La grande guerra del Salento, di Marco Pollini

Ambientato nel Salento reduce da due guerre mondiali, il film racconta del primo tifoso nella storia d’Italia a perdere la vita per una partita di pallone. Risulta però superficiale e incompleto.

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La grande guerra del Salento è il quinto film del regista veronese Marco Pollini, tratto dall’omonimo libro di Bruno Contini. Con il suo film d’ esordio Le Badanti del 2015, e con il thriller psicologico Pop Black Posta del 2019, il cineasta aveva già mostrato il suo interesse per le tematiche sociali e il racconto di persone emarginate dalla società. Il suo nuovo film racconta la vicenda realmente accaduta di Antonio Prete, un ragazzo di Supersano, che perse la vita durante una partita di calcio di fine anni ’40.

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Nel secondo dopoguerra, in Salento, gli abitanti di due paesini in provincia di Lecce, Supersano e Ruffano, si scontrano per una partita di pallone. La rivalità tra le squadre di calcio fa da contorno alla rivalità tra due uomini. Ernesto, imprenditore agricolo e presidente del Supersano e Alfredo, generale del regime fascista in pensione e presidente del Ruffano Calcio. Sullo sfondo, l’amore tra Giulio e Agnese e l’amicizia che li unisce ad un’altra coppia di giovani, Giovanna e Antonio.

 

 

 

 

 

 

Lo spunto iniziale del film è originale, e permette di muoversi sul terreno fertile delle origini del tifo e della passione per il calcio, capace anche di farci riflettere sulle condizioni della donna nel Sud di quegli anni. La scrittura del film però è didascalica e non riesce ad approfondire le varie linee narrative a disposizione, lasciando gli argomenti sospesi tra superficialità e incompletezza. La fotografia di Alessandro Zonin, che ha già collaborato con Pollini in Moda Mia del 2016, sembra più adatta al piccolo schermo che alla sala, con molte scelte registiche che tendono a stereotipare luoghi e situazioni restituendole inverosimili (il soldato americano che riceve il vino in regalo, la madre delle sorelle che sventa un attacco dei tifosi col bastone per anziani), e soprattutto un montaggio che concede spesso stacchi stravaganti e poco riusciti, come per esempio nelle sequenze della partita di calcio, che risultano artificiose e improbabili. La ‘vecchia guardia’ degli interpreti, guidata dai bravi Marco Leonardi, Paolo De Vita e Stefania Ciccarelli, nonostante alcune battute smaccate e insistenti, regge più del fronte giovane, dove sia Riccardo Lanzarone che Fabius De Vivo risultano impostati e poco naturali. La vera occasione mancata però è quella di una Puglia impercettibile, poiché non basta una bella scena di pizzica salentina con tanto di tradizionale fazzoletto rosso, a scaldare la narrazione di una vicenda così presumibilmente passionale.

 

Regia: Marco Pollini
Interpreti: Marco Leonardi, Paolo De Vita, Riccardo Lanzarone, Fabius De Vivo, Lucrezia Scamarcio, Rossana Cannone, Stefania Ciccarelli
Distribuzione: Ahora! Film
Durata: 100′
Origine: Italia, 2022

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
3.26 (23 voti)
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