"La famiglia omicidi" di Niall Johnson

Johnson dipinge un garbato acquerello intorno agli attori, giocando di contrappunto con le morbidezze della country life e le improvvise tempeste passionali, sferzanti e torride come temporali estivi.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Sorprende che il progetto de La famiglia omicidi, un film che sembra nato per confermare ogni pregiudizio critico sulla black comedy inglese, sia in realtà una produzione americana finita in Cornovaglia per economia. Peccato: calato in un'ambientazione americana, l'umorismo nero che permea il soggetto di Richard Russo avrebbe trovato il giusto risalto senza bisogno di appoggiarsi allo stereotipo, senza venire a patti con la propria crudeltà. Al centro della vicenda, le frustrazioni di una famigliola arroccata in una microcomunità rurale. La moglie Gloria (Kristin Scott Thomas), trascurata sessualmente dal marito vicario Walter Goodfellow (Rowan Atkinson), se la fa con il maestro di golf Patrick Swayze; la figlia Holly se la fa con tutti, il figlio Petey subisce le prepotenze dei bullies.  A risolvere la situazione penserà la nuova governante Grace (Maggie Smith), una tata Matilda che non indugia ad sopprimere chi osa sabotare l'idillio familiare: l'amore per pochi si nutre dell'odio per molti. "Le vie misteriose di Dio", oggetto della temuta conferenza del reverendo Goodfellow, possono condurre alla felicità attraverso tappe impreviste e poco ortodosse, tra cui la violenza e l'omicidio.  Saremmo in odore del solito paradigma sulla borghesia britannica, ma fortunatamente il puro divertissement si impone su ogni pretesa critica sociale. Questa neutralizzazione dell'elemento polemico, più o meno sostanziale alla tradizione di riferimento (le commedie della Ealing Studios), non è tuttavia compensata dalla vena comica di Mister Bean e né da altre linee direttrici in grado di catalizzare le conflittualità del plot. Johnson dipinge un garbato acquerello intorno agli attori, giocando di contrappunto con le morbidezze della country life (titolo di un manuale sfogliato senza convinzione dalla moglie: una sorta di metafora del film) e le improvvise tempeste passionali, sferzanti e torride come temporali estivi. Ma tale compostezza, non appoggiata dal rigore di una messa in scena piuttosto anonima, finisce per chiudere ogni linea di fuga e lasciare tutto in superficie: non a caso, la scena più divertente è la partita di calcio in cui la gestualità di Atkinson, portiere imbranato, si trova incagliata nelle reti di un gioco che non gli appartiene.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Titolo Originale: Keeping Mum


Regia: Niall Johnson


Interpreti: Rowan Atkinson, Kristin Scott Thomas, Maggie Smith, Patrick Swayze


Distribuzione: 01 Distribution


Durata: 103'


Origine: Gran Bretagna 2005

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative