LA FOTO DEL GIORNO – 26° Torino Film Festival

Parte venerdì 21 novembre la 26a edizione del Torino Film Festival, seconda diretta da Nanni Moretti. Apre W. di Oliver Stone, con Josh Brolin mentre le retrospettive saranno dedicate a Roman Polanski, Jean-Pierre Melville e alla British Renaissance. Tra gli ospiti ci saranno Oliver Stone, Peter Del Monte, Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Salvatore Piscicelli, Claudio Caligari, Paolo Virzì, Tonino De Bernardi, Luciano Emmer, Zeudi Araya, Kohei Oguri, Koji Wakamatsu, Roman Polanski, Emmanuelle Seigner, Jerzy Skolimowski, Marina Zenovich, Sydne Rome; Bill Forsyth, Michael Radford, Pat o’Connor e Michael Palin. E il cinema del futuro è sempre ne La Zona

--------------------------------------------------------------
CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
IL NUOVO #SENTIERISELVAGGI21ST N.17 È ARRIVATO! in offerta a soli 13 euro

--------------------------------------------------------------

Le sezioni di questa edizione:

 

TORINO 26 – CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI (Miglior film, euro 25.000; Premio speciale della Giuria, euro 10.000; Premio per la migliore attrice e il migliore attore) è la sezione principale del Festival, dedicata alla ricerca e alla scoperta dei nuovi autori del cinema contemporaneo, rivolta in particolare alla valorizzazione e al confronto del cinema indipendente di ogni latitudine e paese, senza preclusioni di generi e linguaggi, aperta perciò anche ai documentari. Quest’anno saranno in concorso 15 lavori, di cui 8 opere prime.

 

FUORI CONCORSO, in equilibrio tra ricerca e spettacolo, tra autorialità e tendenza, tra finzione e documentario, la sezione si propone come sintesi degli spunti cinematografici più significativi dell’anno. A Torino si avvicenderanno, in anteprima italiana, europea o mondiale, 22 film di genere ed esemplari della produzione d’autore, mode e anticipazioni, provocazioni e omaggi. Senza preclusioni né verso il cinema spettacolare né verso la ricerca rigorosa, e con un’attenzione costante e particolare al lavoro più recente dei registi che sono stati importanti nella storia del Festival e, in generale, del cinema indipendente di ogni paese. Fra i titoli selezionati: Er shi si cheng ji di Jia Zhang Ke (24 City, Cina, 2008, 107’), dove oggetto del racconto è uno dei luoghi simbolo della Cina di Mao, la fabbrica: qui però la ‘Fabbrica 420’ deve essere demolita per fare posto a un complesso residenziale di lusso dal nome appunto di ’24 City’: in quella che potremmo definire una docu-fiction, si alternano le testimonianze reali di cinque operai e quelle di finzione di tre donne, interpretate da Joan Chen, Zhao Tao e Lv Liping; The Edge of Love di John Maybury (UK 2008, 110’), la passione e l’intensità del leggendario poeta Dylan Thomas attraverso la vita delle due donne che ha amato: la cantante Vera Phillips, interpretata da Keira Knightley (qui al suo debutto anche come cantante), e la moglie Caitlin Thomas, interpretata da Sienna Miller. Tratto dal romanzo di David Thomas (A Farm, Two Mansions and a Bungalow), il film vede anche la partecipazione di Cillian Murphy, nel ruolo del marito di Vera, e di Matthew Rhys in quello di Dylan Thomas; Filth and Wisdom di Madonna (UK 2008, 81’), il debutto dietro la macchina da presa della pop star più famosa al mondo che sceglie di raccontare la storia di tre amici alle prese con i loro sogni e la dura realtà della Londra odierna. Nel ruolo del protagonista – A.K. che viene dall’Ucraina e sogna di diventare famoso con la sua band – c’è Eugene Hütz, leader della ‘gipsy-punk-rock’ band dei Gogol Bordello, anche loro coinvolti nel film; Katyn di Andrzej Wajda (Polonia 2007, 118’ – distr. Movimento Film): da uno dei maestri del cinema europeo il racconto, in parte autobiografico, del massacro di Katyn in Polonia durante la Seconda guerra mondiale, ovvero l’uccisione di migliaia di civili e soldati polacchi da parte delle truppe di Stalin all’epoca dell’alleanza con Hitler. Anche il padre di Wajda, ufficiale dell’esercito polacco, morì in quell’eccidio che l’esercito sovietico non volle riconoscere fino al 1990, attribuendolo ai nazisti; Wendy and Lucy di Kelly Reichardt (Usa 2008, 80’). Portland, Oregon: diretta in Alaska, Wendy perde la cagna Lucy. Dopo Old Joy, (presentato nel 2005 al Torino Film Festival) Kelly Reichardt si conferma regista attenta ai movimenti sussurrati dei sentimenti; e guarda al paesaggio con un’umiltà commovente e rara. Un inno all’amore, malinconico e essenziale. Con Michelle Williams nel ruolo della protagonista.   

 

LO STATO DELLE COSE è una sorta di ‘contenitore’ destinato ogni anno a un contenuto diverso e intende fare il punto su idee e costanti emergenti nell’immaginario cinematografico contemporaneo. Può trattarsi di volta in volta di una cinematografia nazionale che si afferma, di un genere che risorge con improvvisa vitalità, o di un “tema” che accomuna cineasti diversi, come quest’anno la politica. Fra i titoli selezionati, in anteprima internazionale: A nap utcai fiúk (The Sun Street Boys, Ungheria – Serbia 2007, 89’) di György Szomjas che racconta i fatti del ’56 in Ungheria con garbo e leggerezza, attraverso la vicenda di tre ragazzi di Budapest, fra carri armati e molotov, il rock di Elvis e le barzellette anti regime; Religulous di Larry Charles (Usa 2008, 101’): dal regista di Borat, qui aiutato da Bill Maher, celebre umorista politico americano, un altro viaggio attraverso gli States e molti altri paesi per un’inchiesta sulle assurdità delle confessioni religiose. Tra interviste e incontri, dalla Chiesa dei camionisti al Vaticano, nessuno si salva dal loro scetticismo ironico. In anteprima europea, Di madre in figlia di Andrea Zambelli (Italia 2008, 82’): tra gli anni ‘40 e gli anni ‘60 sono state mondine, sugli stessi campi di riso. Si ritrovano oggi, con una vitalità indomita, e cominciano a ricordare e a cantare. Finché nasce un coro, che lavora con una band di giovani, sulla musica popolare. I loro racconti, la loro civetteria, la loro spontaneità, il loro tour in America, dove comunicano nonostante la lingua. Sono forze della natura. Prodotto da Davide Ferrario. La proiezione del film sarà seguita dall’esibizione del “Coro delle mondine di Novi”. Inoltre in anteprima italiana: Le feu, le sang, les etoiles di Caroline Deruas Garrel (Francia 2008, 15’): una mamma e una bambina a Parigi assistono sgomente alla vittoria elettorale della destra, nel 2007. Poi, insieme al nonno, decidono che non lasceranno che i loro sogni vengano divorati. Interprete e regista: Caroline Deruas, compagna di Philippe Garrel. Con lei, Lena e Maurice Garrel (la bambina e il nonno). Un inno alla vita, nonostante la morte delle speranze. Mai 68, la belle ouvrage di Jean-Luc e Loic Magneron (Francia 2008, 117’): cosa successe in quelle notti del maggio 68 in cui a Parigi i giovani si scontrarono con la polizia? Lo documentò dal vivo Jean-Luc Magneron, in una serie di interviste a dimostranti, passanti, testimoni casuali. L’opera non vide mai la luce, fino a quando suo figlio Loic non ha ripreso in mano e composto i materiali: una testimonianza accorata che richiama molte violenze successive. 14 in tutto i titoli proposti.

 

 

