Internet e la rete sono uno spazio infinito? La risposta è no. Almeno questo è quanto sostiene l'autorevolissima fonte che risponde al nome di Vinton Cerf, ideatore dell'intricato e geniale sistema degli indirizzi IP, su cui si regge il web.
Infatti, il numero sempre più strabordante di utenti presenti in internet (ormai 2 miliardi di persone), farà sì che gli indirizzi IP termineranno approssimativamente (secondo i calcoli dell'azienza Hurricane Electric) alle 4 di notte del 2 febbraio prossimo. Dando vita a quella che è stata ribattezzata l'Ipcalypse, gioco di parole fra IP e apocalypse (apocalisse in inglese).
Le conseguenze? Un rallentamento evidente in certi casi, quando due o più pc dovranno sfruttare lo stesso indirizzo IP.
La soluzione però c'è, spiega Cerf. Il problema tecnico nasce da un errore di valutazione dello stesso Cerf e del suo staff. Nel momento della creazione del modello IPv4, datato 1980, ogni apparecchio collegato al web è contraddistinto da una serie numerica come "191.168.0.1". Ogni blocco di cifre ha un valore massimo di 255 che dà vita a 4,3 miliardi di combinazioni possibili. Essendo inizialmente un esperimento, si pensava che quei 4,3 miliardi potessero bastare. Ma internet, in trent'anni, si è espanso più del previsto. Infatti, già negli anni '90, è nato il modello IPv6 che garantirebbe nuova linfa IP. Tutto sta a passare al nuovo modello, operazione che dovrà subire una brusca accelerata, ma che non può essere giocoforza un processo così immediato. (fonte: repubblica.it) (r.m.)

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