La cena delle spie, di Janus Metz

Un progetto sulla carta interessante a cui manca però una chiara impronta cinematografica. Non bastano un cast di tutto rispetto e ricercate atmosfere di contrasti cromatici. Su PrimeVideo.

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Una cena per ricordare il passato. Due vecchi amici, o meglio, due vecchi amanti rievocano, in un lussuoso ristorante della costa californiana, i bei tempi andati. Tempi in cui Henry Pelham e Celia Harrison lavoravano uno accanto all’altra nell’ufficio della CIA, presso l’ambasciata americana a Vienna. In quegli anni, tra i due scoppia un grande amore che, però, travolto dagli avvenimenti, deve interrompersi bruscamente. Tra le avvolgenti luci del tramonto e l’atmosfera rassicurante dai toni caldi, un bicchiere di vino dopo l’altro, i due si ritrovano dopo dieci anni in un’apparente rimpatriata tra ex. Eppure, fin dalle prime battute, è chiaro che l’incontro tra i vecchi innamorati sia più uno scontro, o meglio, un interrogatorio tra vecchie spie.

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Janusz Metz, dopo Borg McEnroe, ritorna a quello che è, a tutti gli effetti, un match a due. In palio non ci sono né gloria né prestigio ma la volontà di svegliarsi da un incubo formato da sensi di colpa e rimpianti per le proprie scelte passate, in campo lavorativo e sentimentale. Tratto dal romanzo omonimo di Olen Steinhauer La cena delle spie, attraverso un impianto narrativo fatto di flashback affrontati da diversi punti di vista, intesse una storia nella quale convivono la dirompente passione del dramma sentimentale e le misteriose atmosfere della spy story.

Ma si parlava di senso di colpa. Infatti, la costruzione della vicenda parte da questo duplice rimpianto in cui la storia d’amore tra Henry e Celia non è altro che il riflesso della Storia contemporanea. Il loro “amore mancato” rievoca metaforicamente il senso di colpa, pesante come un macigno, di cui l’America (ma sarebbe più corretto scrivere l’occidente) sente tutto il peso piombarle addosso. Le guerre in Iraq e Afghanistan, la rete di controspionaggio creata durante la guerra in Cecenia sono solo alcuni esempi di scelte geopolitiche sbagliate, il terrorismo è solo l’ultimo pezzo di domino che si ritorce contro l’Occidente, schiantandocisi contro. Nel film di Metz, l’ultimo tassello è rappresentato da una strage di passeggeri innocenti (datata 2012) sul volo reale giordano 127, dirottato da una cellula terroristica di matrice islamica. Tre cifre ripetute dai due protagonisti per tutta la durata della pellicola, tre cifre che sembrano rimandare a quel 9/11, impiantato nella memoria collettiva da più di 20 anni.

Ed è proprio attraverso il cinema che il regista danese tenta di analizzare questa rottura all’interno delle coscienze occidentali. Il dramma collettivo è raccontato attraverso gli occhi di due innamorati che si staccano, si allontanano. Non basta l’Amore con la A maiuscola a sanare la ferita del volo 127, causa diretta di scelte singole e politiche scellerate, entrambe dettate esclusivamente dal proprio tornaconto personale.

Sulla carta ci sono tutte le condizioni per un progetto interessante e coinvolgente ma è proprio dal punto di vista cinematografico che La cena delle spie delude. La (ri)costruzione dell’immagine svolta dai protagonisti, attraverso i flashback in cui vengono rievocati i drammatici attimi del dirottamento, non restituisce la potenza e l’intensità tragica che richiederebbe un’operazione di questo tipo. In questo senso, è proprio nelle sequenze ambientate nel passato che si crea uno scollamento tra immagine, emozioni e ricordi. Il cast d’eccezione (Chris Pine, Thandie Newton, Laurence Fishburne, Jonathan Pryce) e le atmosfere create ad arte che giocano sui contrasti cromatici non bastano. Quello che più di tutto manca a La cena delle spie è una chiara impronta cinematografica. Col passare dei minuti, il più che solido impianto narrativo è condannato alla monotonia delle inquadrature che sembrano ripetersi una dopo l’altra. Metz lascia timidamente tracce della sua impronta all’interno di un film che risulta sempre anonimo e artificiale.

Titolo originale: All the Old Knives
Regia: Janus Metz
Interpreti: Chris Pine, Thandie Newton, Laurence Fishburne, Jonathan Pryce, Corey Johnson, Orli Shuka
Distribuzione: Prime Video
Durata: 101′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
3.33 (15 voti)
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