LA ZONA inaugurata lo scorso anno, conferma e rafforza la sua caratteristica di essere la sezione in cui l’istinto di ricerca del TORINO FILM FESTIVAL si concentra nei territori del cinema meno allineato alle traiettorie convenzionali. Con una selezione di 34 opere di vario metraggio, LA ZONA offre un panorama intenso e variegato del cinema attuale, muovendosi alla ricerca di autori giovani ed emergenti, mentre coltiva passioni e personalità già consolidate e fondamentali nello scenario internazionale. È il caso di Tonino De Bernardi, che inaugura la sezione col suo nuovo lungometraggio in anteprima mondiale, Pane / Piazza delle Camelie, (Italia 2008, 97’) film a doppio corpo, che tra la Toscana e la periferia romana di Centocelle fa riecheggiare Dumas e Rilke, Mozart e Aznavour. Ma è anche il caso del grande Raoul Ruiz, di cui viene proposto, in anteprima italiana, il gotico balzachiano Nucingen Haus (Francia/Cile 2008, 94’); e di Luciano Emmer, che torna al festival dopo la memorabile retrospettiva del 2004 per presentare, in anteprima mondiale, la sua Trilogia: il Sapere, lo Sguardo, la Parola (Italia 2008, 60’). E ancora all’interno de LA ZONA, un omaggio a Ken Jacobs, tra i maestri del cinema strutturalista americano dei ’70, di cui sono presentate le nuove opere, The Scenic Route (Usa 2008, 25’) e Return To the Scene Of the Crime (Usa 2008, 93’) , assieme al suo capolavoro del ’69 Tom Tom the Piper’s Son; inoltre la retrospettiva dedicata al grande regista giapponese Kohei Oguri, che, in oltre venticinque anni di carriera, ha diretto solo cinque film, ma tutti accolti e premiati sulla scena internazionale. Cantore placido e acuto della realtà giapponese, raccontata a partire dalle angosce del tardo dopoguerra per arrivare, nei suoi film più recenti, alla defilata docilità di un Giappone contemporaneo sospeso tra l’onirico e il realistico, Oguri si è guadagnato una Nomination all’Oscar per il Miglior Film Straniero (col suo esordio, Muddy River, 1981), un Gran Premio della Giuria e un Premio FIPRESCI a Cannes (The Sting of Death, 1990) e numerosi altri riconoscimenti. Kohei Oguri accompagnerà a Torino la sua retrospettiva.

 

INTERNAZIONALE.DOC è la nuova sezione del Torino Film Festival dedicata al cinema documentario proveniente da tutto il mondo, che si colloca accanto allo storico concorso italiano, oggi italiana.doc. La nascita della nuova sezione non competitiva istituzionalizza così l’interesse storico del festival per il documentario, alla luce della crescente quantità e qualità dei lavori che ogni anno vengono prodotti. Uno spazio nuovo, additivo, che non sarà né contenitore-raccoglitore dei film documentari, che continueranno a essere presenti in modo trasversale in tutte le sezioni del festival, né compilazione generalista del “meglio di”. INTERNAZIONALE.DOC vuole essere spazio privilegiato e puntuale di riflessione sulle tante possibili forme del cinema documentario. In questo senso, i 13 titoli che compongono la sezione, tutti inediti in Italia, rappresentano 13 sguardi diversi e originali tanto sul cinema quanto sul mondo contemporaneo. Fra i titoli si segnalano: The Axe in the Attic di Lucia Small e Ed Pincus (Usa 2007, 110’), storie urgenti e drammatiche in un film sulle strade dell’ “America” ferita a sei mesi dal passaggio di Katrina, andando incontro alla rabbia e la disperazione di chi ha perso tutto ed è stato lasciato solo; con Nezrimoe di Pavel Medvedev (Unseen, Russia 2008, 30’), girato durante il G8 di San Pietroburgo del 2007, entriamo nelle stanze del potere, tra pranzi, incontri e strette di mano per i fotografi, mentre fuori anche i morti devono aspettare la fine dei “lavori” per trovare sepoltura; in Podul de flori di Thomas Ciulei (Flower Bridge Romania/Germania 2008, 87’) seguiamo la vita di Costica Arhir, contadino moldavo di grande carattere, che si fa in quattro per mandare avanti la fattoria, crescere e ben educare i suoi tre figli, mentre la moglie lavora in Italia; in Baghdad Twist di Joe Balass (Canada 2007, 34’), la voce di una madre racconta al figlio la propria storia di ebrea cresciuta a Baghdad, fuggita in Canada durante le persecuzioni negli anni 60, mentre filmati d’epoca ci ricordano gli ultimi momenti felici della comunità; In Des Hommes di Khristine Gillard (Belgio 2008, 70’), le voci scaldate dal fumo delle sigarette di alcune prostitute di Bruxelles, ci raccontano dei “loro” uomini, dell’amore e della vita, mentre la macchina da presa esita sulla soglia, dietro a una tenda, per introdurci pudicamente nell’intimità della città.

 

ITALIANA.DOC 12 i titoli di medio e lungometraggio per il concorso dedicato al documentario italiano in pellicola o in video, una delle sezioni centrali del Festival. I lavori concorrono al Premio per il Miglior documentario italiano in collaborazione con Persol (euro 10.000) e al Premio speciale della Giuria (euro 5.000).

