La conseguenza, di James Kent

Un mélo che guarda al passato dal romanzo di Rhidian Brook, soffocato dal suo lirismo e appesantito dai dettagli. Con i tre protagonisti decisamente sottotono, in particolare Keira Knightley

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Le fotografie, gli oggetti. In un mélo che guarda già al passato: la guerra, i lutti, la felicità perduta. Dal romanzo L’alba del mondo di Rhidian Brook, La conseguenza è l’esemplare prototipo calligrafico. Con uno sguardo verso il dramma bellico inglese degli anni ’40 – anche Powell e Pressburger nello scarto tra il cinema di guerra e la dimensione privata – e il documentario televisivo su cui il regista James Kent si è formato.

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Ambientato ad Amburgo nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il film vede protagonista Rachel (Keira Knightley) che raggiunge il marito Lewis (Jason Clarke), un comandante dell’esercito inglese, incaricato di ricostruire la città tedesca distrutta dai bombardamenti. Vanno ad abitare in una lussuosa villa ma devono convivere con i vecchi proprietari, l’architetto tedesco Stefan Lubert (Alexander Skarsgård) e sua figlia Freda (Flora Thiemann) che guarda con ostilità i nuovi ospiti. All’inizio l’atmosfera è carica di tensione. Poi però il dolore che unisce Rachel e Stefan si trasforma in una spinta per cercare di cambiare vita.

Un cinema studiato nel dettaglio per mettere a fuoco passione e tradimento, compassione e perdono. Ancora uno sguardo nella Storia nel cinema di James Kent dopo Testament of Youth (2014), con Alicia Vikander, che si svolgeva durante la Prima Guerra mondiale. Ma il percorso è estremamente prevedibile. Non soltanto nella progressione narrativa. Ma anche nei movimenti di macchina, nel gioco di luci dove quella chiara, quasi celestiale del passato, irrompe nell’oscurità del presente. Come i flashback di Rachel con il figlio. Con la musica onnipresente di Martin Phipps che sottolinea i momenti-chiave. E un lirismo compiaciuto che brucia i momenti-chiave. Come nella scena di Rachel al piano che esegue Chiaro di luna di Debussy e la figlia Freda che la raggiunge. Prima le gira le pagine dello spartito. Poi suona con lei.

La parte decisamente più carente di La conseguenza riguarda però lo sguardo sulla città distrutta e l’ostilità tra gli inglesi e i tedeschi. Con uno scontro al Quartier Generale e un inseguimento nel bosco dopo un tentativo di attentato. E per mostrare i residui della tragedia, vengono anche mostrati i teschi sotto terra. Come per combinare il cinema sulla Shoah e il dramma sentimentale. Che ingabbia soprattutto Keira Knightley in una tipologia di personaggio da cui ultimamente non riesce più a uscire. E anche Alexander Skarsgård e Jason Clarke appaiono come depotenziati. Un finto cinema dalla scrittura solida che cerca il lirismo a tutti i costi. E che finisce per sprofondare. Con il peso dei suoi esibiti dettagli.

 

Titolo originale: The Aftermath
Regia: James Kent
Interpreti: Keira Knightley, Jason Clarke, Alexander Skarsgård, Flora Thiemann, Jannik Schümann
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Durata: 109′
Origine: Usa/Gran Bretagna 2019

 

 

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