La bella stagione, di Marco Ponti
Una commovente passeggiata lungo il viale del ricordo, alla ricerca dei trucchi di una magica compagine di amici. Sezione Fuori Concorso / Ritratti e Paesaggi. In sala dal 28 novembre al 1° dicembre
Avete ricordo di quando, ancora bambini, pregavate i vostri genitori di portarvi al circo o alla fiera di paese solo per poter assistere al fantomatico spettacolo di magia? Ricordate il momento in cui, terminata l’esibizione, volgevate lo sguardo sognante a mamma e papà, chiedendo come avesse fatto quello strano signore a tirar fuori conigli da un cappello?
“È un segreto” ascoltavate rispondervi. “Un vero mago non svela mai i propri trucchi”.
“Avevano una luce negli occhi” Roberto Mancini e Gianluca Vialli; La stessa visibile sui volti di Pagliuca, Nuciari, Pellegrini, Pari, Mannini, Vierchowod e di ognuno dei protagonisti di La bella stagione, nuovo lungometraggio di Marco Ponti – tratto dall’omonimo libro – presentato nella sezione Fuori Concorso / Ritratti e Paesaggi del 40° Torino Film Festival. La medesima luce del bambino che attende, trepidante, che la magia si compia.
Il coup de théâtre raccontato da Ponti in “90 minuti più recupero” appartiene però al passato. E i prestigiatori sono gli stessi gemelli del gol che oltre trent’anni fa (stagione 1990-1991) trasformarono in realtà il sogno dell’intero popolo blucerchiato, rendendosi autori, assieme ai propri compagni, della gloriosa cavalcata che consegnò alla Sampdoria il primo e unico scudetto della sua storia.
Il regista ci accompagna per mano in una commovente passeggiata lungo il viale del ricordo, andando a svelare i “trucchi” della formazione di quella Doria e ingrassare la tradizione calcistico-nostalgica recentemente arricchita da Stavamo bene insieme e Er gol de Turone era bono. Riaffiorano voci, immagini, ricostruzioni di match decisivi; riemergono la follia trascinante del brasiliano Cerezo e le indimenticabili massime del “poliziotto, maestro e amico” Vujadin Boškov – “Sampdoria è come bella ragazza che tutti vogliono baciare” – in una ininterrotta dialettica tra presente e passato, fra interviste realizzate ad hoc e materiale di repertorio.
Lo sguardo di Ponti non si arresta però di fronte all’incanto della bella stagione coronata dal titolo. L’occhio del cineasta penetra e indaga la fallibilità umana degli “eroi” blucerchiati che furono e, trascurando forse il “contenitore” Genova – per lo più ridotta a cartolina di sfondo – diviene memoria di cadute e dolorose frizioni interne, non mancando di descrivere il sogno infranto della Coppa Campioni ’92 – persa contro il Barcellona di Rambo Koeman – e i tristi addii che le fecero eco e che, di fatto, posero fine alla favola di un irripetibile gruppo di amici.
A pubblico e regista rimane infine solo il tempo di un ultimo scatto in avanti, di un ellissi temporale di alcuni lustri. Fino al Roberto Mancini allenatore di club e Ct della nazionale, alle lacrime della malattia di Gianluca Vialli, e a quella magica notte di Wembley datata 11 luglio 2021. A quel risarcimento dal profumo europeo coronato nell’emozionante abbraccio tra i gemelli; di nuovo insieme, dopo trent’anni, con la stessa luce negli occhi.
“Non puoi impedire a un bambino di sognare”.
Regia: Marco Ponti
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 95′
Origine: Italia, 2022
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Il voto dei lettori
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