 

 

ITALIANA.CORTI il cortometraggio ha una lingua, tempi e ritmi assolutamente autonomi, per questo il Festival gli riserva uno spazio competitivo specifico. 13 i titoli, fra i più significativi della recente produzione italiana, che concorrono per il Miglior cortometraggio italiano in collaborazione con Lancia (euro 10.000) e il Premio speciale della Giuria / Kodak Short Film Award (euro 5.000 in pellicola cinematografica).

L’AMORE DEGLI INIZI nata nel 2007 e accolta con straordinario favore, è dedicata ai film d’esordio che hanno segnato la storia del cinema italiano. La sezione propone i primi film di Giuseppe Bertolucci (Berlinguer ti voglio bene, Italia 1977, 35mm, 90’), Claudio Caligari (Amore tossico Italia 1983, 35mm, 96’), Peter Del Monte (Irene, Irene, Italia 1975, 35mm, 105’), Marco Tullio Giordana (Maledetti vi amerò, Italia 1980, 35mm, 84’), Salvatore Piscicelli (Immacolata e Concetta, l’altra gelosia, Italia 1979, 35mm, 90’), e Paolo Virzì (La bella vita, Italia 1994, 35mm, 97’). Anche quest’anno, al termine di ciascuna proiezione avrà luogo un incontro tra i registi e Nanni Moretti.

 

Noto a livello internazionale per le sue monografie dedicate a momenti peculiari del cinema mondiale o a suoi autori, in questa edizione TORINO FILM FESTIVAL dedica tre RETROSPETTIVE rispettivamente a:

 

 

Jean-Pierre Melville, “il più americano dei registi francesi”, morto nel 1973, di cui proporrà tutti i suoi 13 film in edizione restaurata. Dopo l’esordio e dopo l’adattamento di Les enfants terribles di Cocteau (I ragazzi terribili, 1950) e un film “bressoniano”, Léon Morin, prêtre, (Leon Morin prete, 1961) che gli valse grandi riconoscimenti critici, si dedicò soprattutto al suo genere preferito, il gangster film, riletto in chiave noir e adattato all’ambientazione e allo spirito francesi. Pessimisti, malinconici, spesso sull’orlo della disperazione, i suoi eroi (che avevano il volto di Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Lino Ventura, Serge Reggiani, Yves Montand) sono, come lui, dei perfezionisti con un compito da portare a termine. Accompagna la retrospettiva un volume di saggi e testimonianze che inquadrano il suo lavoro nell’ambito del cinema e della narrativa noir, al quale hanno partecipato alcuni degli scrittori noir italiani: fra gli altri, Sandro Toni su Bob le flambeur (Bob il giocatore, 1956), Marcello Fois su L’ainé des Ferchaux (Lo sciacallo, 1963), Massimo Carlotto su Le deuxième souffle (Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide, 1966), Giancarlo De Cataldo su Le samourai (Frank Costello, faccia d’angelo, 1967). Alcuni di loro saranno presenti a Torino a presentare il film di Melville su cui hanno scritto. È prevista inoltre, il 27 novembre, una tavola rotonda a cui parteciperanno critici cinematografici e studiosi dell’opera dello scomparso regista francese. A cura di Emanuela Martini.

 

Roman Polanski, cineasta apolide, che ha fatto del disorientamento il centro della propria opera, Dall’inizio della sua carriera, Polanski ha attraversato e sfiorato tutte le “nouvelle vagues” occidentali: il nuovo cinema polacco che fioriva intorno alla scuola di Lodz alla fine degli anni ’50 con i primi cortometraggi e con Il coltello nell’acqua (1962), la nouvelle vague francese, con la quale condivise nel ’63 un film collettivo (Le più belle truffe del mondo, firmato anche da Chabrol e Godard), il free cinema inglese, del quale colse la crisi di identità e lo humour macabro con Repulsion (1965) e Per favore non mordermi sul collo (1967), il nuovo cinema americano della rilettura dei generi con Chinatown (1974). Uno spirito non pacificato neppure dopo essere ritornato, con Il pianista (2002), all’origine dei suoi traumi. La retrospettiva presenterà tutti i suoi cortometraggi e lungometraggi, alcuni dei film che ha interpretato e la ripresa in video di alcuni allestimenti teatrali, e sarà accompagnata da un volume di saggi e testimonianze. Roman Polanski sarà presente a Torino, dove nella giornata di sabato 22 novembre sarà protagonista di un incontro con Nanni Moretti. Assieme a Polanski, a Torino ci saranno la moglie (e attrice di alcuni di suoi film) Emmanuelle Seigner, Jerzy Skolimowski, l’attrice Sydne Rome e il direttore della fotografia Marcello Gatti che hanno lavorato con lui in Che? (girato in Italia negli anni ’70, nella villa amalfitana di Carlo Ponti). Inoltre verrà presentato in anteprima italiana il documentario Roman Polanski: Wanted and Desired (Usa/Uk 2008, 99’) della regista americana Marina Zenovich, ricostruzione della vicenda giudiziaria in cui venne coinvolto il regista negli Stati Uniti: Polanski ne ha approvato il contenuto e le finalità e Torino sarà il luogo del loro primo incontro. A cura di Stefano Francia di Celle.

