La gazza ladra, di Robert Guédiguian

Un altro film sui rapporti di classe che incrocia racconti sentimentali e parabole familiari. Con un crescendo rossiniano e umanista che conferma lo stato di grazia del regista

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OPEN DAY FILMMAKING & POSTPRODUZIONE: 23 maggio

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BORSE DI STUDIO per LAUREATI DAMS e Università similari

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SPECIALIZZAZIONI: la Biennale Professionale della Scuola Sentieri selvaggi

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Ancora Marsiglia. Ancora un film sul tempo perduto e su quello che ancora si può creare. Ancora una comunità ferita dalla crisi e allo stesso tempo ostinata a vivere, nelle sue debolezze umane e nei suoi slanci sentimentali. Avevamo lasciato Robert Guédiguian, in E la festa continua!, alle prese con l’utopia di un mondo sociale e umanista a cui credere ancora, con quello che era probabilmente uno dei suoi film migliori. E lo ritroviamo in questo crescendo rossiniano ancora una volta a reinventare il suo cinema attraverso gli strumenti morali e cinematografici che gli riconosciamo da tempo e che forse in queste ultime opere appaiono più ispirati che mai. Perché anche La gazza ladra è uno dei migliori film di Guédiguian. E stavolta è la musica a tenere banco, sin dalla prima scena del furto al negozio di strumenti che dà il titolo al film: una linea narrativa sottile, esile ma necessaria nel mettere in armonia il mondo di Robert Guédiguian. Che è un mondo capace ancora di commuoversi per un pranzo di pesce preparato e atteso con amore, oppure consumato in silenzio davanti a un tramonto.

E allora ecco Jean-Pierre Darroussin su una sedia a rotelle, sognare una impossibile storia d’amore con la sua badante Maria e salvarla dalla polizia citando i versi de La povera gente di Victor Hugo. Oppure la magnifica Ariane Ascaride, proprio nel ruolo di Maria, perfetta incarnazione della generazione del cineasta settantenne sospesa tra il sogno infranto e l’ingenuità fanciullesca di un domani ancora da immaginare, magari rappresentato dalle lezioni al pianoforte che il nipote di Maria non può permettersi e che la nonna decide di regalare falsificando di nascosto gli assegni di Darroussin. Questo è l’escamotage narrativo, il furto che fa scattare una rocambolesca sinfonia di fallimenti e innamoramenti, redenzioni, storie che finiscono e nuovi incontri, come quello dei giovani figli dei due protagonisti, interpretati da Marilou Aussiloux e Gregoire Leprince-Ringuet.

Per fortuna Guédiguian ama troppo le persone e la vita per porsi inutili dilemmi morali sul tradimento o sul furto, i due elementi principali di La gazza ladra. Ma qui l’unica etica possibile è quella umanista della comunità da custodire e sostenere, da scoprire e forse riconnettere attraverso l’amore sensuale e inaspettato di due giovani figli, che tradiscono i loro partner travolti dalla passione e si danno appuntamento davanti a un cinema che programma Titane. Segno che i tempi cambiano, e il mondo può essere giusto o ingiusto, ma ci rimane questa “commedia” da vivere dall’inizio alla fine, sopravvivendo ai segni lasciati tanto dai ricordi di un passato volato via, quanto dalle incertezze del tempo presente.

 

Titolo originale: La pie voleuse
Regia: Robert Guédiguian
Interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Grégoire Leprince-Ringuet, Marilou Aussilloux, Lola Naymark, Robinson Stévenin, Thorvald Sondergaard
Distribuzione: Officine UBU
Durata: 101′
Origine: Francia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
3.8 (10 voti)

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