrovato papà biologico (situazione che, in Italia, ha creato una ridicola e pretestuosa polemica). Puntando al successo economico piuttosto che alla coerenza del messaggio, Kung Fu Panda 3 perde il confronto con il meraviglioso Zootropolis della Disney e profetizza la discesa irreparabile di una saga destinata ad una “piacevole” mediocrità.

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Titolo originale: id.
Regia: Jennifer Yuh, Alessandro Carloni
Voci: Jack Black, Distin Hoffman, Randall Duk Kim, Angelina Jolie, Lucy Liu, Jackie Chan, Seth Rogen, Bryan Cranston, Rebel Wilson, J. K. Simmons
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 95′
Origine: Usa 2016

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