 

– Al movimento cinematografico inglese degli anni 1980-1990, noto come British Renaissance. È il decennio in cui esordiscono Neil Jordan, Peter Greenaway, Michael Radford, Richard Eyre, Terence Davies, Sally Potter, Marek Kaniewska, o tornano al cinema autori da tempo confinati nella produzione tv (Stephen Frears e Mike Leigh). La retrospettiva si propone come excursus attraverso la “Renaissance”: 35 film che comprendono gli esordi e i titoli più significativi del periodo (tra questi: The Terence Davies Trilogy di Terence Davies, Angel di Neil Jordan, The Great Rock ‘n’ Roll Swindle di Julien Temple, My Beautiful Laundrette di Stephen Frears, Local Hero di Bill Forsyth, Another Country di Marek Kaniewska), senza tralasciare il cinema di genere. A margine, uno squarcio sulla televisione britannica dell’epoca, con la presentazione di A Question of Leadership diretto per la TV da Ken Loach e un omaggio a Dennis Potter, uno dei talenti televisivi europei più innovativi, ancora insuperato: assieme a Brimstone and Treacle (1976) e alle sue famose serie Pennies from Heaven (1978) e The Singing Detective (1986), verrà presentato anche Dreamchild (1984) di Gavin Millar, una delle poche sceneggiature scritte per il cinema da Potter. A Torino è prevista al momento la partecipazione dei registi Bill Forsyth, Michael Radford, Pat O’Connor, dell’attore ‘monthy python’ Michael Palin e del produttore Kenith Trodd. La retrospettiva sarà accompagnata da un volume di saggi e testimonianze. A cura di Emanuela Martini.

 

I volumi delle tre retrospettive sono editi da Il Castoro.

 

E ancora:

 

SPAZIO TORINO sezione competitiva dedicata ai migliori cortometraggi realizzati da filmmakers e videomakers nati o residenti in Piemonte. Gli 8 film selezionati concorrono al Premio Chicca Richelmy per il miglior cortometraggio (euro 6.000, di cui euro 4.000 in servizi tecnici per la realizzazione di un nuovo cortometraggio).

 

EVENTI SPECIALI saranno le versioni restaurate di La classe operaia va in Paradiso (1971) di Elio Petri e Diario di un maestro (1973) di Vittorio De Seta; e il documentario dedicato da Massimo Spano a uno dei più importanti produttori del cinema italiano, dal titolo Franco Cristaldi e il suo cinema Paradiso (Italia 2008), alla presenza di Zeudi Araya.

 

Anche quest’anno il Premio Cipputi, destinato a premiare il Miglior film sul mondo del lavoro (euro 5.000).

 

 

Nell’ambito di TORINO FILM FESTIVAL, nei giorni del 23 e 24 novembre avrà luogo il final event del Torino Film Lab: in quest’occasione saranno anche assegnati sei Development Awards, che permetteranno ai filmmakers premiati di continuare il loro percorso realizzativo nell’anno successivo.

 

La serata inaugurale della 26^ edizione del TORINO FILM FESTIVAL si svolgerà nella prestigiosa sede del TEATRO REGIO di Torino.

 

 

La 26^ edizione di TORINO FILM FESTIVAL avrà luogo nei Multisala Ambrosio, Greenwich Village,  Massimo e Nazionale, per un totale di 11 sale.

 

 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE PRODUZIONE+DISTRIBUZIONE CINEMA. DAL 19 MARZO!

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative